ANNA FERMO | Non era dunque solo materiale elettorale l’offesa e l’attacco frontale ad una Leader di Destra che non ha mai nascosto i suoi ideali, chiarendo sempre ed a più riprese quanto fosse lontana anni luce dal fascismo di cui la si vuol a tutti i costi tacciare. Se le polemiche non si fermano e continuano, specie da parte di una certa sinistra mediatica che, chissà per quale tornaconto, ancora oggi, dinanzi tra l’altro ad un consenso elettorale espresso dalla maggioranza dei cittadini italiani nel pieno diritto delle proprie libertà di scelta, insiste con la propaganda di un ritorno al fascismo, alla fine dei diritti civili etc etc., deve per forza esserci qualcosa che davvero non va in questo sistema di fare e dare informazioni oggettive e corrette alla gente. E’ quasi come se non avendo sortito effetti in piena campagna elettorale con le stesse argomentazioni, oggi si volesse ottusamente, a tutti i costi, perseguire, palesando tuttavia nient’altro che un aperto contrasto con la scelta del corpo elettorale nella sua maggioranza piena. Un qualcosa di inaudito!
Ripeto, qual è il fine? Si vorrebbe anche questa volta, nonostante maggioranze parlamentari chiare e nette, riproporre quanto avvenuto nel 2018? Con la definizione di più governi nessuno dei quali rappresentanti le scelte dei cittadini? Il timore mio è che ci stiamo davvero abituando un po’ troppo a veder disintegrare le nostre scelte politico-amministrative e dunque quelle riferite ai nostri rappresentanti ai livelli più alti delle nostre istituzioni. Vadano bene le opinioni, ma il monopolio della informazione posta al servizio di chi è contro chi ha vinto le elezioni legittimamente, no, non si può affatto tollerare.
Questo si che è un attacco serio alla democrazia!
Se devo dirlo chiaramente, a me Giorgia Meloni non fa affatto paura e non capisco tra l’altro perché dovrebbe! Mi spaventa piuttosto chi è capace di riesumare il ventennio fascista come se fosse oggi possibile, nella nostra società attuale riviverne il pericolo, così come mi spaventano quelli che usano parole come resistenza senza averne alcuna contezza storica, mi spaventa senz’altro di più l’incompetenza politica cui abbiamo assistito con i Cinquestelle al governo e non solo, così come il populismo di Salvini per carità.
La verità è che non è affatto accettabile, a mio modesto avviso, che ci venga puntualmente propinata l’idea di una Destra capace di guardare solo ed esclusivamente indietro nel tempo quando poi, in realtà, chi è rimasto ad inizio XX secolo è solo una certa politica di sinistra ed una certa informazione mediatica, chiaramente sempre di sinistra. Lo trovo un errore imperdonabile, specie per un Centro sinistra, che non poteva poi che trovarsi annientato in questa ultima competizione elettorale, proprio per questo motivo. Come si è potuto incentrare l’intera campagna elettorale su un attacco del genere da rivolgere all’avversario? Ma davvero si pensava che gli Italiani ci avrebbero creduto?
Come qualcuno di sinistra, facendo mea culpa, ha asserito, “oggi anche in Italia stanno crescendo embrioni di una Destra moderna ed europea, mentre restano al palo varie frange di una Sinistra “capace di guardare solo indietro nel tempo”, anche io, personalmente, concordo con lo stesso quando dice anche questo: “credo che un governo di Destra a trazione meloniana non sia un dramma nazionale che ci porterà fuori dall’Europa, che darà spazio alla Mafia, che porterà l’economia nazionale in default, che farà esplodere la corruzione, ecc. Al contrario, visto con quanto sospetto FdI viene visto da mezza Europa, probabilmente Giorgia farà il possibile per dimostrarsi moderata, riformista e credibile”, ed aggiungerei, “riuscendoci”.
