Adoro ricordare che le idee camminano sulle gambe degli uomini e solo da poco ho collegato questa espressione a quella del compianto giudice Giovanni Falcone: “Gli uomini passano, ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini”.
Personalmente l’ho sempre utilizzata per parlare di politica e, in particolare, del momento elettorale, allorquando il disincanto che credo abbia progressivamente toccato un po’ tutti verso l’importanza del voto, frammisto all’antipolitica diffusa e alla manifesta scomparsa dell’ideologia e dei partiti veri, mi porta a pensare che l’esercizio del diritto di voto debba necessariamente essere legato al concetto che un singolo candidato riesce a trasmetterci di lui e del suo modo di porsi, piuttosto che del partito nelle cui fila va a candidarsi.
Il singolo candidato, per l’appunto, quello che dovrebbe -in teoria- lasciar camminare con la forza delle proprie gambe le idee e il saper fare di chi lo ha preceduto. Oppure, perché no, continuare un percorso di fattività e coerenza già avviato nel suo trascorso politico. O ancora, trovare uno o più espedienti per provare a ingannare ancora una volta l’elettore medio, dopo aver passivamente vissuto l’arco del proprio mandato fregandosi solo un lauto stipendio da parlamentare e tutti i tantissimi privilegi connessi. E se andiamo ad analizzare i principali candidati in lizza nel nostro collegio, è fin troppo facile capire a quale categoria assegnarli singolarmente, prescindendo dal fatto di averli già votati o conosciuti.
Ad esempio: qualcuno di Voi, indipendentemente dall’utilità o meno di votare il candidato di un partito che non potrà essere eletto per colpa del mancato raggiungimento della soglia del 4%, mi saprebbe dire cosa ha fatto di utile alla collettività Giosi Ferrandino in questi -circa- sei anni consecutivi da europarlamentare, tanto per la sua Ischia tanto per il resto della circoscrizione? Non potrei porre lo stesso quesito, invece, per uno come Valentino Grant, persona che non ho mai avuto il piacere di conoscere, ma che al di là delle sue specifiche competenze professionali validamente applicate alla politica è stato in grado di dare sempre risposte serie e puntuali, dimostrando estrema e costante vicinanza al territorio che lo ha eletto pur militando -udite udite- nella Lega di Salvini.
Ritornerò su questo argomento nei prossimi giorni, valutando qualche altro simile parallelismo che, mi auguro, possa tornare utile agli elettori. Non prima, naturalmente, di averVi rinnovato il mio appello: a votare ci si va in ogni caso, anche per imbucare scheda bianca.