Con Giovan Battista Castagna, ex sindaco di Casamicciola e attuale consigliere di minoranza, commentiamo quello che è stato il 2024 di Casamicciola e quello che sarà il 2025.
E’ stato approvato il Piano di Ricostruzione e sono state prese diverse decisioni correlate. Negli ultimi mesi, alcuni progetti hanno subito un’accelerazione, come la demolizione del Capricho e degli immobili a Piazza Maio. Qual è la sua opinione in merito?
«Abbiamo iniziato con il decreto Genova che ci ha fornito la possibilità di affrontare le problematiche evidenziate dal terremoto. È importante ricordare che il terremoto non ha solo distrutto le abitazioni, ma ha anche messo in luce una serie di problematiche accumulate negli ultimi 40 anni. Quando ho lasciato l’incarico quasi tre anni fa, avevamo già affrontato due ordinanze significative: le ordinanze 7 e 17. Quest’ultima era strutturata per affrontare le problematiche specifiche dei tre comuni colpiti dal terremoto, andando oltre quanto previsto dalla legge 130 del 2017. L’ordinanza 17 ha permesso di mettere in evidenza questioni come i condoni edilizi, la legittimità delle costruzioni e la mappatura sismica e idrogeologica del territorio, che non erano ben presenti in precedenza.
IL CASO CAPRICHO
«La mia Amministrazione ha ottenuto un finanziamento di quasi 3 milioni di euro per la ricostruzione del Capricho. Durante il Consiglio comunale abbiamo spiegato che la nostra intenzione era quella di ricostruire e ristrutturare e non di demolire. L’ultima relazione del commissario menziona la possibilità di demolizione per 1 milione di euro e una successiva ricostruzione in loco con altri fondi, arrivando a un totale di circa 3 milioni di euro. È necessario chiarire se l’Amministrazione abbia cambiato idea su questo punto, poiché potrebbe essere positivo. Era nostra convinzione che la struttura dovesse essere valorizzata e ristrutturata, essendo un importante patrimonio di Casamicciola e dell’intera isola. Le questioni legate alle demolizioni partono dall’ordinanza 8 del commissario. Sono emerse delle criticità riguardo a questo piano: su alcune questioni siamo d’accordo, mentre su altre no, in quanto vengono meno dei concetti che ribadiremo nel prossimo Consiglio comunale.
Era importante mettere nelle condizioni i cittadini di poter ricostruire in loco e questo diritto era sancito dalla legge, ma nella pratica non è stato garantito. Stiamo portando avanti altre questioni anche con il Governo, riconoscendo che il Governo di centrodestra ha fatto molto per i Comuni e per tutta l’isola, soprattutto dopo il disastro del novembre 2022. Siamo abituati a proporre soluzioni e affrontare problematiche, senza chiuderci, anche se siamo minoranza. Come parte di un partito al Governo, stiamo portando avanti iniziative per risolvere problemi noti, come la delocalizzazione forzata in aree a rischio idrogeologico. È necessario convincere i cittadini a delocalizzare in queste situazioni e stiamo affrontando questa questione in modo sistematico. Abbiamo valutato la situazione sull’isola e riscontrato che non ci sono molti fabbricati legittimi pronti per l’acquisto.
Nel piano di ricostruzione si parla di quasi 400 fabbricati, anche se questa cifra è variata più volte. In sostanza, i fabbricati disponibili sull’isola sono limitati. Per questo motivo, stiamo esplorando la possibilità di monetizzare il processo di delocalizzazione obbligatoria. Questo metodo potrebbe risultare più semplice e convincente per i cittadini, offrendo loro un assegno collegato all’acquisto di un fabbricato, fornendo così un supporto finanziario immediato. E questa potrebbe essere una scelta convincente dove c’è necessità di delocalizzare. Dove non è richiesta la delocalizzazione e sono state fatte scelte come l’invito di un architetto famoso, è importante che tutto si intrecci con il diritto dei cittadini a ricostruire. Non si può semplicemente liberare un’area e costruire qualcosa di esteticamente gradevole senza considerare i bisogni dei residenti. Non siamo noi a decidere su questi aspetti, ma è essenziale garantire ai cittadini il diritto di ricostruire in sicurezza. Oggi esistono tutte le tecnologie per realizzare edifici adeguati dal punto di vista sismico. Se necessario, lo Stato deve intervenire per mitigare il rischio idrogeologico; se questo non è possibile, allora si procederà con la delocalizzazione obbligatoria».
