Il ministro della giustizia Orlando è atteso per il prossimo 18 settembre ad Ischia. L’appuntamento è per visitare le zone colpite dal sisma e per rendersi conto del reale stato della situazione che si è venuta a creare sull’isola d’Ischia. Un ministro della Repubblica in rappresentanza del governo e per dare maggiore impulso sulla vicinanza dell’esecutivo nel ripristinare la normalità e rendere quell’area più sicura per il futuro.
La presenza del ministro non prevede, allo stato, un incontro presso il palazzo di giustizia di Ischia, dove sarebbe necessario che il massimo rappresentante dello Stato si rendesse conto di come viene gestita l’attività giurisdizionale sul territorio. In un edificio alquanto precario e per l’esiguità della presenza di personale di cancelleria, indispensabile per far funzionare una struttura per i numerosissimi compiti assegnati dalla legge affinché i dibattimenti vengano svolti correttamente e che tutte le parti ne siano a conoscenza. Non sempre questo personale riesce a soddisfare i molteplici obblighi che si accavallano di fronte ad oltre mille processi penali, per non parlare di oltre duemila processi civili che vede in questo campo impegnate due unità, nientemeno che la dirigente dell’intera struttura giudiziaria e una funzionaria.
Il “cerimoniale” del Ministero della giustizia non prevede, allo stato, che il ministro faccia visita all’unica sezione distaccata della regione Campania. E ciò ha provocato fibrillazione tra gli avvocati, i quali avrebbero potuto in quella sede snocciolare le gravi disfunzioni che si registrano nel funzionamento della struttura. Qualche problema potrebbe già verificarsi con l’inizio dei processi per mancanza di personale idoneo ad essere presente in dibattimento. A causa di pensionamenti o trasferimenti senza che ci sia mai stato un rimpiazzo. Più passano gli anni, più il personale di cancelleria si assottiglia e non vengono praticate le sostituzioni, come più volte sollecitato dal giudice coordinatore o dal direttore amministrativo. Lettere che sono rimaste senza risposta. Non avendo la presidenza del tribunale personale idoneo per il rimpiazzo dovendo fronteggiare una altrettanto cronica emergenza che si registra nella struttura del centro direzionale. Gli avvocati avrebbero voluto parlare con il ministro, per raccontargli degli enormi ostacoli che si registrano e che le promesse sono state tante e puntualmente non mantenute. E anche in previsione della scadenza del decreto da lui stesso firmato che ha prolungato l’attività dell’ufficio ischitano fino al 31 dicembre 2018. Fra un anno e tre mesi, se non ci sarà un fatto nuovo, una volontà politica ben precisa, questo ufficio rischia seriamente la chiusura, insieme a quelli prorogati delle isole di Lipari e d’Elba. Le uniche che sono riuscite a non “morire” dopo le scelte del governo Monti che di fatto ha ordinato la “tabula rasa” di tutte le sezioni distaccate presenti sull’intero territorio nazionale. E solo dopo aspre battaglie le tre isole sono riuscite ad ottenere soltanto una proroga.
Si stanno facendo pressioni, sollecitazioni affinché il responsabile della segreteria del ministro prenda in considerazione un passaggio altrettanto importante negli uffici di via Michele Mazzella. E solo dopo aver fatto giustamente visita alle zone colpite dal terremoto che hanno visto già la presenza del presidente della Repubblica Mattarella e del ministro degli interni Minniti. Manca all’appello il presidente del Consiglio, che a quanto pare ha delegato proprio il ministro della giustizia in rappresentanza.
