Non sono gli hotel di Chef Bruno Barbieri e neanche i ristoranti di Alessandro Borghese, ma sono gli allenatori del Dispari. O meglio, sono due allenatori sopravvissuti a questo torneo di Eccellenza e due ex allenatori di questo campionato tutto ancora da scrivere e vivere: Buonocore, Monti, Baratto e Criscuolo.
Quatto storie che si intrecciano con le storie di Ischia Calcio e Real Forio.
Il primo, Giovanni Baratto, è stato esonerato dal Pomigliano Calcio, insieme al diesse Dino Nardiello e tutto lo staff tecnico dopo il 5-2 rimediato contro l’Ischia. Un’Ischia amara davvero amara per l’ex “direttore” dello stadio Gobbato almeno fino allo scorso 2 ottobre.
Come Baratto, dopo l’impatto con un’isolana, questa volta il Real Forio, fa i conti Mister Vincenzo Criscuolo. Sei partite per lasciare la panchina ed essere esonerato nella giornata in cui, a rischio esonero, c’era anche l’allenatore dell’altra panchina, Billone Monti.
“L’A.S.D. AC Sant’Antonio Abate 1971 – si legge nel post pubblicato ieri mattina- comunica di aver interrotto il rapporto lavorativo con mister Vincenzo Criscuolo. Il club augura all’uomo ed all’allenatore le migliori fortune per il futuro e lo ringrazia per quanto fatto in questa stagione calcistica e nella passata. Nelle prossime ore verrà annunciato il nuovo tecnico che siederà sulla panchina giallorossa già dal ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia”
Il quarto allenatore di questo nostro viaggio sulle panchine è Enrico Buonocore. Il regista dell’inutile assedio di Massa Lubrense deve interrogarsi molto di più. E anche le motivazioni “capita a chi gioca a calcio” non regge. La gara di sabato del Cerulli ha mostrato un problema, caratteristico, di questa Ischia. Un’Ischia con una potenza di fuoco modello Russia sulla carta ma che, poi, arriva con i carrarmati che si fermano sulla neve dell’Ucraina, per fare un parallelo moderno ai tempi che corrono.
La crisi d’attacco che soffre l’Ischia Calcio, nonostante la prima posizione in classifica e nonostante tre calciatori ad occupare le prime posizioni della classifica dei capicannonieri di Eccellenza, è più che un campanello d’allarme: ora è emergenza.
Per fare un piccolo riassunto del disastro d’attacco di Massa Lubrense mettiamo in evidenza il tiro del centrocampista Matute parato da Borrelli, il palo del centrocampista Davide Trofa dalla distanza che si stampa sul palo. E, ancora, l’errore dall’attaccante argentino sul finire del primo tempo al 43′ su servizio di Pesce. Il tutto contando il destro di Simonetti che si infrange sull’esterno della rete e il gol annullato a Scalzone per fuorigioco.
Ma di questa emergenza ischitana ne avevamo già a parlato e lo avevamo evidenziato qualche giorno prima di Massa Lubrense-Ischia.
Diciassette marcature nel Girone A di Eccellenze, sette in Coppa Italia di categoria: un totale di ventiquattro reti in dieci partite disputate, per una media di oltre due gol a match. Il primato attuale dell’Ischia in classifica si riflette nelle statistiche del reparto offensivo.
Miglior attacco del campionato, con un distacco di tre lunghezze sul Pompei a quota quattordici finalizzazioni. Riferimenti importanti per i gialloblù che, tuttavia, hanno qualcosa da recriminare. Malgrado numeri di rilievo per quanto concerne il parco avanzato, con una manita al Pomigliano e triplette rifilate a Savoia e Albanova, la squadra di Enrico Buonocore pecca in un aspetto: la mancata lucidità in area di rigore in alcune circostanze. Circostanza che poi è venuta fuori in maniera evidente dopo la gara di sabato.
A certificarlo è sia l’assedio infruttuoso del Cerulli sia la mole di gioco costruita.
E se quando vinci, tutto passa, quando perdi, invece, la cartina tornasole ti restituisce il test negativo.
Contro il Givova Capri Anacapri sono passati come episodi secondari le imprecisioni individuali degli attaccanti grazie al gol del difensore Florio. Padin ne ha steccate quattro, Simonetti un’altra. Se ci aggiungiamo le iniziative Mattera e Scalzone, la somma complessiva è di almeno cinque palle gol nitide che gli isolani non hanno sfruttato.
La diagnosi per Buonocore è chiara: “abbiamo fatto sceglie sbagliate nel finale dell’azione” e, ancora, “non abbiamo abbastanza cattiveria”