mercoledì, Aprile 16, 2025

Giustizia negata a Ischia: avvocati in rivolta, tribunali fermi il 3 aprile

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Ieri gli avvocati napoletani si sono astenuti per difendere la comunità ischitana dallo “scippo”

Si è tenuta ieri un’assemblea che ha segnato un momento di rottura forte e deciso: l’intera classe forense napoletana ha incrociato le braccia, astenendosi dalle udienze civili e penali presso il Tribunale di Napoli, per protestare contro la decisione – definita “irragionevole e dannosa” – della Presidenza del Tribunale di Napoli di trasferire presso la sede centrale le udienze penali che fino ad ora si tenevano nella Sezione Distaccata di Ischia.

Una manifestazione senza precedenti, forte, carica di indignazione e consapevole della sua portata storica. Non solo per l’adesione massiccia, ma perché rappresenta una linea di frattura netta con una gestione della giustizia ritenuta fallimentare. Una protesta che va ben oltre la piazza: già nei giorni scorsi, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di Napoli, insieme ai sindaci dell’isola, ha impugnato al TAR i decreti della Presidente del Tribunale, Elisabetta Garzo.

Durante l’assemblea – tenutasi nelle affollatissime Sale Metafora e Girardi del Nuovo Palazzo di Giustizia – i toni sono stati duri. Al centro del dibattito, le gravi disfunzioni che affliggono il sistema giudiziario, aggravate da anni di carenze di personale, strutture fatiscenti e decisioni amministrative che, secondo gli avvocati, stanno minando le fondamenta stesse della giustizia, in particolare nei territori più fragili come Ischia.

Oltre alla chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Napoli Nord, è stato lo smantellamento delle udienze penali di Ischia a scatenare la rabbia della categoria. La vicenda è emblematica: la mancata nomina di un giudice togato per l’isola ha portato, nonostante le numerose sollecitazioni del COA, a un sistema di rinvii che penalizza tutti. Le udienze ischitane vengono ora spostate a Napoli e rinviate dai giudici onorari, mentre il giudice togato, che le dovrebbe celebrare, è costretto a rinviare le proprie udienze partenopee. Il risultato? Un disastro: rallentamenti a catena, costi aumentati per cittadini e operatori del diritto, e una giustizia sempre più lontana dai territori che dovrebbe servire.
Durante l’assemblea sono intervenuti anche numerosi avvocati ischitani, tra cui Alberto Morelli (presidente dell’Assoforense Ischia), Giuseppe Di Meglio, Michele Calise e Stefano Pettorino. Tutti hanno ribadito la necessità di una linea dura e la volontà di proseguire la battaglia non solo per il ripristino immediato delle udienze del giovedì sull’isola, ma anche per la definitiva stabilizzazione della sede del Tribunale di Ischia.

“È inaccettabile che si chiudano presìdi di legalità per mancanza di personale. Questo è il simbolo del fallimento totale dello Stato, del Governo e di chi amministra la giustizia”, ha tuonato il presidente del COA, Avv. Carmine Foreste. E ha rilanciato: “Non ci fermeremo finché non verrà ripristinato il rispetto per i territori e per i cittadini”.

Il messaggio lanciato ieri dall’avvocatura napoletana è inequivocabile: senza giustizia non c’è civiltà. E senza risorse, la giustizia muore. Ora la responsabilità è nelle mani del Governo, chiamato ad agire immediatamente per evitare il collasso definitivo di un sistema che, in molte realtà come Ischia, è già ridotto al lumicino.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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