domenica, Settembre 8, 2024

Giovanni Pirovano: “Alle banche serve il rapporto umano. La prossima sfida è la moneta euro digitale”

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Il signor Doris era appassionato di tecnologia, e credeva che il mondo avrebbe seguito una nuova strada guidata dalla digitalizzazione. Tuttavia, come ripeto spesso, è necessario integrare questo fenomeno con la presenza costante di un rapporto umano, di un consulente finanziario accanto al cliente, perché il cliente può fare da solo le cose semplici, ma per le cose più rilevanti ha bisogno di avere un punto di riferimento sicuro di cui si fida” Una banca sociale per sostentere i non bancabili con l’aiuto della fondazioni anticamorra

Diamo il benvenuto a Ischia al Presidente di Banca Mediolanum, dottor Giovanni Pirovano, per illustrare l’inaugurazione di un ufficio finanziario. Mentre molti attori del settore bancario e finanziario si allontanano dai territori per puntare sul digitale, ho l’impressione che Mediolanum sia ancora fedele al suo principio originale “Una banca costruita intorno a te” con l’inconfondibile Ennio Doris, che tracciava il cerchio intorno al cliente. Questa è ancora la vostra strategia?
Proprio così. Il signor Doris era appassionato di tecnologia, e credeva che il mondo avrebbe seguito una nuova strada guidata dalla digitalizzazione. Tuttavia, come ripeto spesso, è necessario integrare questo fenomeno con la presenza costante di un rapporto umano, di un consulente finanziario accanto al cliente, perché il cliente può fare da solo le cose semplici, ma per le cose più rilevanti ha bisogno di avere un punto di riferimento sicuro di cui si fida. Questo è un po’ il ruolo del consulente finanziario che il signor Doris ha definito il “family banker”.

Family banker, appunto. Mediolanum vuole essere presente in una realtà molto particolare, l’isola d’Ischia che, pur essendo di piccole dimensioni, ospita molte realtà, con alcune imprese anche rilevanti, ma dove, tuttavia, esiste anche il rovescio della medaglia, cioè molte famiglie e piccole aziende che hanno delle diversità. Qual è la ragione che ha spinto a concludere l’investimento e a inaugurare una sede fisica qui sull’isola di Ischia?
“Il motivo per cui abbiamo iniziato questa collaborazione è stato l’incontro con il dottor Paolo Impagliazzo, un grande manager che ha scelto una nuova carriera con Banca Mediolanum e che è stato sostenuto dalla Banca in questo progetto. Grazie a lui, abbiamo fatto progressi enormi. Oggi Banca Mediolanum è una realtà importante sull’isola per tutte le categorie di clienti: imprenditori, famiglie, risparmiatori, pensionati. Oggi, Banca Mediolanum, in questa sede di prestigio, manterrà e anzi rafforzerà la sua immagine e la sua offerta, continuando ad essere un punto di riferimento”.

Nell’annunciare l’apertura di questo ufficio, avete detto che ci saranno sei family banker, e comunque la Campania è una zona dove Banca Mediolanum investe molto, sia nel personale che nelle strutture.
“Banca Mediolanum conta oggi sei consulenti finanziari nell’isola d’Ischia, ma il nostro obiettivo è di aumentare il nostro gruppo di family banker e speriamo di arrivare a sette, otto, nove o anche dieci persone tra qualche anno. C’è la possibilità di crescere e questo vuole essere un invito a chi è interessato alla nostra carriera. Siamo disponibili a parlare con chi vorrebbe unirsi a noi. Banca Mediolanum sta crescendo molto anche in Campania e la nostra offerta si rivolge alle famiglie, ma anche agli imprenditori e alle loro attività.”
Volevo anche parlare con lei di un aspetto che ho apprezzato della sua banca, da quello che ho letto, cioè l’attenzione sociale che dimostra. Ho letto delle convenzioni che avete siglato in Campania con alcune fondazioni diocesane ed interdiocesane per contrastare l’usura e la camorra. Le chiedo questo perché nella nostra isola, pur avendo noi come giornale segnalato alcuni casi di camorra e di usura, questi fenomeni sono ancora circoscritti, ma soprattutto dopo il Covid abbiamo realizzato che ci sono molte famiglie in difficoltà. E parliamo di tante persone che non hanno accesso al credito per vari motivi e non solo per l’usura ma perché è cambiata la vita. Mi sembra di capire che anche su questo fronte stiate lavorando con la vostra banca.

“Banca Mediolanum è una banca diffusa in tutta Italia e ha avviato un progetto che coinvolge tutto il paese, in collaborazione con le fondazioni antiusura sostenute dalla Chiesa Cattolica attraverso le diocesi o, come a Napoli, attraverso i Gesuiti. Pertanto, a Napoli e in tutta la Campania opera la Fondazione Beato San Giuseppe Moscati. Proprio ieri parlavo con il dottor Impagliazzo che mi proponeva, e io concordo con lui, di poter estendere anche una presenza diretta della Fondazione San Giuseppe Moscati sull’isola tramite le strutture della Diocesi”.
Perché Banca Mediolanum ha deciso di fare questa alleanza con le fondazioni antiusura?
“In questo modo c’è una partecipazione attiva. Queste persone vogliono essere capite, ascoltate e soprattutto coinvolte in un piano di ripresa. Tutto questo non può farlo solo la banca. La banca fornisce il credito, apre il conto corrente a queste persone che non avevano più accesso al sistema bancario. Prima, però, serve questa collaborazione con queste fondazioni dove ci sono dei volontari che si mettono a fianco, ascoltano e fanno un progetto per risolvere il passato e avviare una nuova fase. Qui entra in gioco Banca Mediolanum. Questa è un po’ la strada che abbiamo e che stiamo seguendo in tutte le regioni italiane con numeri sempre più alti. Questa è un’iniziativa in cui la famiglia Doris, prima il signor Ennio Doris e ora anche il figlio Marco, oggi amministratore delegato della banca, in cui crede molto”

