venerdì, Aprile 11, 2025

Generale Stefano Messina: “La pace non è un ideale, è un lavoro quotidiano”

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Il ritorno del Generale Messina al “suo” Mattei. Un incontro ricco di emozione e significato ha visto protagonista il Generale di Divisione Stefano Messina, che ha dialogato con gli studenti dell’Istituto Enrico Mattei di Casamicciola, dove lui stesso si diplomò anni fa. L'evento, organizzato dagli studenti e dalla scuola, ha offerto molto più di una testimonianza militare: è stato un racconto sincero e ispirato di vita, valori e servizio al Paese.

Dopo 35 anni, il Generale di Divisione Stefano Messina è tornato all’Istituto “Enrico Mattei” di Casamicciola Terme, dove si diplomò nel 1989. Un momento particolarmente emozionante per lui, che ha voluto incontrare gli studenti della scuola che ha segnato l’inizio del suo percorso, condividendo esperienze e riflessioni maturate in anni di servizio. Dal ricordo degli anni scolastici al comando della Brigata Sassari, fino alla recente promozione, ecco cosa ci ha raccontato.

Generale Messina, cosa ha significato per lei tornare all’Istituto Mattei dopo tanti anni?
“È stata una bellissima emozione tornare dopo 35 anni nell’istituto dove mi sono diplomato nel 1989. Incontrare oggi i ragazzi del Mattei è stato un momento molto intenso: ho rivisto in loro lo stesso entusiasmo che avevo a vent’anni, entusiasmo che mi ha spinto a intraprendere la carriera militare”.

Ha voluto condividere con loro la sua esperienza: qual è il messaggio principale che ha voluto trasmettere?
“Ho cercato di restituire, con la mia testimonianza, l’esperienza di un generale che oggi vive in un mondo segnato da venti di guerra. Spesso si parla di pace, ma la pace non è solo una parola: è un obiettivo concreto per cui bisogna lavorare ogni giorno. Ho voluto far capire ai ragazzi che anche chi arriva dal fronte porta con sé un forte desiderio di pace”.

Cosa si impara davvero da una missione internazionale come quella in Libano?
“L’esperienza libanese mi ha insegnato che il contributo dell’Italia alla pace – nel mio caso, attraverso UNIFIL – è stato ed è fondamentale. Le missioni internazionali non servono solo a garantire stabilità, ma anche a portare i valori della nostra comunità e a fare in modo che le popolazioni coinvolte soffrano il meno possibile. La pace è una responsabilità da costruire giorno dopo giorno.”

Oggi si torna a parlare di guerra in Europa. Qual è la riflessione che si può fare su questo momento storico?
“Purtroppo, 80 anni di pace ci avevano fatto quasi dimenticare quanto alto sia il costo della guerra. E invece la guerra è l’espressione più tragica dell’essere umano. Proprio perché è una possibilità reale, dobbiamo prepararci in tempo di pace. L’addestramento delle forze armate è fondamentale: serve a garantire prontezza, deterrenza e, in definitiva, a evitare che la guerra esploda”.

Ha comandato la Brigata Sassari, una delle realtà più prestigiose dell’Esercito Com’è stata questa esperienza?
“La Brigata Sassari è una realtà unica, la più decorata dell’Esercito Italiano, nata nel 1915 all’alba della Prima Guerra Mondiale. A quei tempi si decise – cosa rara – di costituirla con militari della stessa regione, la Sardegna. Questo ha creato un fortissimo senso di appartenenza, che ancora oggi è vivo. Anche se non sono sardo, ma isolano, ho potuto comprendere a fondo la mentalità del soldato sardo. È stata un’esperienza di comando davvero speciale, irripetibile, per la quale sono profondamente grato ai miei soldati, ufficiali e sottufficiali”.

E ora, cosa riserva il futuro per il Generale Messina?
“Il mio futuro è al servizio del Paese e della Forza Armata. Sono stato appena promosso a Generale di Divisione e, purtroppo, dovrò lasciare la Brigata Sassari. Attendo ora i nuovi incarichi che mi saranno assegnati dallo Stato Maggiore dell’Esercito, sempre con lo stesso spirito di dedizione.”

L’INCONTRO CON GLI STUDENTI DEL MATTEI

Non una semplice lezione, ma un dialogo intenso e appassionato, quello che si è svolto tra il Generale di Divisione Stefano Messina e gli studenti dell’Istituto Enrico Mattei. Un incontro reso ancora più significativo dal fatto che il Generale stesso è nato in questo territorio e ha studiato, diplomandosi da Geometra, proprio al Mattei di Casamicciola. Un ex studente con le “stellette” sul serio. Anzi con l’Aquila e il cordone con due nastri sul berretto, con due stelle e una greca sulla contro spallina.

