Resto garantista. Anche in questo caso credo che la magistratura dovrà dimostrare le colpe e che i gestori dell’Hotel Le Querce dovranno dimostrare la loro innocenza. “Fumus persecutionis” o meno, il sequestro di per se, l’ombra del maxi abuso o del piccolo abuso ha superato il limite del “troppo pieno” e inizia a trasbordare.
Giosi Ferrandino non può più continuare. Non può continuare a restare a galla, nonostante abbia le spalle larghe, nonostante l’esperienza di marzo con l’arresto e l’effetto mediatico, oggi è arrivato il tempo di gettare la spugna. Di battere tre volte la mano sul tappeto e far terminare il match.
Una tripla partita, quella del sindaco di Ischia che non può continuare ad andare in onda. Una partita che deve smettere soprattutto per lui.
Sono convinto che il sequestro di questa mattina, nell’aria da diverso tempo, sia la recrudescenza della magistratura successiva alla revoca delle dimissioni. Non c’è prova, non c’è uno straccio di prova che sostenga quello che ho appena scritto, ma è solo frutto di un semplice ragionamento logico.
Non voglio entrare nel merito del sequestro, delle motivazioni che hanno spinto i finanzieri del Tenente Paolo Aiello sia ad indagare che a completare “l’opera” con il sequestro (lo scopriremo nei prossimi giorni) né mi va di approfondire gli aspetti legali, sempre che lo siano, con la gestione del finanziamento oggi ci limitiamo a ragionare sull’aspetto morale della vicenda. E la vicenda morale, con tutta la consapevolezza che viviamo in uno Stato di diritto e che si è colpevoli dopo il terzo grado di giudizio, oggi dice “Giosi, premi off”.
Sì, il tasto della vita politica. Il tasto dell’essere sindaco. Il tasto dello stare sotto i riflettori. Ora è venuto il tempo di spegnere la giostra e di scendere giù.
Sono sempre convinto che il peggior sindaco sia migliore del più bravo commissario prefettizio ma oggi Giosi Ferrandino non è più nelle condizioni di fare il sindaco e, volendo immaginare, solo per un attimo, che ci troviamo davanti a clamorosi errori giudiziari, allo stesso modo è venuto il tempo di spegnere tutto e di scendere dalla giostra.
E’ arrivato il tempo delle dimissioni da primo cittadino. E’ arrivato il tempo di spegnere i riflettori sulla sua persona, sul suo ruolo politico, sulla sua amministrazione e far calare le attenzioni di tutti. Se vuole, continuerà a fare la politica, ma da libero cittadino, senza la necessità e la responsabilità di rappresentare una cittadinanza intera.
I risultati come amministrazione sono deludenti. La questione politica è arenata su giochi di potere da quattro soldi. I suoi consiglieri comunali sono arroccati sulle posizioni più comode sapendo che il “Re è nudo” e che più di tanto non può fare. Anzi, sono lì pronti a capire come farlo cadere.
Siamo arrivati alla parola “fine”. Ed è da maturi rendersene conto.
Non sappiamo quali siano le osservazioni che i Finanzieri hanno sollevato. Abbiamo la testa piena di tanti si “dice”, ma con i “si dice” non si va da nessuna parte. La misura è piena. Le ombre su Giosi Sindaco, ora sono troppe e sono grandi. Bisogna rendersi conto che si è arrivati alla fine della corsa. E scendere.
Infatti la misura è colma! Politicamente si è ucciso con le sue stesse mani e per questo non merita alcuna pietà!
Paradossalmente potrebbe recuperare un pò della dignità completamente perduta, proprio attraverso il gesto che chiede il direttore: le DIMISSIONI.
Lo deve fare per lui,ma soprattutto per il bene del Paese che pure Lui ha sempre dichiarato di amare.
Ogni cosa ha un inizio e una fine: si dedichi al lavoro e alla famiglia e certamente ne trarrà vantaggi e qualche motivo di riscatto!
Tenga conto che i resti dei consiglieri comunali che gli chiedono di non mollare,lo fanno solo per salvaguardare i loro beceri interessi clientelari e non certo perchè lo stimano.
Mi fa piacere, Gaetano, che tu abbia cambiato idea in merito.Personalmente avrei auspicato che Ferrandino non avesse mai revocato le dimissioni.La sua ostinazione a rimanere in sella non ha portato molto di buono.
Geppy, prendo solo atto di quello che avviene e credo che la firma sotto alle dimissioni apposta in Carcere debba essere vista nella particolarità della circostanza. Oggi siamo in una situazione diversa.
E’ tutto vero. Ma per certe azioni servono gli attributi, altro che Vinavil.
Non si capirebbe l’ostinazione a restare attaccato alla poltrona ( peraltro senza far nulla per il paese, lasciato completamente allo sbando e senza guida) se non ci fossero altri interessi da perseguire. Dobbiamo per forza pensare questo. Dimettersi ora consentirebbe almeno di avere un’amministrazione a maggio.Il paese non potrebbe reggere un’agonia che si prolunghi sino a maggio 2017