Sembra che Lacco Ameno sia diventato il centro del mondo. Non lo è ovviamente, ma gli event che si stanno registrando nel piccolo comune isolano non possono non essere presi bene in considerazione. Sono eventi che hanno a che fare con la vita del comune, con la sua economia e, nell’ultimo caso di cui stiamo scrivendo da giorni, anche del futuro dell’ente. La decisione di avere un nuovo comandante dei vigili non è un fattore secondario. E’ una decisione vitale per tutta la comunità. Chiarita quella che è l’attualità e quello che è l’interesse pubblico della faccenda che va ben oltre la semplice progressione verticale, ma che attiene al posto apicale di un settore nevralgico per ogni amministrazione, l’aspetto politico non può passare senza mettere in evidenza quella giusta dose di ipocrisia e di assenza di spina dorsale politica di alcuni degli assessori di Giacomo Pascale.
La storia politica di Lacco Ameno, nell’ultimo mese, si è arricchita di una serie di vicende politiche ed extra politiche che hanno prodotto – se non lo si fosse ancora capito dalle nostre cronache – una frattura scomposta della maggioranza. Tra porto e progressione verticale si è vissuto più di un redde rationem tra le varie anime del gruppo di maggioranza. Da una parte Leonardo Mennella e Giovanni De Siano, da un’altra Carla Tufano e Ciro Calise, in mezzo (come il prezzemolo) Giacomo Pascale e, ruota, ora un Dante, ora una Carmela, ora un Giovan Giuseppe. Storie e disagi politici che non riescono a venire fuori in chiarezza e che, tra una strategia e l’altra, minano alla base la traiettoria dell’amministrazione che si muove a vista e non riesce a mostrare una sua direzione chiara. Per farlo, però, ci vorrebbe un po’ di credibilità politica e di spessore per sostenere le scelte che si assumono.
Ad esempio, quale credibilità politica possono dimostrare Carla Tufano e Ciro Calise? I due, come tutti sanno, hanno fatto registrare la loro assenza (invece di motivare il proprio voto contrario, che tutt’altra cosa) alla delibera per l’approvazione del PIAO, ovvero l’atto con cui Pascale aveva ipotizzato la progressione verticale della Chiocca. Un’assenza di comodo e di facciata che si è mostrato tale quando si è trattato di votare l’incarico all’avv. Lentini per difendere il comune contro il ricorso presentato dalla PISANI. Ora, se assumi una postura politica che non combacia con quella del sindaco e non hai il coraggio di votare “no”, ma ti fai portare assente, poi dovresti conservare la stessa postura negli atti successivi.
E invece passa tutto in cavalleria come se nulla avesse un senso. Come se la grammatica politica che dovrebbe regolare la gestione di un ente, come in una sorta di “lodo Lacco Ameno” avesse previsto delle deroghe speciali ora ad uno, ora ad un altro.
Al contrario, invece, è il caso di Leonardo Mennella. L’assessore esterno al gruppo di consiglieri comunali risulta presente alla famosa delibera di marzo (quella in cui gli fu nascosto l’assenza della Tufano e dei Calise) ma assente a tutte le altre approvate dall’esecutivo di Giacomo Pascale. Anche a quella della nomina dell’avv. Lentini. Un’assenza che ha un senso politico. Una distanza che si legge dagli atti e che dovrà portare, presto, Pascale a fare due conti. Già, prima con sé stesso e poi con i suoi.