IL RITORNO DI GIOSI IN FORZA ITALIA
E’ il coordinatore di Forza Italia a Ischia e il “suo” ex sindaco, riannodando i nodi della politica di Casamicciola, Giosi Ferrandino, dopo aver provato Pd, Renzi e Calenda, adesso sembra che sia pronto a passare nuovamente a Forza Italia.
«Abbiamo intrapreso insieme il cammino politico. Negli anni ’90, dopo la Democrazia Cristiana siamo passati a Forza Italia. Io sono rimasto in Forza Italia perché condivido le idee del partito e mi trovo bene al suo interno. Anche durante i momenti difficili, quando eravamo in minoranza a livello nazionale, ho continuato a sostenere il partito. Oggi la situazione è migliorata e il partito è chiaramente in crescita. È evidente che ci sono ragioni personali dietro le scelte fatte da altri membri, e io non intendo criticare le decisioni di chi ha scelto un percorso diverso. Personalmente, continuerò a sostenere Forza Italia e scriverò un articolo di bentornato per coloro che rientrano. Non posso che accettare una persona che si iscrive di nuovo a un partito. L’organizzazione è aperta alla possibilità di riammettere persone che hanno lasciato per diverse ragioni. È nostra intenzione mantenere le porte aperte per discutere ogni questione che emerga. È evidente che chi ha avuto una lunga militanza nel corso degli ultimi trent’anni porterà con sé storie ed esperienze significative da valutare. Analogamente, coloro che oggi si uniscono all’organizzazione, contribuendo con un interessante bagaglio di esperienza politica, saranno considerati e accolti con attenzione».
IL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA
Un altro punto del 2024 che si concretizzerà nel 2025 è l’accordo per il Pio Monte della Misericordia, un dossier che conosce molto bene. Alla luce di quello che hanno comunicato, quali sono le sue valutazioni?
«Al momento sono positive, perché abbiamo lavorato molto e portato un accordo chiuso in Consiglio comunale. Tuttavia, si è fermato per vari motivi, nonostante fosse previsto un investimento di 50 milioni di euro da parte di un privato. Questo progetto avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità per Ischia, il Meridione e tutta l’Italia a livello turistico. Ora, grazie ai fondi statali, è stato acquistato per 4,5 milioni di euro più 1,5 milioni che il Comune deve restituire secondo una sentenza. Si tratta di un progetto di 6 milioni di euro, ma bisogna capire quale sarà il suo sviluppo. Ci sono molte idee e speriamo che non diventi un’area residenziale per evitare problemi paesaggistici e monumentali. Il complesso è fortemente vincolato e, dopo molti incontri con la Sovrintendenza al Pio Monte, arrivammo ad una soluzione progettuale portata in Consiglio comunale. Tuttavia, siamo ancora lontani da una soluzione definitiva. Ho sentito pareri favorevoli per le scuole, il che mi fa piacere. Dopo tre anni, il progetto approvato in Consiglio per il plesso Lembo alla Sentinella sembra pronto per l’inizio dei lavori. Speriamo si possa partire presto. Con le nostre scelte abbiamo evitato di smembrare il comprensivo Ibsen».
L’altro argomento che sicuramente va a cavallo tra il 2024 e il 2025 e che si intreccia con quelle che sono le normative nazionali è quello del porto. Nei giorni scorsi era stato convocato un Consiglio comunale che poi è stato revocato ufficialmente perché manca un segretario.
«La questione dei segretari tocca tutti i Comuni. Secondo me, è possibile svolgere il Consiglio comunale in base alle esigenze, contattando l’ufficio segreteria del prefetto. Siamo preoccupati per le proposte relative al porto che verranno presentate al Consiglio comunale. L’anno scorso il Governo ha prorogato le decisioni fino al 2027 per dare ai Comuni e alla Regione il tempo di gestire la situazione in modo graduale, evitando contenziosi con i privati. Ci preoccupa il rischio di uno scontro finale, specialmente nel caso del porto di Casamicciola. Rischiamo di creare contenziosi che potrebbero complicare il servizio.
È necessario invece sviluppare una sinergia con il settore privato. La concessione unica del 2008 ha portato a varie proroghe in questi 15 anni. Dobbiamo sfruttare questo tempo per mitigare le richieste private e trovare soluzioni conformi alle normative europee. Questa situazione ci preoccupa e ho invitato il Comune a discuterne. E’ importante sapere che il Comune era già indebitato con una massa debitoria di quasi 24 milioni di euro, principalmente dovuta a contenziosi. Siamo usciti dal pre-dissesto affrontando questo debito. Dobbiamo evitare che ne nascano altri in futuro, per non mettere nuovamente l’Ente in ginocchio finanziariamente».
