Nessuna gara, nessun bando. Come già accaduto con la gestione del porto, anche il trasporto scolastico viene ora riacquisito dal Comune di Casamicciola Terme e consegnato, senza esitazioni, alla propria partecipata in house, la “Azienda Multiservizi Casamicciola S.r.l.”. Un ritorno al passato che sa tanto di resa dei conti, più che di reale razionalizzazione amministrativa.
Con la determinazione numero 194 del 1° aprile, l’amministrazione ha formalizzato l’affidamento diretto del servizio di scuolabus per l’anno scolastico 2025/2026 alla AMCa s.r.l., controllata interamente dall’Ente. Un’operazione che, al di là dei tecnicismi normativi e dei richiami ai disastri naturali che hanno colpito il territorio, rientra ormai in un più ampio disegno: riportare tutto “in casa”. Ma se la narrazione ufficiale parla di economia e continuità amministrativa, a Casamicciola in molti leggono un messaggio diverso: il Comune taglia fuori i privati e si tiene strette tutte le leve del potere operativo. Il sospetto, mai troppo velato, è che si tratti anche – e soprattutto – di vendette politiche.
La AMCa, infatti, è una creatura dell’amministrazione comunale, controllata al 100% dal Comune stesso, che ne nomina dirigenti e revisori, e alla quale affida senza gare servizi strategici, proprio come la gestione del porto turistico affidato a “Mr 400 euro al mese” – caso già finito sotto i riflettori – e ora anche lo scuolabus. In cambio di 102.480 euro, comprensivi di autisti, assistenti e manutenzione (si apre la stagione di altre assunzioni interinali?), la società userà i mezzi comunali per trasportare gli alunni delle scuole dell’obbligo. Mezzi che già conosce bene: lo stesso scuolabus Mercedes-Benz, targato EF100NL, le era stato concesso in comodato anche in passato.
L’operazione viene giustificata richiamando gli eventi sismici e franosi che hanno messo in ginocchio il paese negli ultimi anni, e la necessità di mantenere un servizio essenziale per i residenti, soprattutto dopo lo sfollamento di diverse famiglie. Tuttavia, l’assenza di una qualunque procedura comparativa per valutare offerte alternative solleva interrogativi non solo economici, ma anche etici. Perché affidare tutto sempre alla stessa società, ovvero quella comunale o sue partecipate? E perché in un momento storico in cui si invoca trasparenza, il Comune decide di procedere in autonomia, tagliando fuori ogni forma di concorrenza?
Non è la prima volta che la gestione Giosi Ferrandino (già parlamentare europeo) viene accusata di accentrare e controllare ogni aspetto amministrativo. Dopo anni di commissariamenti, emergenze e sgretolamento della fiducia istituzionale, l’attuale assetto appare sempre più come una riedizione della vecchia Casamicciola a gestione unitaria, dove tutto passa da un’unica regia. Una scelta che, forse, sarà efficace sul breve periodo, ma che solleva dubbi sulla reale apertura dell’amministrazione al pluralismo e al controllo democratico.
Così, mentre si promette efficienza e razionalizzazione, quello che traspare è un modello in cui si decide tutto senza contraddittorio, dove le società partecipate diventano strumenti di governo più che di servizio. E lo scuolabus – oggi come il porto – non è più solo un mezzo di trasporto: è un simbolo, l’ennesimo tassello di una partita politica che ha poco a che vedere con la didattica e molto con il potere.