Nuovo giro, nuova corsa. E, ancora una volta, a tenere salde le redini è il sindaco Giosi Ferrandino. Con la delibera di Giunta n. 34 del 31 marzo 2025, il Comune ha varato una riorganizzazione complessiva degli uffici e delle aree amministrative. Un’operazione che, nelle intenzioni ufficiali, punta ad “accrescere i livelli qualitativi e quantitativi dei servizi” e a “massimizzare i risultati”. Ma che, nella sostanza, rafforza il controllo diretto dell’amministrazione su settori strategici e conferma l’accentramento come cifra distintiva dell’attuale gestione politica.
Il provvedimento, approvato all’unanimità dalla Giunta, rivede l’intera struttura dell’Ente, spostando uffici e competenze tra le nove aree in cui è suddiviso il Comune. Tra i passaggi più significativi, quello che riguarda il Demanio, che passa dall’Urbanistica alla ridenominata Area VII “Manutentiva – Patrimonio – Demanio”, così come lo spostamento del SUAP e dell’Ufficio Società Partecipate, entrambi inseriti nella medesima Area. Insomma: patrimonio, porto, attività produttive e società partecipate finiscono tutte sotto lo stesso cappello.
A rendere ancora più evidente il disegno strategico, è la collocazione degli uffici chiave in settori direttamente collegati alla macchina gestionale degli appalti, dei servizi e del demanio marittimo. Con questa mossa, il Comune centralizza – di fatto – il controllo su ambiti ad alta densità decisionale, con ampie possibilità di incidere non solo sul piano organizzativo, ma anche su quello politico.

Non manca chi, negli ambienti locali, legge tra le righe una volontà più profonda: concentrare il potere operativo in vista di una stagione di assegnazioni, affidamenti e gestione diretta delle leve strategiche del territorio, dopo anni di instabilità post-sisma e post-frana. Non a caso, nelle ultime settimane, si è già visto un ritorno alla gestione in house del porto e del trasporto scolastico, quest’ultimo assegnato alla partecipata AMCa s.r.l., controllata dal Comune. Ora, con questa riorganizzazione, Ferrandino disegna un nuovo assetto degli uffici, stabilendo che ogni precedente disposizione venga superata e sostituita da quanto approvato dalla Giunta.
Un cambio netto, con effetto immediato, che rimescola le carte e ridisegna le competenze interne. Nessuna apertura al confronto politico esterno, nessun passaggio in Consiglio Comunale. Tutto resta nelle stanze della Giunta, dove si decide a porte chiuse e a ranghi compatti. Il tutto, si legge nei documenti ufficiali, avverrà “nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità”.
Ma l’impressione è che questa sia soprattutto una manovra per blindare il comando, rafforzare il perimetro dell’esecutivo e posizionare nei punti nevralgici del Comune i settori a più alta influenza gestionale. Per chi ancora aveva dubbi, questa delibera li spazza via: Casamicciola è tornata nelle mani del suo sindaco più riconoscibile, e ogni scelta amministrativa sembra parlare la lingua del controllo pieno e diretto. Nel frattempo, i cittadini osservano. Alcuni apprezzano la solidità decisionale, altri cominciano a chiedersi se non si stia esagerando. In un Comune così segnato dalle emergenze, il rischio è che la tanto invocata “efficienza” si trasformi, lentamente, in governo senza contrappeso. E, da qui, il passo verso un’amministrazione opaca è più breve di quanto sembri.