domenica, Novembre 24, 2024

I “nuovi poveri” alle prese con i costi di lettini e ombrelloni. Il mare non bagna il ceto medio

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Roberto Schioppa| Che strana estate…Il caldo non è il solo dannato protagonista di questa stagione. I giornali combattano una battaglia mediatica sui prezzi dei lidi sparando cifre folli, vantandosi di alzare sempre più il tiro. Chi parla di stabilimenti sorrentini con cifre a tre zeri, chi di lidi pugliesi che costano come lo stipendio medio di un insegnante, insomma un trionfo di prezzi che farebbero storcere il naso a chi crede ancora nella giustizia sociale. Il potere di acquisto dei salari è ai minimi termini, al punto da generare nel Governo soluzioni a protezione di chi rappresenta, con il lavoro ed i versamenti, il nerbo del gettito fiscale italiano.

Oggi una famiglia piccolo borghese… ha enormi difficoltà per accedere al mare; alla visione del listino ombrellone-lettino i mancamenti potrebbero essere notevoli. Un nucleo monoreddito dovrebbe fare un finanziamento per godersi 5 giorni di spiaggia, uno a doppio potrebbe al massimo godersi 7 giorni. Insomma un trend generalizzato in una nazione che accetta che un libero professionista dichiari meno di un impiegato di quarto livello, che i ristoratori siano fermi alla dichiarazione redditi dei tempi del Covid, sebbene noleggino motoscafi per un mese. Questa la radiografia di un Pase assurdo che abbandona il ceto medio, sempre più povero e coccola imprenditori e professionisti che si nascondono al fisco ma poi acquistano auto di lusso e sfrecciano su yacht superaccessoriati. La navigazione da diporto è lo specchio di questi tempi, un mercato in costante crescita in una nazione sempre più povera.

Perché meravigliarsi se l’accesso al mare è diventato un lusso, in una nazione che fa del turismo la sua arma migliore, bagnata dal Mediterraneo, con tante spiagge bellissime, vedere la maggior parte dei connazionali fare salti mortali per una settimana sul lettino non è che una sconfitta. Il mare non bagna…il ceto medio, solo chi può nascondersi al fisco o chi guadagna tanto può accedere con tranquillità in lidi dove ogni cosa è proibita, dal cane al cibo.

Ischia, mia terra di vacanza, non fa eccezione: per due lettini ed un ombrellone non si paga meno di 35 euro, e siamo ancora bassi. Parametrando su una settimana parliamo di 250 euro, quasi un quarto dello stipendio medio di un impiegato. Fate i conti voi per capire che in questa caldissima estate a defluire non è solo il sudore che versiamo nelle notti insonni, ma quello che abbiamo versato per anni di lavoro e contributi che ci condannano ad ammirare lidi e spiagge di lusso dal buco della serratura.

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