sabato, Marzo 1, 2025

I valori della politica e il rapporto fiduciario | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 28 febbraio 2025



Lo dico e lo ripeto da sempre: in un’epoca in cui le ideologie sono totalmente smarrite e la politica locale più di quella nazionale è ormai preda di logiche che la calpestano impunemente, trovo ben poco di cui meravigliarsi tanto nelle cronache degli “appiccichi” di questo o quel municipio quanto nel silenzio assoluto in cui, in altri palazzi del posto, l’indifferenza e l’omertà generale acconsentono in perfetta complicità al mancato disturbo di certi maldestri conducenti.
Ho appena acquistato un libro di tale Roberto Bagnulo dal titolo “I valori a fondamento della politica”. La presentazione online lo descrive come ”opera di filosofia ispirata alla dottrina sociale cristiana, parte dalla tesi che la politica non deve essere gioco di potere o difesa di interessi soggettivi, ma deve essere ispirata a valori. Il volume si articola in tre parti: “I valori della politica”, sui temi della dignità della persona umana, del bene comune e dei valori come la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza, la giustizia e la pace; “Le qualità del politico”, ovvero il servizio, l’onestà, la competenza, la prudenza; infine “I valori nell’attività politica”, analizzati in rapporto al pluralismo, ai partiti, al principio di maggioranza e allo Stato.”
Non vedo l’ora di leggerlo e di certo tornerò a commentarVelo, ma se già volessimo discutere su quanto anticipato nella presentazione ci sarebbe tantissimo da scrivere. Vi basti riflettere, per ora, su ciascuno dei valori enunciati nelle tre sezioni dell’opera e capire quanto, allo stato, sia possibile riscontrarli negli amministratori pubblici che la nostra isola ha eletto in seno alle sue sei municipalità. E a tali valori sempre più smarriti aggiungo anche quello del merito e, perché no, delle “capacità” tanto care a Benedetto Croce, del quale non mi stanco di ricordare la sua considerazione mai così attuale secondo cui “il vero politico onesto è il politico capace”.
Personalmente ne ho abbastanza di quei politici che cascano sempre in piedi, vivendo della rendita di posizione dei propri ruoli istituzionali e dei potenziali voti ad essi subordinati, pronti a girare in andata e ritorno l’intero arco costituzionale pur di restare in auge sul carro del vincitore. Giosi Ferrandino, nuovamente vicinissimo a Forza Italia (è fresca fresca di sabato scorso la sua partecipazione ad un convegno in quel di Pietrelcina con Tajani e Martusciello su “le radici cristiane e il futuro dell’Europa”. Capito bene?), può costituirne un esempio lampante. E perché no, lo stesso Stefano Caldoro, forte del suo retaggio di nostalgico socialista, è sempre pronto a riproporsi qua e là tra litigi, dimissioni e migrazioni, trovando sempre spazio e considerazione.
Quel che invece non mi sento di condannare, se non nei modi, è la necessità di ciascun sindaco (ma non solo) di circondarsi di dirigenti e funzionari di propria comprovata fiducia. Anche quelle di certi burocrati, così come di appaltatori apparentemente buoni per tutte le stagioni, sono rendite di posizione inaccettabili che per anni hanno condizionato e spesso boicottato l’indirizzo politico-amministrativo delle maggioranze di governo, facendo finta di dimenticare che la loro nomina o il loro appalto fosse figlio di quella stessa politica che oggi, nella logica dell’alternanza, li avversa. A Lacco Ameno come alla Regione e nei Ministeri, senza troppe tarantelle e nel rispetto della legge, ognuno sia legittimato a governare e gestire la cosa pubblica con la propria squadra, assumendosene ogni consequenziale responsabilità. Vi pare?

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