venerdì, Novembre 1, 2024

Giovanni Martusciello: “Alleno la squadra della città che amo, è un sogno che si avvera”

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E’ il nuovo allenatore dell’Empoli ed ha un grande cuore ischitano. Parliamo di Giovanni Martusciello che ha rilasciato una interessante intervista al Tirreno, ripresa anche da empolichannel.it
Giovanni Martusciello ha parlato stamani sulle pagine del Tirreno. Il “bello guaglione” lo ha fatto già da allenatore dell’Empoli, anche se per l’ufficialità bisognerà attendere ancora qualche ora.
«E’ una follia degna di me e degna dell’Empoli. Forse è davvero un rischio quello che ho accettato di correre dando la mia disponibilità, ma è anche vero che nella vita il rischio maggiore forse è proprio quello di non rischiare».
Infatti la domanda d’obbligo è: ma chi gliel’ha fatto fare?
«Ed è una domanda alla quale neanche io, oggi, saprei rispondere. Fino a qualche tempo fa non avrei mai pensato di diventare l’allenatore dell’Empoli, ma soprattutto durante questa stagione qualcosa è cambiato dentro di me. E quando il presidente Corsi mi ha chiesto se me la sentivo ho detto subito sì. E convinto di farlo».
Non la spaventano neanche un po’ le nuove responsabilità?
«No, per niente. Perché da questo punto di vista non cambierà nulla. Forse la percezione che si ha dell’esterno, ma io le responsabilità in questi anni me lo sono sempre prese e me le sono sempre sentite addosso. Quindi l’approccio, almeno sotto questo profilo, non sarà diverso dalla scorsa stagione o anche due anni fa».
Però sarà costantemente sotto i riflettori…
«In molti mi aspetteranno al varco, lo so. Ma per diventare un allenatore c’è bisogno di fare l’allenatore. E mi sento pronto».
Una lucida follia, insomma.
«Forse si può dire anche così. Diciamo che oggi mi sento lucido e sereno. Ma soprattutto molto, molto felice».
Motivo principale?
«Alleno la squadra della città che amo. Di quella che è diventata mia e dove ho scelto di vivere. È un sogno che si avvera».
Eppure questa scelta potrebbe cambiarle la vita.
«Lo so. Che vada male o bene potrebbe portarmi via da Empoli, da casa. Cerco di non pensarci, però, Perché ho già lasciato una volta da giocatore (nel 1999, ndr) ed è stato l’errore più grosso della mia vita. Scelsi i soldi, quella volta, e il giorno dopo mi ero già pentito».
Perché, secondo lei, l’Empoli ha scelto Martusciello?
«Per dare continuità al lavoro degli ultimi anni. Quello iniziato da Sarri e proseguito da Giampaolo. Ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con entrambi e ora sono pronto a provarci da solo. O meglio in prima persona, perché chi pensa di fare le cose da solo, nel calcio, non va da nessuna parte».
Di cosa avrà bisogno?
«Per prima cosa della disponibilità dei ragazzi. Dei giocatori. Un tecnico può avere le idee migliori, ma serve la convinzione e l’applicazione di chi deve metterle in pratica per riuscire a trasformarle in qualcosa di concreto. E questo aspetto, non lo nego, mi ha aiutato ad accettare».
Cioè?
«Sapere che questo gruppo è sempre stato disponibile al massimo. È successo con Sarri e con Giampaolo e così continuerà ad essere. Cambieranno molti giocatori, è vero, ma la conferma di molti elementi mi consente di sapere bene con che tipo di gruppo avrò a che fare. Il resto lo faranno le scelte del direttore Carli e del team manager Accardi: sanno meglio di me quali sono i giocatori da Empoli».
[empolichannel.it]

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