Un chiaro messaggio subliminale. Giosi Ferrandino usa Facebook. Nessun messaggio sulle luminarie di Natale o sulla nuova giunta: problemi che non sembrano riguardarlo da vicino. Piuttosto, la lingua batte dove il dente duole. E il sindaco di Ischia, pur non esplicitandolo, pare rivedersi in Filippo Penati, già presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009 in quota Pd. Uno che, come da link condiviso sulla bacheca, «era accusato di corruzione e finanziamento illecito dei partiti ed è stato assolto perché il fatto non sussiste. Ed intanto la sua carriera politica è stata brutalmente scontrata e la sua immagine privata devastata dai reati che non ha commesso. Il nostro è un Paese su misura per furbi, ladri, delinquenti e doppi moralisti, dove le persone perbene invece finiscono in veri e propri gironi infernali».
Parole non sue, ma che evidentemente il sindaco di Ischia condivide. Di più: considera perfettamente calzante con la sua, di situazione. Benché, nel caso del primo cittadino sotto processo con l’accusa di corruzione nell’affaire della metanizzazione di Ischia, la partita giudiziaria sia tutta da giocare.
Ma Giosi, che professa la sua piena innocenza, ha già sottolineato come ritiene di essere finito in una sorta di tritacarne, non soltanto mediatico. E va da sé che la sua carriera politica sia ad oggi profondamente compromessa da quella vicenda, che lo condusse al carcere di Poggioreale tra i titoloni di tutti i giornali nazionali: primo dei non eletti in odore di Parlamento europeo in quota Pd, in manette per una tangentopoli all’ischitana. Il tempo stabilirà le sue eventuali colpe, ma oggi Ferrandino gioca d’anticipo: sentendosi un po’ Penati. Dal canto suo, l’ex presidente della Provincia di Milano ha tirato un sospiro di sollievo: «Con questa sentenza si è messa fine ad un’ingiustizia durata quattro anni e mezzo». E ancora: «Esce pulita la mia immagine di amministratore ed è stata restituita la mia onorabilità».
Del resto, lo aveva preceduto qualche ora prima Lello Montuori: «Peccato che in questo Paese al rovescio le assoluzioni con formula piena passino quasi in sordina, mentre le misure cautelari meritino l’apertura di tutti i TG. La colpa non è della Giustizia. Mi spiace dirlo. Ma è dei giornalisti. Di molti giornalisti».
pasrai
PECCATO PER LUI CHE OGNI CASO (giudiziario o meno) FACCIA STORIA A SE’. Quanto alla custodia cautelare, se da tanto fastidio ( secondo me da fastidio solo a certi personaggi stipendiati che credono sempre di sapere tutto, oltre che a certi politicanti spesso beccati con le mani nella marmellata), propongano ai loro referenti politici in parlamento di abolirla; il problema qual è?
Il metano ti dà una mano.. e anche qualcos’altro…
Stai a vedere che ne esce anche lui come il classico lenzuolo bianco, che entra in lavatrice sporco e ne esce bianco e profumato senza macchia e senza…..
Sarebbe troppo bello se l’assoluzione di uno si estendesse anche ad un altro. Noi gli auguriamo tutte le fortune, ma almeno liberino lui e i suoi sodali vecchi e nuovi gli scranni di via iasolino. Penso che 8 anni e mezzo di amministrazione siano abbastanza per loro, ma soprattutto per noi. Purtroppo dopo di loro solo macerie.