Anna Lamonaca | Il motto di Gianni Sasso è sempre stato: “Usa quello che hai e realizza quello che vuoi”. Uomo dalle mille risorse, atleta straordinario, sportivo dei record, motivatore ed allenatore atletico, non smette mai di far parlare di sé infatti di recente ha realizzato una magica tripletta sfidando ogni pronostico e vincendo lo scudetto con il Vicenza. Tutt’ora oggi all’età di 50 anni detiene il titolo italiano in tre discipline sportive diverse. La sua è una vita a dir poco grandiosa, fatta di successi e traguardi raggiunti nello sport grazie alla sua forza d’animo, coraggio e resilienza. Lo abbiamo incontrato alla vigilia di questo ennesimo grande successo ed intervistato per voi:
“Quand’ero sul letto d’ospedale non accettavo di aver perso una gamba e di non poter diventare un calciatore di alto livello. Oggi ho raggiunto molte vette e traguardi che non mi sarei mai aspettato di ottenere, la mia soddisfazione più grande è che sono partito da quello che avevo, da una gamba e con questa unica gamba sono arrivato in alto, ho imparato a giocare a calcio, a correre, ad affrontare le paure, ho imparato a vivere questo ostacolo come forza su cui far leva, non in negativo, ma traendo da esso positività, sprono per abbattere le barriere e per vincere. Mi sono reinventato “per/e con” quello che avevo. Il passo fondamentale è stato continuare a fare quello che mi piaceva: nel momento in cui mi sono reso conto che era possibile, è scattata la consapevolezza che mi ha fatto andare oltre. Quando inizi a perseguire un obiettivo hai già vinto: provare a fare ciò che si desidera è il passo più importante da compiere”.
Sei riuscito a conseguire tre titoli italiani in tre discipline diverse, ma anche a diventare sport motivator: Cosa vuoi trasmettere agli altri? “Il mio messaggio è molto importante, consiste nell’avvicinare la gente all’attività motoria perché ho vissuto su di me la sua importanza. Lo sport mi ha consentito di entrare nel sociale. Esso è prevenzione, educazione di vita, socializzazione. Fa stare bene con sè stessi, aumenta l’autostima, fa cadere i limiti della mente. La droga migliore sul mercato è l’endorfina: non costa nulla, basta praticare attività motoria. Per il mio posizionamento e per quello che sono diventato posso trasmettere alla gente la motivazione ed il desiderio di voler cercare di vivere bene e di non pensare a quello che non si ha, ma impegnarsi a fare sempre meglio con quello che si ha. De Coubertin diceva che l’importante è partecipare. L’importante è esserci alla partenza, iniziare fare il primo passo, i ragazzi devono capire che non bisogna essere un super atleta per fare sport, ma bisogna essere soltanto un atleta ed una brava persona e questo è tutto. Consiglio vivamente di non porsi nessun limite nella vita, la cosa più importante è presentarsi alla partenza, iniziare a fare”.
A settembre 2014, hai vinto nel paratriathlon a Rimini…Raccontaci l’esperienza del tuo primo titolo: “Il titolo di Rimini fu un’enorme emozione. Ero reduce dal Mondiale di Londra dove avevo chiuso 8°, un risultato che mi aveva aperto le porte di Rio 2016. L’anno successivo, dopo il 9° posto al Mondiale in Canada che per me fu deludente, vinsi nel paratriathlon e posso dirti che quel titolo fu davvero un grande traguardo raggiunto”.
A giugno 2017 hai vinto il tricolore di paraciclismo a cronometro a Cuorgnè: un’altra lotta contro il tempo vinta…
“Reduce da Rio, volevo realizzare il record del mondo di maratona a Barcellona migliorando il mio precedente stabilito ad Amsterdam in 4h28’38”. L’avevo preparata benissimo, ma mi feci ingannare dalla mia esuberanza: la partenza sprint mi ingannò, causando il ritiro al 36° km. Al ritorno ero a pezzi, poi decisi di affrontare un’altra sfida e andai a Piacenza a preparare la cronometro che non pensavo di riuscire a vincere”.
La recente vittoria del campionato di calcio amputati con il Vicenza, ti va di raccontarci le emozioni? “L’anno scorso mancai alla finale, ero a New York. Quest’anno ho partecipato a tutto il torneo nonostante il Covid. Ho dato tutto me stesso insieme alla mia meravigliosa squadra ed abbiamo totalizzato un ottimo traguardo. Il prossimo anno ci attende la Champions League”.
Cosa c’è nel tuo prossimo futuro? “Il desiderio di migliorare il record del mondo di maratona, ma la cosa più importante è focalizzarci sulla vita e non su ciò che non abbiamo”.