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Il barbecue che inquina più degli aerei | #4wd

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Daily 4ward di Davide Conte del 5 maggio 2023

In alcune pubbliche amministrazioni non mancano provvedimenti ad effetto che fanno del sensazionalismo ad ogni costo il loro unico contenuto compatibile con la realtà, ma che nulla hanno a che vedere con l’effettivo contrasto a un problema sociale, magari anche particolarmente importante. E’ un po’ come se chi li adotta avesse soltanto bisogno di sentirsi con la coscienza a posto, oppure di rispondere a delle logiche di apparato a cui proprio non può sottrarsi, prescindendo dalla reale efficacia di quanto stia ponendo in essere.
Lo abbiamo visto anche in Europa con il tentativo contestato su più fronti di eliminare d’emblée i motori endotermici entro il 2035 per favorire definitivamente la diffusione di quelli elettrici, facendo finta di dimenticare quale enorme inquinamento ben superiore al “contributo” di quelli diesel o benzina viene realizzato in paesi come la Cina per produrre i gruppi batteria che li alimentano e che vengono adottati da -apparentemente- ignare case automobilistiche o motociclistiche di tutto il mondo e commercializzati liberamente nei paesi dell’UE.

Nel caso specifico, però, stiamo parlando di quanto accaduto alla fine di aprile a Bologna, tenendo conto che in molti comuni dell’Emilia Romagna si pensa di poter combattere la forte presenza di materiale particolato aerodisperso impedendo da ottobre ad aprile di accendere un barbecue all’aperto di casa propria. Non a caso, una famiglia che stava per festeggiare un compleanno arrostendo un po’ di carne fuori al balcone, si è vista piombare i Vigili Urbani in casa pronti a riprendere quanto stava accadendo e comminare un verbale di ben duecento euro per la violazione all’ordinanza comunale vigente.

Bene, se avete un’applicazione che si chiama FlightRadar24, potete renderVi conto di quanti aeroplani svolazzino sulle nostre teste nell’arco delle ventiquattr’ore. Sappiamo bene che inquinano ben più della carbonella, del gas o del fumo di una gustosa bistecca, ma non per questo mi risulta sia mai stato inibito lo spazio aereo sovrastante l’Emilia Romagna. 

Siamo seri, una volta tanto!

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