L’avvocato Gino Di Meglio è stato ospite della rubrica “l’indignato” del Tg di Canale 5 in merito alla vicenda, sempre aperta, delle demolizioni di abusi in seguito a sentenze passate in giudicato.
L’avvocato Di Meglio ha focalizzato la sua “indignazione” sulla pena accessoria della demolizione che, a differenza della sentenza penale di demolizione, non va in prescrizione. Una sorte di “condanna a morte” che, in uno stato che sappia fare i conti con il suo presente, non può essere più sostenuta.
«Credo che vada denunciata con forza – esordisce Gino in diretta TV – una discrasia tutta italiana. In sostanza, la Procura della Repubblica anche in questi giorni di Covid e quindi di gravissima difficoltà per la cittadinanza sta per mettere in esecuzione una serie di ordini di demolizione adottati a seguito di sentenze penali di condanna o del cosiddetto patteggiamento. La discrasia è che, in sostanza, l’ordine di demolizione non incontra alcun limite temporale, alcuna prescrizione. Ebbene il Pubblico Ministero invece può porre in esecuzione una sentenza di condanna alla demolizione anche a distanza di 30 anni come sta accadendo in questo periodo in Campania.
Credo che sia assolutamente necessario un intervento della politica che su questo tema – sottolinea con chiarezza ed efficacia il legale ischitano – , che riveste importanza sociale per l’enorme mole di abbattimenti che dovrebbero essere eseguiti con tutta una serie di conseguenze, è invece assente. Se non interviene il legislatore, se non interviene la politica con una modifica sostanziale di questo istituto della demolizione, naturalmente saremo costretti ancora ad assistere a persone che vengono buttate fuori di casa,interi nuclei familiari, a distanza di 30 anni dalla sentenza di condanna e costretti a trovare alloggi alternativi o di fortuna.»
Dopo la denuncia dell’avvocato Di Meglio, ecco il commento di Andrea Pamparana: «Avete capito bene, 30 o 40 anni fa alcune persone hanno costruito abusivamente .Il giudice ha condannato queste persone alla demolizione, ma il provvedimento è stato preso dalla Magistratura 30/40 anni dopo, questo perché in Italia la Giustizia è un sistema veloce. Non si tratta di ville, di seconde case, case vacanza a Ischia, nel caso specifico da dove ci parlava l’avvocato.
E’ un problema di tutta Italia. S tratta, semplicemente, del fatto che nella legislazione c’è un buco evidentemente. Si prescrive il reato, quello di abusivismo edilizio, ma non si prescrive la demolizione che viene ordinata 30 o 40 anni dopo in modo tale che queste persone, in molti casi persone anche con problemi economici e disagi,soprattutto in questo periodo di Covid, si trovano in mezzo alla strada. Cosa fare? Lo chiediamo alla politica – conclude – , alla Regione Campania e ai Parlamentari che dovrebbero occuparsi anche di questo.»