MONETIZZARE LA DELOCALIZZAZIONE
Abbiamo parlato delle problematiche più rilevanti e non siamo scesi nello specifico, ma il braccio di ferro che va avanti tra Comando vigili e sindaco fa parte della naturale gestione di ogni amministrazione?
«Certi temi passano in secondo piano rispetto ad altri, cosa che dispiace. Nonostante vari comandanti abbiano fatto un buon lavoro, come il comandante Boccanfuso, è importante valorizzare le competenze locali. È come avere Messi nel vivaio e non farlo giocare in prima squadra: bisogna avere coraggio, che porta risparmio e tanti altri benefici. Le persone qualificate ci sono già e dovrebbero essere utilizzate al meglio. Nella pianta organica di Casamicciola ci sono persone capaci e stimate, indipendentemente dai colori politici, contano solo esperienza e qualità messe al servizio del paese. Ho sempre cercato di operare senza spendere troppo denaro, prestando attenzione al vivaio e ho trovato ottime persone che hanno portato avanti il servizio con dignità. Continuiamo su questa strada, rispettando sempre la legalità e la legge».
L’argomento più importante per cui le chiedo una valutazione da esperto e da tecnico è il Piano della Ricostruzione adottato dalla Regione Campania. Che idea si è fatto?
«Salvo imprevisti, finalmente teniamo questo Consiglio comunale. A luglio non sono stati convocati Consigli, non si sono considerate osservazioni, né si è ampliata la visione delle problematiche. Nei prossimi 60 giorni occorrerà lavorare per uno strumento più condiviso. Alcune decisioni sembrano imposte dall’alto anziché progettate dal basso, con attenzione ai problemi reali. Questo Piano presenta diverse situazioni che potrebbero risultare sfavorevoli per chi dovrà subirle. E uso il termine “subire” volutamente. In certe situazioni, praticare violenza non deve essere una pratica accettata da un Comune o una Regione. È importante portare gradualmente il cittadino a comprendere la necessità della delocalizzazione per motivi di sicurezza. Tuttavia, spesso si è contrari alla delocalizzazione obbligatoria solo per costruire nuovi servizi. Il numero di immobili da delocalizzare è significativo e il processo è complicato da questioni come il condono edilizio, poiché i fabbricati devono essere legittimati.
Sicuramente è difficile da realizzare. Il Piano prevede aree di atterraggio, una delle quali è il Pio Monte, che sarà la base principale. Ci saranno altre aree gialle a Forio, ma non c’è ancora niente di concreto. Bisogna capire cosa significhi costruire edilizia popolare. In cinque anni, dal 2017, abbiamo adottato molte ordinanze per permettere ai cittadini di legittimare e ricostruire, ma il tempo è tiranno. Oggi ci attende un salto nel buio. Un piano di questo tipo deve essere implementato in situazioni specifiche, altrimenti si rischia di lasciare i cittadini nell’incertezza non sapendo quanto tempo dovranno aspettare e cosa ne deriverà. Pertanto, la nostra osservazione e proposta prevede la monetizzazione immediata per garantire sicurezza al cittadino. Non è semplice, poiché ci sono numerosi ostacoli da superare a livello governativo. Tuttavia, permetterebbe ai cittadini di vedere rapidamente i benefici di una soluzione obbligatoria che si concretizzerebbe in breve tempo».
DELOCALIZZAZIONI E CONDONI
Qualcuno potrebbe dire che si sta riscrivendo Casamicciola, dall’altra parte qualcuno potrebbe affermare che c’è una furia demolitoria. Quanto è vera la prima ipotesi e quanto la seconda?
«La nostra posizione è quella di minoranza. Ho sempre creduto nell’importanza del lavoro di squadra piuttosto che nel contributo di singoli. Questo ha rappresentato per me un criterio valido per estendere la responsabilità a tutti. Nei casi in cui ci troviamo ad affrontare problemi significativi come quelli di Casamicciola, che storicamente non sono stati mai risolti da nessun politico, è necessaria una squadra. Un team composto da persone che prendono decisioni con consapevolezza e non solo per demolire perché, altrimenti, si passa dalla ricostruzione alla demolizione. Attualmente stiamo assistendo a poche delocalizzazioni, l’ultima delle quali è stata recentemente completata. Non possiamo essere sicuri del numero esatto, analizzando le concessioni del commissario.
