domenica, Gennaio 5, 2025

GAETANO COLELLA: «Pagliacciata Caularone. De Siano e Giosi hanno fallito e Ischia dica no al low cost»

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L’INTERVISTA. Senza peli sulla lingua, parla uno dei protagonisti indiscussi della Prima Repubblica “isolana”

Pasquale Raicaldo | «Hanno fallito, Giosi Ferrandino e Domenico De Siano. Fatemelo dire, ora che sono fuori dai giochi. Non è una questione di centrodestra o centrosinistra: prima e dopo quella pagliacciata del caularone, non hanno né risolto né affrontato un problema che sia uno. La Prima Repubblica aveva lasciato l’isola con questioni irrisolte: la depurazione, i rifiuti, i trasporti, l’abusivismo. Loro sono stati assolutamente incapaci». E’ una lingua schietta e diretta, quella di Gaetano Colella, più volte sindaco di Forio e figura longeva e controversa di una lunga stagione politica, anche sulla terraferma. Oggi, da un osservatorio neutrale, non ha dubbi: e dalla proverbiale torre getta giù sia l’uno, il sindaco di Ischia che ha (finora) fallito l’assalto al Parlamento europeo, che l’altro, il senatore che coordina Forza Italia e che ne costituisce l’antagonista dichiarato, dopo il naufragio dell’accordo Pd-Pdl. «Voi ci avevate creduto? Sono due politici che vanno mandati a casa, capaci di reprimere la passione politica su un’isola che era sempre stata fervida da un punto di vista del dibattito democratico e del confronto aperto, e che senza di loro tornerebbe ad esserlo. Sono dannosi, davvero, al sistema Ischia. E speriamo che l’isola, che li ha sin qui votati, se ne accorga quanto prima, puntando su gente nuova, libera dal sistema Giosi o dal sistema De Siano».

Ferrandino potrebbe presto andare a Bruxelles.
«Ovunque vada, non sarà mai in grado di affrontare i problemi. Come attestato dal fallimento del caularone, che ci ha fatto perdere tre anni tra speranze e illusioni».

E ora?
«Ora aspettiamo la prossima occasione elettorale. Cercando di non farci prendere in giro».

Idee?
«Un cambio di mentalità, non necessariamente anagrafico. A Ischia ci sono politici di spessore, e penso a Luigi Telese, accantonato per non so quali motivi. Ha fatto bene, da sindaco, tradito solo dagli inganni di una politica bieca. Potrebbe attorniarsi di giovani, per quel giusto mix di esperienza ed entusiasmo. Le novità, da solo, rischiano di portare delusioni. Non solo a Ischia».

Pensi a Renzi?
«Renzi è una speranza, ma per ora sono più le perplessità, legate a promesse non mantenute. Sia chiaro, non è che senza lui di speranze all’Italia ne restino molte…».

Viva l’ottimismo. Ma Colella tornerà in campo?
«Non credo. Per quanto mi riguarda la partita è finita. Almeno per adesso. Poi, chissà. Sono stanco delle contrapposizioni e dei giochi di potere, di una politica che ostacola chi si destreggia con passione. Game over, insomma».

Però, intanto, dal tuo osservatorio sui social network non sembri interessarti ad altro.
«Mi piace pungolare, osservare quel che avviene sull’isola».

Hai seguito le ultime vicende a Lacco Ameno?
«Certo. E mi spiace che Carmine Monti sia caduto nella trappola di De Siano, sbagliando. Ha servito una scialuppa di salvataggio a De Siano, proprio nel momento di maggiore difficoltà, schierandosi con lui salvo poi essere puntualmente scaricato. Ora spero non ci ricaschi. Anche perché Carmine, che lavora con passione e lealtà, è espressione di una delle due anime di Lacco Ameno, quella che – con Silvio e De Luise – si prodiga per il bene del paese, a differenza dell’altra, incarnata da De Siano, che agisce per altri interessi».

Forio: com’è il giudizio sul sindaco Del Deo?
«Direi positivo, non credo possa fare molto di più tra le mille difficoltà di carattere finanziario e la contrapposizione di potere, politico e giudiziario».

Giudiziario?
«Beh, la magistratura non lo ha certo agevolato sulla questione dei rifiuti. Bocciando la soluzione di Zaro, che secondo me resta la più valida».

Era una soluzione provvisoria, e Zaro è un promontorio boschivo, peraltro bellissimo.
«Beh, tutta l’isola ha un alto valore paesaggistico. Quel sito, poi, è di proprietà del Comune. Si risparmierebbero un po’ di soldi, e con un’adeguata piantumazione l’estetica non ne risentirebbe».

La Soprintendenza non è mai stata d’accordo.
«Certo, peggio è stato far sostare i camion della nettezza urbana a Citara o a Panza. E comunque, nei limiti del possibile, Del Deo è riuscito a tenere il paese politico. Nonostante una magistratura che poteva ponderare maggiormente le sue decisioni, non esponendo a un simile rischio un paese turistico nel periodo estivo».

E il giudizio complessivo sull’amministrazione?
«Positivo, ribadisco. Poi, lasciamoli lavorare e attendiamo che il sindacato entri nel vivo».

Come hai giudicato la singolare autoeliminazione dell’ultima amministrazione, che si è liquefatta prima delle ultime elezioni comunali?
«Franco Regine non è riuscito a gestire le aspirazioni a candidato sindaco di più esponenti della sua squadra. Non è riuscito a mettere ordine, mantenendo il polso della situazione, e così sono spariti tutti dalla scena, almeno per ora».

