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Per mettere in ordine il mondo, prima di tutto dobbiamo mettere in ordine i nostri cuori. Confucio

Psicologicamente del dott. Enzo Sarnelli | Le nazioni rappresentano i cittadini di ogni Stato e i sentimenti delle persone che le abitano. I rapporti di vicinanza con gli altri Stati non sono sempre facili da regolare e possibili modificazioni governative tendono a generare stati d’animo disfunzionali che alimentano idee inumane. In queste condizioni, bisognerebbe autoregolarsi e stare su se stessi per evitare movimenti irrazionali e perdita delle capacità relazionali.

La storia di vita di ognuno di noi nasce in un posto sicuro, l’utero materno; in cui si cristallizza il seme della vita. In natura, il maschio o la femmina provvedono a garantire la sicurezza dei piccoli costruendo il nido, che accoglierà l’evento più importante del ciclo di vita; la nascita. Per l’essere umano, la famiglia può rappresentare quel posto abbastanza idoneo, per far germogliare la vita, per tracciare la strutturazione e poi la formazione di nuovi significati relazionali, che nutrono le caratteristiche motivazionali umane. Un complesso sistema classificato come “causalità-circolare” che tenderà ad influenzare i vissuti emozionali all’interno del gruppo. Molto dipende dai suoi adulti di riferimento; i genitori e dalle loro esperienze di vita, da ciò che hanno conosciuto, ma anche da ciò che loro fuggono. Da come loro hanno, o non hanno elaborato le informazioni meta cognitive all’interno dei modelli di interazione interpersonali.

E’ qui che ha inizio “la trasmissione delle informazioni intrapsichiche”, e nel qui ed ora tra un “io ed un tu” che ha luogo il passaggio dei pattern relazionali nel sistema familiare. Una sorta di imprinting-generazionale, che fidelizzerà i membri all’interno del nucleo familiare, grazie al forte legame-riconoscimento che si viene a creare tra le parti. Fino a quando tutto procede bene, la comunità si sente forte, ma quando le avversità della vita bussano senza preavviso, ognuno dei partecipanti deve fare i conti con le proprie risorse. In questa nuova prospettiva, ogni figlio-individuo sarà posto difronte alle sue ombre, a quei lati oscuri che non conosce, a zone forse inesplorate. Quel nido sicuro, se è stato in grado di trasmettere modelli relazionali sicuri e positivi, attiverà risposte con soluzioni adattive.

Se l’ambiente in cui sono nati, ha permesso loro di esplorare e di spingersi oltre il confine riconosciuto come familiare, favorirà l’identificazione con i comportamenti sani e autentici consolidando risposte altamente funzionali. Sarà importante comprendere l’insieme; ovvero il quadro nella sua piena interezza, passando attraverso il contatto con quelle piccole parti che hanno strutturato il tutto. Analizzando lo sfondo, per arrivare ad incontrare chi c’è dietro la persona, i significati che motivano i comportamenti umani e divengono l’obiettivo sociale nelle azioni personali.

L’uomo è divenuto una sorta di equilibrista, trovandosi in situazioni al limite tra ragione e sentimento. Ma il solo desiderare non basta, c’è bisogno di un’atto forte, la volontà individuale, che nasca dall’interazione di due fattori essenziali; la consapevolezza e la responsabilità dell’adulto. Queste caratteristiche fanno percepire l’individuo nella sua “comfort-zone”; spazio di sicurezza e di piena efficacia personale, luoghi che nutrono la mente relazionale nei tanti contesti esistenziali. Il nido abbastanza sicuro, per ogni essere vivente assume il significato dell’inizio; un trampolino di lancio per ciò che deve ancora accadere, ma che potenzialmente è già davanti ai nostri occhi.

Per altri, il nido simboleggerà un ricordo difficile da accettare, un’esperienza forse traumatica che fino a quando non sarà elaborata, continuerà ad interferire con il qui ed ora. Quando il passato è difficile da accettare diviene impossibile ricordarlo, inoltre, influenza il presente in modalità disfunzionale, bloccando il soggetto in una sorte di spirale senza uscita che tende a demotivare le azioni del quotidiano. Le cause vanno ricercate nella storia di ogni individuo, nei vissuti personali, in quelle assenze disfunzionali, che caratterizzeranno la personalità individuale. Quando nasciamo, da subito, impattiamo con il mondo convenzionale che ci vuole simili l’uno all’altro, omologanti per non alterare troppo il sistema, ciò è impossibile perché siamo tutti diversi, siamo esseri unici e irripetibili.

Confucio ci esorta a privilegiare la cura delle nostre esistenze, a coltivare il giardino che alberga in noi e a prestare meno attenzioni alle apparenze, che tendono a confondere i sensi e a perdere il contatto con la propria umanità. Inferno o paradiso? Molto dipende da come siamo fatti geneticamente, dall’imprinting ricevuto, e quali esperienze abbiamo privilegiato lungo l’esistenza. Ma la grande novità del nostro secolo è che oggi siamo in grado di poter cambiare rotta, realizzando un vero e proprio “miracolo esistenziale”. Come si fa? Esistono diverse modalità per “rinascere-consapevolmente” una è quella di ringraziare i propri genitori per il dono della vita ricevuta. Poi, volgendo lo sguardo oltre la geografia familiare, assumendosi la piena responsabilità di una vita tutta da scoprire, in divenire, con gli occhi dell’adulto consapevole delle sue nuove scelte. Aprendosi, senza alzare muri, all’autenticità dell’essere pensante e capace di emozionarsi difronte alla bellezza della propria vita.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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