Questo perché vi sono complesse problematiche alla base. È essenziale non prendere decisioni immediate riguardo la demolizione, ma anche trovare soluzioni adeguate. Per molti edifici abbiamo optato per il puntellamento garantendo la sicurezza dei cittadini e dei luoghi e, nel frattempo, molte persone hanno richiesto condoni poiché la percentuale di edifici da sanare è molto alta, sia in questa zona che a livello nazionale. Ciò ha permesso a coloro che potevano accedere ai terreni di riprendere in qualche modo la loro vita normale. Pertanto, questa soluzione non è stata del tutto negativa. Certamente, avremmo potuto decidere di demolire immediatamente gli edifici compromessi, ma tale scelta avrebbe portato a conseguenze complicate da gestire.
Il commissario ha provato a proteggere il diritto di chi viene demolito con un immobile da condonare, ma fino ad ora si sono demoliti solo i fabbricati legittimati. Una questione che si presenterà quando arriveremo ai fabbricati coperti dalla terza legge di condono e fino ad oggi non ce n’è una. Con l’ordinanza 17 provammo a metterci nelle condizioni di affrontarlo. Per esperienza e conoscenza ci sono molti condoni e molti fabbricati in sospeso, proprio perché coperti dal terzo condono, che devono essere delocalizzati. Il numero di fabbricati che si possono acquistare diminuisce e speriamo che la questione verrà affrontata così come noi abbiamo affrontato i vari problemi e oggi ci troviamo con molti decreti che sono stati emanati in virtù di tutto il lavoro che la mia Amministrazione in precedenza ha fatto».
I DOCUMENTI DISTRUTTI
Dall’attuale maggioranza vengono indirizzati fendenti a quello che era stato il passato. In qualche modo ha risuonato parecchio la storia del dirigente beccato a distruggere alcuni atti. La velata accusa a quelli di “prima” di non aver custodito l’archivio…
«Sull’accaduto è in corso un’indagine. Per quanto riguarda la custodia degli atti, posso affermare di aver sempre gestito la documentazione del Comune con attenzione; sono stato io a organizzare gli archivi storici, iniziando dal plesso Manzoni. Non sono al Comune da quasi tre anni e nel frattempo si è verificato un incendio al server e ci sono state diverse segnalazioni di vandalismo al Napoleon, denunciate sia dal commissario che dall’Amministrazione. Ritengo che queste problematiche dovessero essere affrontate con maggiore attenzione da chi è attualmente responsabile, anziché diffondere comunicati con foto che mostrano atti non custoditi. La responsabilità della gestione corrente ricade su chi è in carica ora, non su chi lo era tre anni fa. Quando si assume un incarico, è fondamentale migliorare la situazione esistente e prendersene pienamente carico.
La mia Amministrazione si è trovata ad affrontare una situazione imprevista rispetto al programma presentato alle elezioni di due anni prima con il Comune in pre-dissesto e senza fondi. Durante la notte del terremoto, l’unico furgone per le manutenzioni è stato distrutto. Qualcuno non ha capito cosa abbiamo passato. Uscivamo da una situazione davvero impressionante. Tuttavia, leggendo e ascoltando le persone, credo che poche abbiano compreso i momenti successivi al 21 agosto che hanno rivelato molte problematiche messe in evidenza dal terremoto».
Siamo ancora all’inizio dell’anno e ci prepariamo per il 2025. Cosa si aspetta?
«Il nostro primo obiettivo sarà il Piano di Ricostruzione. Successivamente, ci occuperemo delle questioni che stiamo già affrontando anche attraverso contatti governativi. Non dimentichiamo che prima del 2017 avevamo identificato diversi obiettivi per Casamicciola. Oggi abbiamo l’opportunità di ricevere maggiore attenzione dal Governo e di concretizzare queste iniziative. Una delle principali proposte riguarda lo sviluppo di un attracco crocieristico. In passato, furono investiti fondi per esplorare soluzioni per il porto di Casamicciola, che presenta caratteristiche adatte a tali progetti. Tuttavia, un’altra questione riguarda la vasca di colmata. Un involucro impermeabile che, se non interveniamo presto, potrebbe diventare pericoloso. Ci sono molte problematiche a Casamicciola, ma siamo determinati ad affrontarle con impegno e serietà».