Il presidente del Consiglio Comunale di Ischia, Gianluca Trani, ha risposto con una dura nota alle accuse di Giosi Ferrandino, Gigi Di Vaia e Paolo Ferrandino.
Con vivo disappunto, stigmatizzo il contenuto della Sua nota del 3.12.2014, rilevando la assoluta gratuità e pretestuosità dell’addebito con la stessa surrettiziamente formulato, secondo cui, con riferimento alle richieste di convocazione del Consiglio da ultimo succedutesi, avrei sostanzialmente eluso i miei doveri di ufficio, in particolar modo e per quanto sia dato comprendere, per aver valutato la urgenza dell’argomento proposto senza averne titolarità e legittimazione. A tal proposito, segnalo che, in disparte il fatto che compete pur sempre al Presidente del Consiglio comunale un potere di delibazione sommaria delle richieste di convocazione, anche in rapporto ai requisiti della straordinarietà ed urgenza (restando, come è noto, riservato al Consiglio il potere di valutarne e di apprezzarne in concreto la fondatezza nel merito), la richiesta di convocazione in discussione è stata ritenuta irricevibile, come risulta incontrovertibilmente dalla corrispondenza intercorsa, sol perché manifestamente intempestiva, in quanto acquisita al protocollo generale comunale ben oltre il termine di 24 ore di cui all’art. 38 del regolamento comunale per il funzionamento del Consiglio comunale, e non anche perché mancante dei requisiti della straordinarietà e della urgenza.
Di tale deficit procedimentale, d’altronde, è pienamente consapevole la S.V. che nella precedente nota del 24.11.2014 ha avanzato sul punto una precisa subordinata, motivata con la esigenza di “ottimizzare ed economizzare i tempi dei lavori del Consiglio Comunale”, al fine di consentire di “valutare la possibilità di procedere ad una nuova convocazione del civico consesso per la data del 04.12.2014 …”. A ciò aggiungasi che, come a Sua conoscenza, nella seduta del 4.12.2014, regolarmente convocata, il Consiglio comunale ha comunque deliberato, manifestando a tal fine una univoca volontà in ordine alla trattazione dell’argomento, superando, in tal guisa, l’originario vizio genetico della richiesta di convocazione (lo si ripete: intempestiva). Al tempo stesso, non posso esimermi dal rappresentare alla S.V. che le mie reiterate doglianze in ordine alla mancata trasmissione in tempo utile della delibera di C.C. n. 32 del 17.10.2014 mi hanno impedito di compiere tutti gli atti connessi all’espletamento del mandato, con conseguente nocumento per l’interesse pubblico e violazione dell’art. 25 della legge n. 241/90 e del principio di buon andamento dei pubblici uffici di cui all’art. 97 Cost.. In conclusione, nel respingere ancora una volta e vibratamente ogni addebito ingiustamente a me rivolto, auspico per il futuro una leale cooperazione, scevra da condizionamenti strumentali e tatticismi pseudo politici, nello svolgimento della attività amministrativa, nel rispetto dei ruoli e delle reciproche prerogative istituzionali.”