La vicenda del bimbo in strada e del miracoloso passaggio della Fiat Panda, non può essere letta se non nel quadro più generale di Monterone. Un posto di frontiera e di pericolo che, dopo un’estate “lavorosa” è diventata nuovamente capitale delle comunità isolane sudamericane dove è facile vedere regolamenti di conti e “giri” al limite del penale.
In questo quadro, che ampliamo per ovvi motivi, non è facile imbattersi in situazioni al limite del normale. Un po’ quello che è successo con altri piccoli del quartiere che vivono la loro infanzia godendo di una libertà comportamentale che meraviglia e sorprende.
Dovrebbe essere una questione di integrazione e di culture che si trovano d’accordo. Una linea di contatto dove il nostro modo di vivere con le mamme chioccia che prelevano i figli a scuola fino in classe e mamme estere che, invece, li lasciano pascolare tra pavimenti, negozi e vicoli. E, forse, si mescolano anche culture con preoccupazioni diverse.
Monterone ha bisogno di misure speciali ma Francesco Del Deo ha preferito sempre ignorare quelli che sono gli avvisi e le preoccupazioni dei residenti. Al sindaco o ai suoi maggiorenti fa comodo avere un quartiere che diventa una capitale dominicana. Gli sta bene che dopo “due birre”, ci possa sempre scappare un coltello o qualche altro sgherro che fa la sua “Siesta” in piazza.
Il distacco e la disattenzione amministrativa del sindaco in primis e di tutti gli uffici preposti al controllo delle persone e non solo, sono la causa della Monterone di ieri e di oggi. Ci vuole coraggio e visione. Abbiamo solo approssimazione e spallucce. Purtroppo.