Il silenzio l’ha applicato per mesi Mario Draghi, assurto a palazzo Chigi. Ha lasciato parlare, ha ascoltato, ha taciuto. Ha tenuto conto di tutto, sempre ben attento, prima di lasciarsi andare ad un’intervista, che infatti è giunta solo dopo mesi. Ebbene, Giorgia Meloni sta agendo allo stesso modo: “ha fatto del silenzio il proprio regime di questi primi giorni post elettorali, in cui si comporta come una presidente del Consiglio designata su base popolare in attesa di svolgimenti istituzionali che richiedono settimane”. Appare sobria, riservata, sta evitando errori non offrendo tra l’altro pretesti per rinnovati attacchi mediatici da ventennio fascista, sia nazionali sia esteri ed i media continuano tuttavia a dare sfogo alle proprie elucubrazioni con sue molto teoriche dichiarazioni fra virgolette, che alla lettura non le sono però attribuibili.
I raffronti tornano sempre a suo favore nel pieno apprezzamento degli elettori.
Va detto che non c’è stato alcun tifo da stadio per la vittoria, “nessun corteo, nessuna sarabanda, nessuna bandiera, nessuna sfilata”. E poi c’è un dato di fatto incontrovertibile: la presidente nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, riceverà l’incarico di formare un nuovo governo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non fosse altro per la dote che porta con sé, l’inequivocabile affermazione del suo partito alle recenti elezioni politiche, con oltre il 26 per cento dei consensi,quale primo partito del Paese. La vittoria di Fratelli d’Italia, in coalizione con la Lega, Forza Italia e Noi moderati, la si deve anche al certosino lavoro di conquista dei consensi portato avanti proprio da lei, unica donna in Italia a capo di una formazione politica. Ed allora, chi è la donna che guida il primo partito italiano e che potrebbe ricoprire per la prima volta l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri, cioè che guiderà il prossimo governo italiano?
Come tutti i media non stanno mancando di fare, anche noi facciamo un po’ di biografia di Giorgia Meloni.
Classe 1977, politica e giornalista professionista. Giorgia Meloni si diplomata al liceo linguistico e si è affacciata alla politica italiana a vent’anni, nel 1996, quando ha cominciato la militanza nel partito di Alleanza nazionale in qualità di responsabile del movimento studentesco. Nel giro di due anni diventa consigliera provinciale di Roma, per poi diventare dirigente nazionale e presidente di Azione giovani, l’organizzazione giovanile di Alleanza nazionale, confluita poi nella Giovane Italia nel periodo in cui il centrodestra, formato da Alleanza nazionale e Forza Italia, si unisce nel partito del Popolo della libertà. Diventa poi deputata nel 2006 e nel 2008 ministro della Gioventù in uno dei governi guidati da Silvio Berlusconi. Dopo la fine dell’esperienza del Popolo della libertà, mentre il partito di Berlusconi torna a vivere, cioè Forza Italia, Alleanza nazionale sparisce e Meloni approfitta del vuoto partitico nella destra per fondare nel 2012, insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto, il partito di Fratelli d’Italia.
Nel 2016 si è candida a sindaco di Roma insieme alla Lega nord, poi Lega. Poi la storia recente: alle elezioni politiche del 2018 Fratelli d’Italia si presenta con la coalizione di centrodestra, risultando il terzo partito dello schieramento dopo Forza Italia e Lega, ottenendo oltre il 4 per cento dei voti. In questa legislatura diventa l’unico partito di opposizione al governo guidato da Mario Draghi. Questa opposizione ha portato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia a essere, in tutti i sondaggi, la politica e il partito più popolare in Italia. Il resto è attualità. Per il futuro premier il nostro paese deve “tornare ad avere un ruolo da protagonista in ambito energetico, promuovendo la sostenibilità ambientale e, al contempo, diminuendo i costi energetici per imprese, enti locali e famiglie”. Si propone il “contrasto alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas per contenere l’importo delle bollette energetiche”.
