LUCIANO CASTALDI | Lacco Ameno, l’isola, la terra, la santa, il mare. Quasi due millenni di storia, devozione, cultura, fede, bellezza. E da quasi due millenni spuntano nuovi e sorprendenti gigli sulla sabbia di San Montano e il popolo si veste elegante, scende in strada, da vita a cortei e processioni, suona, canta, festeggia. Chi non può in strada, fa festa a casa, con il pranzo delle grandi occasioni fissate nel diario della memoria collettiva, dei ricordi personali. Sono i giorni della Comunità. I giorni dell’orgoglio paesano e al contempo “cattolico”, cioè universale.
Perché in questo angolino di Mediterraneo sbarcò, per poi prendere il largo, un grande palpito che risuona, nonostante tutto, anche oggi. Che grida anche nel nostro contesto storico e culturale dominato da tanto secolarismo, materialismo ed egoismo. La Santa venuta dal mare restituisce così valore alle cose che contano, che non passano. La Santa, cui tutti gli isolani, e specialmente i lacchesi, sono carnalmente legati e riconoscenti, ci ricorda che “a nulla vale se l’uomo guadagna il mondo intero se poi…”.
La Santa, Lacco Ameno raccontano anche una grande storia di speranza, di bontà e di candore: quanti santi sono nati qui, davanti a questo Fungo, quante vocazioni al sacerdozio, quanta bellezza! I colori e i profumi del maggio lacchese ci ricordano che anche il più umile, il più lontano, quello che – forse – solo oggi entrerà in chiesa e si segnerà con la Croce, è amato ed è chiamato a salire “più su”, a diventare se non santo, almeno migliore. Bellezza del cattolicesimo popolare.
E, allora, rivediamoci in piazza. Semplicemente. Torniamo in chiesa. Anche se non ci entriamo mai. Persino se siamo di altra religione, credo o cultura, atei o agnostici o quel che volete. Torniamo piccoli. Torniamo alle semplici preghierine di quando eravamo bambini. Gioiamo con i suoni della banda. Alziamo gli occhi al cielo e riempiamo il nostro animo di stupore e meraviglia con i giochi luminosi dei fuochi d’artificio…. E se vogliamo completare il tutto in bellezza: partecipiamo alla Santa Messa, accostiamoci ai sacramenti. In questi giorni, a Lacco Ameno, c’è un giovane predicatore, don Damiano Cavallaro, “nel tempo giardiniere dell’eternità”. Chissà che non spuntino altri gigli sui nostri cuori spenti, aridi, grigi.