Uno dei nodi irrisolti di Forio è la Colombaia.
«La Villa è stata acquisita dall’amministrazione Iacono, che io sostenevo, e doveva ospitare manifestazioni di alto spessore culturale. Ecco, questo obiettivo, il vero obiettivo per il quale si è proceduto all’acquisto, è venuto bene. Io ho sempre auspicato, previa una variante al piano regolatore, un ampliamento dell’immobile, che è troppo piccolo per ospitare eventi di un certo tipo. Di sicuro, qualcosa va fatta».

Sei ancora un forte sostenitore del “no” al Comune Unico?
«Assolutamente. Ho le idee chiare, e continuo a ribadire che servirebbe solo a Ferrandino e De Siano, sui cui avete capito come la penso».

Decisamente.
«Per il resto, non servirebbe alla comunità dell’isola».

Perché?
«Abbiamo altro a cui pensare».

Il Comune Unico sarebbe un mezzo per affrontare i problemi, mica il fine ultimo.
«E’ un falso problema, e così lo ha definito tutto il popolo, quando è stato chiamato alle urne per raggiungere il quorum. L’isola ha deciso che quello non fosse un problema di cui occuparsi. Ora, De Siano e Caldoro hanno cambiato la legge, in modo assolutamente antidemocratico, con un vero e proprio colpo di mano. Vediamo come va a finire…».

I problemi dell’isola, si diceva. Partiamo dall’abusivismo.
«Prima di una competizione elettorale, con le ruspe che abbattevano gli abusi nella Valle dei Templi, Berlusconi promise all’elettorato che non si sarebbero più viste quelle scene. Fu una pagliacciata. Per mettere ordine, serve una legge nazionale: Caldoro, di recente, è stato bacchettato dal Governo. Piuttosto, chiediamoci perché Ischia, che esprime un senatore di Forza Italia, non è sin qui riuscita ad ottenere risposte chiare, né i governi Berlusconi in passato abbiano risolto la questione degli abbattimenti».

Alt. La soluzione è solo non abbattere?
«Altrove, al Nord, si sono costruiti interi comuni in letti di fiume prosciugati, con leggi nazionali ad hoc. Quelle che, per esempio, non hanno mai riconosciuto la specificità dell’isola, dove non vi è abusivismo speculativo ma di necessità».

Diciamo, tutt’al più, ci sono entrambi. Anche per via di una classe politica, di cui sei stato esponente, eccessivamente permissiva.
«Abbiamo le stesse responsabilità di chi ha governato nel resto d’Italia e in Europa. E’ una questione, quella dell’abusivismo, difficilmente governabile, perché bisogna avere a che fare con necessità oggettive delle famiglie, che hanno bisogno di abitazioni. Lo spazio dell’isola è per definizione circoscritto».

Il che non giustifica però abusi in zone ad alto rischio idrogeologico.
«Ma le avete viste le scene dell’alluvione di Genova? Fiumi, ruscelli, vallate: case ovunque. Il fenomeno è nazionale, non lo si riduca al permissivismo dei sei sindaci dell’isola».

Mal comune, però, non è mezzo gaudio.
«Ripeto: il fenomeno è difficilmente governabile, soprattutto su un’isola penalizzata in materia urbanistica dal vincolo di inedificabilità assoluta».

Restando in tema di ambiente, sono mesi “caldi” per i sequestri di piscine e reparti termali. Sotto accusa, gli scarichi in mare di acque industriali.
«Il problema resta un depuratore che non c’è. Di fronte a una carenza così essenziale, molte strutture si sono attrezzate nella piena legalità, altre non lo hanno fatto. Giusto che la magistratura intervenga».

Trasporti, altro tallone d’Achille.
«L’assessore regionale Vetrella, e con lui l’amministratore dell’Eav Polese, farebbero bene a non mettere più piede a Ischia. Si devono vergognare, così come noi siamo costretti a farlo con i nostri turisti, tra avarie di bus e tariffe dei collegamenti marittimi alle stelle. Neanche un sussulto, da parte di chi governa il settore dei trasporti. E noi continuiamo a delegare la gestione di un comparto cruciale per la nostra economia a dei veri incompetenti, mentre la privatizzazione della Caremar si adegua agli interessi dei singoli. Non ho parole, davvero».

Come vedi il futuro turistico dell’isola?
«Credo che molto dipenda dal modo in cui gli albergatori si muovano, associandosi, e compensando le carenze di una politica inefficiente. Proprio l’altro giorno parlavo con un albergatore della costiera sorrentina, che mi chiedeva allibito perché Ischia si svenda. “Noi non consentiremmo mai prezzi così bassi”, mi diceva. E come esempio, citava pensioni complete a poche decine di euro, una politica che distrugge i tre stelle. “Se lo facessimo qui, i sindaci ci salterebbero addosso accusandoci di voler rovinare il territorio, penalizzare le pensioni a tre stelle e l’indotto, a cominciare dai ristoranti”. Insomma, non se ne capacitava e c’è da capirlo. Ora, perché l’isola non reagisce e detta linee guida chiare contro il low cost? Possibile che le associazioni degli albergatori non trovino nulla di meglio da fare che congratularsi con Polese o chi per lui? Dovrebbero picchiarlo (testuale, n.d.r.), altro che congratularsi. Ecco, io penso che il futuro dell’isola d’Ischia dipenda essenzialmente da un’iniziativa matura e seria di albergatori e commercianti, con una netta inversione di rotta nelle politiche deleterie del low cost».

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