domenica, Ottobre 13, 2024

Furto, evasione o auto riciclaggio? Il “cavallo di troia” che mette nei guai l’albergatore

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Ballerebbe un milione di euro in dieci anni. E’ questa la notizia che da agosto agita il mondo alberghiero isolano. Mesi di attenta pausa e riflessione che vede nell’occhio del ciclone uno dei più rinomati hotel dell’isola d’Ischia. Uno di quei gruppi che fanno invidia a tante altre località turistiche italiane.

Secondo una prima ricostruzione, la storia vedrebbe come protagonisti 4 dipendenti che, in 10 anni, avrebbero sottratto all’azienda quasi un milione di euro. Una cifra piccola che sarebbe potuta passare inosservata nei grandi conti che produce la macchina dell’accoglienza.

Come? Con una delle più classiche manovra di creazione del nero. Nulla di più di nulla di meno: incasso in contanti. E, in questo caso, è evidente, si parlerebbe di furto ai danni dell’azienda.

Tuttavia, però, chi ragiona un po’, comprende anche questo meccanismo, furto o non furto, potrebbe anche essere letto come un’attività di semplice evasione fiscale e, come abbiamo letto nel caso dell’ex presidente dell’Ischia Calcio, Bigi, si auto riciclaggio.

La storia, che per ora si fonda su molti si dice o molti forse, non permette di andare avanti e neanche di raccontare ulteriori dettagli. Secondo alcuni ci sarebbe stata una denuncia che avrebbe dato il via alle indagini, ma di quali indagini parliamo? Appunto, del furto? Dell’evasione fiscale o, invece, di auto riciclaggio?

Ce lo chiediamo perché, senza voler troppo indugiare sulle incognite, nel caso di una denuncia con nomi e cognomi, siamo sicuri che i potenziali accusati di furto non possano dire di essere stati “indirizzati”? Confini, davvero, troppo labili.

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