E in tema di clima, propone di “aggiornare e rendere operativo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, e di “combattere la siccità e l’inquinamento delle nostre acque e, al contempo, ripulire fiumi e laghi. Salvare il mare e il litorale, proteggendoli dall’erosione costiera, bonificando coste e fondali da rifiuti ed ecomostri”. Vuole “giocare un ruolo attivo e propositivo nei prossimi mesi in Europa durante i negoziati del pacchetto Fit for 55, con l’obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale e produttivo nazionale”. E ancora “piantare alberi per realizzare vere e proprie ‘cinture verdi’ nelle città e promuovere la creazione, o il rifacimento, di giardini, orti urbani, parchi, boschi e riserve naturali da dare in gestione alle associazioni e in adozione alle scuole”.
In tema di diritti, il documento programmatico per le elezioni del 25 settembre non cita i temi della cittadinanza, del fine vita e sulla cannabis, mentre in tema di immigrazione dispone la difesa dei confini nazionali ed europei, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi. Gli hotspot, gestiti dall’Unione europea, andranno creati nei territori extra-europei così da valutare le richieste d’asilo e distribuzione equa solo degli aventi diritto nei 27 Paesi membri, quello che viene chiamato blocco navale. Si prospetta “il contrasto alle attività delle ong che favoriscono l’immigrazione clandestina” e la “massima intransigenza contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e integralismo islamico”. Per quanto concerne i diritti lgbtqi+ e i diritti delle donne, propone il “contrasto a ogni discriminazione basata sulle scelte sessuali e sentimentali delle persone” e il mantenimento della legge sulle unioni civili. Allo stesso tempo viene fissato il divieto di adozioni omogenitoriali e la lotta a ogni forma di maternità surrogata.
Per la parità di genere sostiene che l’impegno è per il contrasto al divario retributivo tra uomini e donne e alla pink tax, “l’odiosa pratica di applicare prezzi più elevati ai prodotti destinati alle donne”. Giorgia Meloni immagina misure di sostegno a percorsi di emancipazione dagli stereotipi culturali che vedono la donna in condizione di subalternità. Secondo la stessa, la legge Codice rosso sulla violenza domestica e di genere deve essere aggiornata e rafforzata, mentre sull’aborto si parla di “garantire piena applicazione della Legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione”. Propone poi un inasprimento delle pene per matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili. Quanto verrà fatto e quanto disatteso nel corso del mandato che la Meloni si appresta ad avviare non ci è dato ancora saperlo, ci servirà solo vederla all’opera e chiaramente, temere che poi non si riveli in grado di guidarci fuori da guado in cui siamo come è accaduto a tutti quanti l’hanno preceduta!
Tutti vedono lo spettro di un eventuale riesumazione del periodo fascista con giorgia meloni, ma nessuno vede le porcherie che ogni giorno vengono perpetrate in danno di tanti italiani da soggetti che sono nelle istituzioni, tipo i tribunali, dove si vendono al miglior offerente le disgrazie della gente con la complicità di tutto il sistema giudiziario. Mio padre ha vissuto il periodo fascista, ma mi ha sempre detto che mussolini è stato venduto dagli stessi italiani. Mussolini ha commesso un grande errore ad allearsi con hitler, ma non dimentichiamo che tante leggi e tante opere sono ancora attuali nel nostro mondo. Con mussolini, quando un azienda aveva dipendenti, la stessa doveva comunicare le ore di lavoro effettuate e i dipendenti del regime effettuavano i conteggi con il rischio di perdere il posto se commettevano errori.
Mi auguro che giorgia meloni possa seguire l’esempio americano, in cui chi si macchia di reati nella pubblica amministrazione deve essere perseguito in modo serio e condannato a molti anni di galera, salvo che mattarella non decida dall’alto della sua preoccupazione di conferire l’incarico della formazione del governo a qualche altro partito.