L’appuntamento organizzato dall’I.T. “E. Mattei” di Casamicciola Terme e dai rappresentanti di Istituto e Cps Antonio Buono, Antonio Di Meglio, Benedetta Ferrillo, Andrea Pinto, Matteo Lambitelli e Marco Trofa, condiviso con alcuni studenti in aula magna e con tutte le altre classi collegate in remoto, ha dipinto il profilo di un uomo che ha saputo coniugare rigore militare, competenza tecnica e una straordinaria cultura personale. Messina ha saputo conquistare il pubblico non solo per il suo curriculum, ma soprattutto per l’umanità con cui ha risposto alle domande dei ragazzi che sono state numerose, intelligenti e pertinenti e che, alla fine dell’incontro, hanno voluto condividere esperienze personali con il Generale. Messina con semplicità ha raccontato la sua esperienza di comandante della Brigata Sassari, impegnata in Libano in missioni di pace durante gli attacchi dello scorso mese di agosto 2024: «Le nostre basi sono state colpite, abbiamo subito attacchi sia da Hezbollah che da forze israeliane, ma non abbiamo mai abbandonato il nostro compito: proteggere, aiutare, rispettare il mandato. Anche nei momenti più difficili, lo spirito di corpo ci ha guidati».

Non è facile conquistare il silenzio in una sala piena di studenti. Ma quando il Generale Stefano Messina prende la parola, tutto si ferma. La voce è calma, lo sguardo diretto. Dietro la divisa, emerge subito l’uomo: un servitore dello Stato, con un bagaglio di esperienza e valori che non si trovano sui libri.
La sua carriera parla da sola: laureato in Ingegneria dei Trasporti, due master negli Stati Uniti, tre lingue parlate, una profonda passione per la storia, la cultura, lo sport. Ma al di là dei titoli, colpisce il suo modo di raccontare: “È con il sacrificio, lo studio e il senso del dovere che si costruisce qualcosa di solido. Il mio è stato un percorso fatto di scelte, non sempre facili, ma sempre guidate dalla convinzione di servire il Paese.”

Il Generale ha condiviso non solo traguardi professionali, ma anche emozioni, ricordi, scelte di vita.
“La mia è una seconda famiglia. L’Esercito ti accompagna, ti sostiene, ti lega a chi ti è accanto in modo indissolubile. Ma le radici, quelle vere, sono qui. Ogni volta che torno a Ischia, sento che parte di me non se n’è mai andata.”
Con orgoglio ha ricordato l’impegno della Brigata Sassari, da lui comandata in contesti internazionali complessi come il Libano: “Il nostro compito era garantire sicurezza, anche sotto il fuoco incrociato. Hezbollah da un lato, forze israeliane dall’altro. Le basi sono state colpite più volte. Eppure, abbiamo portato avanti il nostro mandato con disciplina e senso di responsabilità.”
Ha mostrato foto, raccontato episodi: “Ricordo un attacco in cui alcuni dei nostri rimasero feriti in un bunker. Per fortuna non fu nulla di grave, ma ogni situazione di pericolo ti mette davanti al peso della responsabilità. Devi essere guida, anche nel caos” e sull’uso della forza, ha voluto essere chiaro “Le regole d’ingaggio non sono un dettaglio. L’uso della forza è sempre una scelta estrema, e deve essere proporzionata alla minaccia. L’addestramento serve proprio a questo: a proteggere, non a distruggere.”

Il dialogo con gli studenti è stato autentico, anche quando si è parlato di temi più personali: “Ho due figlie che non hanno scelto la carriera militare. È giusto così: ognuno ha la propria strada. Ma conciliare il ruolo di padre con questo lavoro non è semplice. Serve equilibrio. E tanta comprensione da parte di chi ti sta vicino.”
Anche l’inno nazionale è diventato un momento di riflessione e di sincera confessione: “Quando lo sento, provo ancora un brivido. Finché sentirò quel brivido, saprò di stare facendo la cosa giusta. Se un giorno non dovessi sentirlo più, sarà il momento di interrogarmi.”
Non poteva mancare un messaggio per i più giovani, cuore pulsante dell’incontro: “Sono loro la linfa vitale delle Forze Armate. Si può iniziare già a 15 anni, nelle scuole militari. Lì si impara la disciplina, ma anche il rispetto, il senso del dovere, l’amore per il proprio Paese.”

Quando è stato chiesto se l’Italia potrebbe avere un coinvolgimento diretto in conflitti, ha risposto con fermezza e misura “Le Forze Armate rispondono al Parlamento. Siamo pronti per ogni scenario. È il nostro dovere. Già oggi siamo presenti in diversi Paesi europei, sul fianco est della NATO. Il nostro contributo è concreto” e non sono mancate nemmeno riflessioni più ampie sul nostro tempo “L’intelligenza artificiale aiuta in molti processi, ma non deve mai sostituire il buon senso umano. Se un giorno dovesse accadere, dovremmo preoccuparci seriamente.”

