Sarà bastato solo guardarlo in cagnesco per ridurlo a cuccia? O forse, pur lasciandolo crogiolare nella sua poltrona da poco più di mille euro al mese escluso bonus-Vittoria (ops, scusate la maiuscola) e qualche vetrinetta di poco conto, non è stato calcolato (per dirla elegantemente) neppure di striscio? Comunque sia andata, ancora una volta le scelte recenti di Giosi Ferrandino in materia di polizia municipale, delega detenuta a tutti gli effetti dal buon Giosuè Mazzella, non hanno riguardato nemmeno un pochino l’Assessore di riferimento, rivestendo carattere assolutamente direzionale da parte del primo cittadino.
Dai casini del traffico di Ischia Ponte (estesi gioco forza a tante altre zone del territorio comunale) fino al posto auto del parroco di Sant’Antuono e alla successiva esautorazione del Comandante Pugliese, si arriva ad oggi, dopo la task force Bernasconi-Arcamone coadiuvata da un paio di “saggi del corpo”, alla scelta di un uomo di garanzia come Lello Montuori. Una decisione, questa, che ha preso senz’altro spunto dal fatto che Giosi Ferrandino, resosi conto di aver accelerato troppo contro l’ex Comandante vista la debolezza delle motivazioni del caso, lo ha portato ad una ricucitura che salvasse la faccia ad entrambi. Una soluzione pro bono pacis, quella dell’attuale dirigente amministrativo di Via Iasolino, che (lo sappiamo con certezza) Giosi ha affidato a quella che oggi è senza dubbio l’unica persona in Amministrazione di cui si fida ciecamente e dalla quale (forse a ragion veduta) accetta consigli, cioè Paolo Ferrandino. Peccato che la cosa sia riuscita a metà, in quanto il Comandante silurato (Pugliese –ndr-), convocato ieri per ricevere la soluzione messa a punto per lui (cioè diventare il ghost chief di Montuori a Palazzo D’Ambra), si è (giustamente) lamentato che la notizia era già in prima pagina sul nostro Quotidiano mentre lui ancora non la conosceva. Cose che capitano per colpa di chi ignora, pensando di fare le cose in gran segreto, che quelli come noi (lasciatecelo dire) ricevono solo notizie di prima mano.
E in tutto questo, Giosuè che parte fa? La cosa sembra non importargli affatto, noncurante della possibilità di vedersi affibbiare il ruolo di pupazziello nelle mani del Sindaco (come dire: “E’ già tanto che conservi la carica, stai al tuo posto e taci!”) che forse, a rigor di logica, bene avrebbe fatto a togliergli la delega prima di assumere certe decisioni. Oppure quello di silente complice di una serie di scelte che, tenuto conto della sua totale mancanza di prese di posizione, gli attribuiscono la più totale assenza di peso politico ed amministrativo in seno a questa Giunta ed alla stessa Amministrazione.
Alla fine, proprio come nei Promessi Sposi di manzoniana memoria, il Giosuè “Don Abbondio” ha dovuto prima fare da cuscinetto alle reazioni dei vari “Renzo” dei vari masaniello di Ischia Ponte contro l’intransigente chiusura al traffico del centro storico, passando (proprio come il pavido Parroco di paese dopo l’ordine dei Bravi che quel matrimonio “non s’ha da fare”) per il cattivo della situazione, per poi assistere impotente all’azione riparatrice del “Cardinal Federigo Borromeo” Paolo Ferrandino, abile nel riuscire a convertire “L’innominato” Giosi Ferrandino e rimettere ordine in questa intricata vicenda di palazzo.
E proprio come nello splendido romanzo che tutti abbiamo studiato a scuola, il povero Giosuè, come Don Abbondio, resterà per gli Ischitani una piccola, insulsa comparsa priva di qualsiasi spessore e tutt’altro che difficile da dimenticare. Le pagine del Dispari invece, stampate ed on line, resteranno. A futura memoria, i Lettori posero!