sabato, Novembre 23, 2024

Gian Paolo Porreca: “Giù le mani da Ischia”

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Ecco l’interessante scritto di Gian Paolo Porreca.

“Giù le mani da Ischia, di grazia, voi sciacalli professionisti del web.

Giù le mani da Ischia, e per ieri e per oggi e nei secoli dei secoli, voi che sulla mala sorte

di un territorio avete digitato e postato, con che animo, un blasfemo distillato di malvagità.

Giù le mani da Ischia e dal suo dolore e dal suo habitat e dal lavoro, da Casamicciola e da Lacco Ameno,

via il vostro odio per eccesso di ignoranza, da Piazza Bagni al Perrone, dal Fango e da piazza Maio,

dalla Borbonica al Purgatorio…..Giù le mani da Ischia, da Barano a Buonopane, da Forio a

Fontana, da Serrara a Lacco Ameno, dai Maronti, dove il terremoto semmai devastazione

non ha apportato, ma ha inflitto il terrore del buio e del tifone conradiano…

Giù le mani dall’ amarezza di un atollo di umanità, di persone vere, di carne ed anima

come Ischia, e se volete in cambio vi offriamo come preda per il vostro insulso razzismo

la sommatoria di tutti gli stadi di questo mondo, allo stesso prezzo…

Giù le mani da Ischia, voi che delle macerie delle umili case, dei materassi strappati, dei

laterizi crollati, dei cubi modesti edificati a rifugio di una vita di sacrificio, non avete rispetto….

Giù le mani da Ischia, dalla sua estate finita, con la gente che va via e vi avventate invece

infliggendo un dolore amplificato all’ ennesima potenza.

Giù le mani da Ischia, voi che non conoscete la sua storia e la sua risorta povertà, i

suoi contadini ed i suoi pescatori, i suoi inverni tanto più lunghi delle estati,

ed ancor più di questa 2017, finita ben prima che il suo tempo scadesse.

Giù le mani da Ischia, dalla sua gente che è andata a fare fortuna per il mondo un giorno peggiore,

in Australia, in Svizzera, in Germania, negli oceani – prima le petroliere senza luce, poi i traghetti,

poi le navi da crociera -, solo per tornare un giorno dall’ aurora

migliore: Raffaele, Sem, Antonio, Christian, Mario, Luigi…

Giù le mani, se non avete un’ oncia di rispetto, per la sua religiosità intima, per le

sue cento chiese – dal Crocifisso alla Chiesa del Soccorso, da Santa Restituta a Portosalvo,

a Santa Maria della Mercede a Santa Maria al Monte – che tante volte ed una ancora non

l’ hanno salvata, ma a cui pure da stanotte confideranno ancora la fede e la devozione.

Ma basta così. Gli ischitani hanno lo spirito del perdono, immenso come il dolore che

in certe occasioni anche una aspra natura ha inferto. Come nel nubifragio di un

recente febbraio, ricordiamo, ad Olmitello…

E basta così, allora. Noi vi aspettiamo, per offrirvi una ginestra dell’ Epomeo, a braccia aperte.

Acceteremo, come chi ha il cielo nel cuore, le vostre scuse. (E le tue per prima , ‘Sara’

del web, tu, nome biblico di santa, che aspettavi il Vesuvio su di noi. Ma ti sei

accontentata, amore di donna, di un terremoto).”

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