A tratteggiare il suo profilo umano, sono arrivate anche le parole di un vecchio compagno di studi: “Già allora vedevamo in lui quello sguardo brillante che voleva fare qualcosa di importante. Era tra i migliori, ma mai noioso. Sapeva farsi voler bene.” In merito alle critiche mediatiche, spesso superficiali come quelle della Littizzetto, ha dichiarato: “Non voglio entrare in polemiche. Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Ma noi siamo consapevoli del dovere che portiamo addosso ogni giorno.”
Il Generale non ha dimenticato la sua Ischia. Si è impegnato per il recupero del Palazzo Reale, un simbolo del territorio. “Fin dal primo momento, ha dimostrato attenzione e amore per questo luogo,” ha dichiarato il colonnello Salvatore Murano. “È grazie a lui se il Palazzo sta tornando al suo splendore.” Alla fine dell’incontro, tra sorrisi, strette di mano e silenzi carichi di rispetto, è rimasta nell’aria una sensazione rara: quella di aver ascoltato un uomo che non solo ha vissuto la storia, ma ha saputo trasformarla in esempio.

I SALUTI DELLE AUTORITA’ MILITARI

L’incontro tra il Generale di Divisione Stefano Messina e gli studenti dell’Istituto “Enrico Mattei” di Casamicciola si è chiuso con un momento carico di riconoscenza e riflessione. Diversi rappresentanti delle forze armate e delle istituzioni locali hanno voluto prendere la parola per sottolineare il valore dell’iniziativa e per rendere omaggio non solo al Generale, ma anche al protagonismo positivo dei giovani. Le loro parole sono state testimonianze autentiche, dense di emozione, memoria e senso di appartenenza. Ecco le loro dichiarazioni.

Capitano Tiziano Laganà, Comandante Compagnia Carabinieri di Ischia: “Fratelli d’Accademia, uniti dalla stessa missione”
«La sua presenza qui oggi è stata preziosa per i ragazzi. Lei proviene da questo istituto, da questo territorio: questo rende tutto ancora più significativo. Siamo in qualche modo legati — lei dal 173° corso, io dal 193° — e in Accademia ogni corso ha un’identità, una sua eredità. Condividevamo anche lo stesso motto: Una Ages. La ringrazio per la sua testimonianza e porto i saluti dell’Arma dei Carabinieri. Storicamente, la nostra Arma è stata la prima dell’Esercito. E ancora oggi il legame tra noi è saldo. Frequentiamo l’Accademia nello stesso modo, percorriamo strade comuni. Carabinieri ed Esercito camminano nella stessa schiera, uniti da valori antichi e attuali. Per questo, ancora una volta, grazie.»

Ispettore Maurizio Pinto, Polizia di Stato di Ischia: “Eroi normali, missione di pace”
«Vanno fatti i complimenti alla scuola: questo evento, probabilmente, non ha precedenti. Sono ottimista e, oggi più che mai, orgoglioso. Il Generale Messina ha parlato con empatia e profondità, trasmettendo una cultura immensa. Non è da tutti saper coinvolgere così tanto i ragazzi: vederli attenti, presenti, partecipi fino all’ultimo minuto, è stato emozionante. Sono grato anche a Marco, per aver permesso di conoscere meglio l’Esercito. Il Generale Messina rappresenta un’eccellenza dell’isola. In un momento in cui c’è carenza di personale, l’Esercito si conferma risorsa strategica e umana: sempre pronto a intervenire nelle emergenze — terremoti, alluvioni, vigilanza di obiettivi sensibili. Nella mia carriera, ogni volta che arrivava l’Esercito, sapevamo di poter contare su una forza presente, umile, preparata. Oggi non sono solo uomini di guerra, ma uomini di pace. È fondamentale che questo venga trasmesso, soprattutto ai più giovani. Gli ‘eroi normali’, come li chiama Gerardo, ci ricordano che anche attraverso piccoli gesti si può essere grandi. Ed è proprio questo lo spirito: entrare in questa famiglia non per avere un lavoro, ma per vivere una missione sociale. Il Generale l’ha dimostrato con i fatti.»

2 capo aiutante Carmine Loiacono, Guardia Costiera di Ischia: “Dietro una divisa c’è anche un cuore”
«In generale, sono felice di questo incontro organizzato dalla scuola per condividere un pensiero comune. Tutto ciò che è stato detto oggi è, naturalmente, ‘in divisa’ — ma sono particolarmente colpito dalla partecipazione attiva dei ragazzi. Il Generale Messina ha saputo mostrare che dietro ogni uniforme c’è un essere umano, con un mondo emotivo e personale. Troppo spesso questi giovani vengono giudicati solo in base alla loro appartenenza all’era digitale. Eppure io stesso li ho visti, durante l’alluvione di Casamicciola, immersi nel fango, aiutare senza esitazione. Oggi hanno dimostrato di avere valori forti, autentici. E per questo li ringrazio, ancora una volta.»

Colonnello Salvatore Murano, Comandante del Palazzo Reale di Ischia: “Il suo impegno è stato concreto, sincero, determinato”
«Voglio cogliere questa occasione per ringraziare pubblicamente il Generale Messina per ciò che sta facendo anche per lo Stabilimento Balneo Militare di Ischia, che ho il piacere e l’onore di comandare. Fin dal primo istante si è dimostrato disponibile, pronto a collaborare per restituire al Palazzo Reale il suo antico splendore. Il suo impegno è stato concreto, sincero, determinato. E per tutto ciò che ha fatto, e continua a fare, desidero esprimere la mia più sentita gratitudine.»

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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