Un’altra battaglia si sta consumando nella capitale, all’interno dei massimi vertici dell’avvocatura nazionale, nel comitato direttivo della Cassa Forense, che sta deliberando una serie di provvedimenti legati al sisma che ha colpito Lacco Ameno e Casamicciola. Per andare incontro a quegli avvocati che hanno subito danni gravi ai propri studi professionali e che rendono la professione più complicata. Dai rumors che provengono dalla capitale, queste possibili agevolazioni non soddisferebbero appieno il presidente dell’Associazione Forense dell’Isola d’Ischia, avv. Francesco Cellammare, perché la delibera approntata non consente allo stato l’intero congelamento dei contributi versati alla Cassa Forense per gli avvocati danneggiati. Ma soltanto qualche “pannolino caldo” che serve a ben poco. Fino al punto che Cellammare ha fatto sentire la sua voce, chiamando telefonicamente alcuni consiglieri della Cassa Forense per chiedere di fare le cose con equità e rispetto per i colleghi che hanno subito gravi danni. Se non vi sarà un segnale chiaro, è pronto a mandare a quel paese coloro che si sono dimostrati ancora una volta insensibili, ricordando che gli avvocati dell’isola d’Ischia non sono di serie B e che hanno gli stessi doveri e diritti di tutti gli altri. Chiedendo il medesimo trattamento dei colleghi di Amatrice e de L’Aquila. Una richiesta perentoria che è stata girata anche all’attuale presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli Armando Rossi e al consigliere nazionale avv. Francesco Caia. Come la stessa avvocatura isolana stigmatizza il decreto approvato dal governo perché prevede solo delle misure in favore delle imprese, ma non verso quei professionisti che hanno subito dei reali e incontrovertibili colpi dal sisma.
«E’ il momento di alzare la voce – ha detto l’avv. Cellammare – perché non possiamo subire più l’assenza delle istituzioni. Non solo quelle governative e locali, ma anche quelle che rappresentano l’avvocatura a livello nazionale. E ciò l’ho ribadito in queste ore ai nostri rappresentanti quando ho saputo ufficiosamente che quello che si stava approvando nel consiglio direttivo della Cassa Forense altro non era che un possibile contentino. O si fanno le cose seriamente, come è stato fatto d’altronde in altre occasioni, o la nostra posizione sarà netta e chiara».
Uno sfogo che preannuncia qualcosa di altrettanto significativo nel giorno della venuta del ministro della giustizia. E’ in animo dell’esecutivo dell’Assoforense indire per il 18 settembre un’astensione da tutte le udienze presso l’ufficio giudiziario di Ischia, al fine di consentire agli iscritti e non di partecipare ad un’assemblea che dovrebbe iniziare di primissima mattina, per giungere all’approvazione di un documento che affronti tutte quelle storture, quelle problematiche che fino ad oggi non hanno trovato soluzione, per riferirle al ministro Orlando. E dopo l’assemblea sarebbe intenzione del direttivo raggiungere Casamicciola e Lacco Ameno per incontrare il rappresentante del governo, affinché reso edotto del deliberato assembleare. E questa scelta diventa ancor più importante se non dovesse essere accolta la richiesta di recarsi negli uffici della sezione distaccata, che l’avvocatura ritiene un atto giusto e indispensabile, proprio alla luce della delega che Orlando detiene ed è l’unico allo stato che ha il potere immediato di risolvere alcuni “piccoli” problemi che se affrontati seriamente, riporterebbe alla piena efficienza nell’ufficio. Che lamenta anche un’altra situazione complicata per l’ufficio Unep (degli ufficiali giudiziari) che ha bisogno anch’esso di rinforzi. Immediatamente.
Ma pochi credono che questa visita possa essere la panacea di tutti i mali che affliggono la struttura di via Michele Mazzella. Già nel passato questo stesso ministro si era impegnato a dare una risposta con provvedimenti mirati. Ma come accade molto spesso nella politica, gli impegni vengono disattesi. Dimenticando ciò che si sono impegnati a fare negli incontri appena ritornati nella capitale.
La passerella è pronta….. tutti a sfilare per fare show. Di concreto nulla. Mi chiedo cosa ha in comune un ministro della giustizia con il terremoto. Boh!!! Non sarebbe il caso di mandare il ministro delle infrastrutture??? O in alternativa quello delle pari opportunità? Governo senza senso come tutte le cose in questo paese
Si tratta di sperpero di risorse pubbliche per turismo istituzionale e politico da terremoto. Quanto costano queste passerelle turistiche per visitare le macerie del terremoto? Non sarebbe stato prevferibile usare queste risorse per rimuovere le macerie e ricostruire? Ad Amatrice hanno sfilato tutti , ma nessuno si è portato via neanche una pietra e le macerie ancora sono lì per i prossimi turisti politici ed istituzionali.