Prima di tornare a Banca Mediolanum, le vorrei fare qualche domanda come Membro del Comitato di Presidenza ABI con deleghe a Innovazione e Sostenibilità. In questi anni, anche se ci concentriamo sul Covid, come è evoluta la relazione degli italiani con gli istituti di credito e in generale con le banche?
“La pandemia di Covid ha spinto i clienti bancari a digitalizzarsi e le banche sono state, forse, il settore che più ha contribuito a rendere gli italiani più digitali perché quando si usa la banca con un’app, non si sta giocando o cercando una notizia, ma si sta accedendo alla propria cassaforte per controllare la propria posizione e operare. Quindi lo si fa con molta attenzione. Credo che tutte le banche offrano un buon servizio, ma questo non basta. Non basta perché come abbiamo detto all’inizio della nostra conversazione, il cliente anche se dispone di tutte le informazioni online, ha bisogno di una relazione umana. Si consideri l’età della persona. Non si può pretendere che una persona di settant’anni “si scarichi l’app e prenoti l’appuntamento”. Bisogna andare a casa del cliente, aiutarlo a scaricare l’app, insegnargli come accedere alla banca, ma poi restare sempre a disposizione del cliente per qualsiasi evenienza. Anche quando vede tutte le informazioni, ha comunque bisogno di una filiale. C’è sempre qualche motivo per cui si deve consultare il consulente finanziario. Questo è un po’ il miglioramento che le banche devono ancora fare. Ma so che tutte le banche stanno lavorando in questa direzione. C’è chi è più avanti come Banca Mediolanum e chi deve ancora avanzare, perché la digitalizzazione da sola non è abbastanza”.

Le volevo fare una domanda da responsabile dell’innovazione presso la direzione ABI. Verso quale obiettivo stiamo andando? Quale sarà la prossima tappa dopo l’app? Cosa ci aspettiamo?
“Ci aspettano molte sfide. Penso ad esempio che, dopo le elezioni europee, una delle prime decisioni del Parlamento e della Commissione Europea sarà approvare l’euro digitale. Sarà una grande novità perché ogni italiano potrà avere, insieme ai contanti, una moneta virtuale, proprio digitale, e per questo bisognerà capire chi farà da intermediario tra il risparmiatore e la banca. L’euro digitale sarà un euro della Banca Centrale Europea. Chi lo collegherà al portafoglio elettronico dei risparmiatori italiani? Saranno le banche, quindi questo è un grande progresso perché le banche italiane devono cercare di creare una infrastruttura europea dei pagamenti valida per tutti. Noi usiamo le carte di credito come Visa o Mastercard, ma non ne abbiamo una italiana. Per contrastare la prima banca americana per capitalizzazione abbiamo bisogno di mettere insieme dodici banche europee. Abbiamo proprio bisogno di creare un sistema bancario europeo perché solo così potremmo competere con i giganti. E oggi i giganti sono l’America, la Cina e l’India che non hanno interesse alla crescita dell’Europa. Dobbiamo spingere per il completamento dell’Unione Bancaria Europea che quest’anno a novembre festeggerà i primi dieci anni. Abbiamo tutti l’euro, c’è la vigilanza della Banca Centrale Europea su tutte le banche e Banca Mediolanum è tra le prime 100 banche in Europa, ma questo non basta. Dobbiamo completare l’Unione bancaria europea con un sistema unico di garanzia sui depositi, un sistema unico di salvataggio delle banche. Allora sì, potremmo dire che l’Unione bancaria europea è completa. Questo, per noi italiani, è molto importante”.

Per concludere questa chiacchierata, avete inaugurato la vostra deve essere in posto particolare dell’isola, nel Borgo di Celsa ad Ischia Ponte. Le piace Ischia?
Questa mattina, appena arrivato, ho fatto una passeggiata lungo Corso Vittorio Colonna perché a Milano abito in Via Vittoria Colonna. Questa coincidenza mi ha colpito, ho visto anche un po’ la storia di questa poetessa e il suo apporto alla nostra cultura italiana e mi è piaciuta questa idea, così come mi è piaciuta la natura di Ischia. Questa mattina ammiravo i giardini fioriti, il mare e sono felicissimo di questa nuova inaugurazione, proprio di fronte al palazzo vescovile di Ischia. Un posto più illustre non si poteva trovare. Credo che ci siano tutte le condizioni per una forte crescita di Banca Mediolanum e non so cos’altro augurare ai miei colleghi, al dottor Impagliazzo e a tutti gli altri collaboratori che operano in questa sede. Invito tutti gli ischitani a venire a conoscerci e a visitarci, questa è una casa sempre aperta e qui troveranno sempre un nostro consulente pronto ad aiutarli”.

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