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Guai a chi tocca Jannik. E ora… forza Lollo! |#4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 10 luglio 2024

Questo succede quanto ci si affretta a idolatrare un ragazzo di quasi ventitré anni, giunto a disputare Wimbledon da numero uno al mondo e, in quanto tale, ritenuto in condizioni, se non in dovere, di dimostrarsi invincibile. E invece, eccolo Jannik Sinner in tutta la sua umanità, normalità, semplicità: è fatto di carne ed ossa anche lui. E giocare a ritmi come quelli sostenuti dalla vittoria di Halle ai quarti di finale dell’ultimo slam di stagione sull’erba londinese può tranquillamente mettere a nudo la stanchezza e il limite naturale di un pur grandissimo atleta, costretto a cedere il passo ad un altro illustre collega che, esattamente come lui, aveva tutte le carte in regola per provare a vincere e, nel caso specifico, approdare in semifinale per il secondo anno di fila.

Sorrido al pensiero di quegli opinionisti sportivi che adesso, pur di dire la loro, stanno sostenendo che se Daniil Medvedev non avesse vinto oggi contro Sinner, probabilmente non ci sarebbe mai più riuscito. Si tratta di un’affermazione del tutto pretestuosa e priva, a mio giudizio, di alcun fondamento sia teorico sia pratico. Il tennis è definito notoriamente lo sport del diavolo e specialmente a quei livelli la sorpresa e l’imprevisto sono dietro l’angolo. E Medvedev ha tenuto duro, evitando di mollare anche dopo il mancato set point nel primo set e dopo il recupero insperato di Sinner con il sonoro 6-2 al quarto set.

Io sono convintissimo che questa sconfitta farà bene a Jannik, perché potrà aiutarlo non poco a consolidare una leadership fatta di tanta umiltà, impegno e voglia di crescere che questo ragazzo altoatesino ha saputo dimostrare fino a questo momento. E proprio perché il tennis italiano non ci aveva mai dato, prima d’ora, l’occasione di seguire un campione tutto nostro di tale calibro, riuscito in concomitanza con i campionati europei di calcio a ottenere un’indicizzazione personale sul web di gran lunga superiore a quella di tanti illustri protagonisti comunitari del pallone, nessuno provi a sminuirne le gesta o a denigrarlo in alcun modo. 

Oggi, intanto, occhi puntati verso i teleschermi su Lorenzo Musetti e il suo storico quarto di finale contro Taylor Fritz. Sono convinto che la finale persa al Queens il mese scorso contro Tommy Paul abbia insegnato molto a Lollo e chissà che proprio lui, nella sua storica altalenanza tra prestazioni di altissimo livello e delusioni cocenti, non riesca a toglierci i cosiddetti schiaffi dalla faccia e a mantenere un altro italiano, numero venticinque al mondo, tra i semifinalisti di Wimbledon. 

Il sogno, cari amici, potrebbe anche continuare. Viva il tennis!

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