domenica, Settembre 8, 2024

Giorgia, il pàppice e la noce europea | #4WD

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Altro che uscire dalla stanza dei bottoni! Il voto contrario all’elezione di Ursula Von der Leyen rappresenta l’ennesimo atto di coerenza del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, che ancora una volta ha dimostrato di non dover necessariamente pendere dalle labbra della lobby UE che ad ogni costo vuole reiterare le proprie scelte fuori da ogni logica, a dispetto del risultato delle urne che ha detto ben altro.

L’Unione Europea a trazione franco-tedesca non mi è mai piaciuta e questo potrebbe essere un dato poco determinante, se non fosse che come me ha dimostrato di non gradirla la maggior parte dell’elettorato comunitario all’ultima competizione di giugno. Con tutta probabilità, il voler mettere bocca su ogni argomento con delle pretese allucinanti e contro ogni evidenza in campo ambientale, finanziario, strategico, militare, alimentare, produttivo, evolutivo e in qualsiasi altro settore in cui è possibile dettar legge e trarne indirettamente profitto, sebbene non abbia prodotto il feedback sperato in termini elettoralistici, è stato difeso a denti ancor più stretti in un contesto politico che sa di tutto tranne di quella coesione tanto voluta dai padri fondatori.

Giorgia Meloni oggi appare sconfitta solo agli occhi dei più superficiali e politicamente disattenti (per non dire incompetenti), che la tacciarono di essere una perdente anche quando, contrariamente alla linea comodamente filogovernista di molti alleati, in Italia preferì continuare a starsene coerentemente all’opposizione, anziché occupare poltrone solo temporaneamente comode ma che, nel tempo, avrebbero intaccato la sua posizione di leader tutta d’un pezzo e non adusa ai compromessi di palazzo.

Mi rendo conto che si tratta di decisioni che non ripagano nel breve termine, ma sono convinto che ancora una volta la Meloni abbia scelto la strada più giusta per consolidare la sua leadership e non solo in Italia, ma anche oltre i nostri confini, laddove un po’ tutti si sono resi conto che per ragionare con lei bisogna porsi ad armi pari e senza posizioni preconcette, altrimenti… non ce n’è per nessuno. 

E poiché nel panorama politico in circolazione, specie dopo quel che è accaduto a sinistra in Francia con i più diversi da sempre, resisi improvvisamente pronti e apparentemente simili a sopportarsi, pur di dar vita ad alleanze impossibili anche da imbastire e non far vincere l’avversario in netto vantaggio, è sempre più palese che il nostro Capo di Governo non soffra affatto la sindrome andreottiana della mancanza di potere. Piuttosto, come il “pàppice”, chiede tempo anche alla noce europea per “spertosarla” ben bene. E state tranquilli che prima o poi ci riesce!

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