venerdì, Febbraio 7, 2025

Il cambio di passo USA che può servire a tutti | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 7 febbraio 2025



“Pensa in grande e manda tutti al diavolo” era il titolo del libro di Donald J. Trump scritto a quattro mani col fido Bill Zanker nel 2012, in cui il tycoon nonché 45° e 47° Presidente degli Stati Uniti d’America raccontò successi, fallimenti e riscosse della sua vita, esortando tutti a credere in sé stessi, nei propri sogni, nelle proprie decisioni, senza paure né limiti e mandando al diavolo critici e oppositori. 
Conservo gelosamente quel libro e più volte ne ritrovo i concetti in molti provvedimenti adottati dal Trump-Presidente, nel mandato in corso ancor più che nel precedente. Stavolta l’impatto travolgente con cui ha affrontato il suo nuovo insediamento alla Casa Bianca ha colto di sorpresa tutti, nessuno escluso, letteralmente ridicolizzando tutti i suoi detrattori con un decisionismo ed un interventismo mai banale e privo di obiettivi concreti. 
Chi picchia per primo picchia due volte, sembra pensarla così il buon Trump. Come dire, intanto adotto il provvedimento o lancio il proclama, poi o lo porto avanti o lo utilizzo come merce di scambio riducendone la portata in cambio di un altro risultato importante. E’ accaduto così con i dazi in Messico, succederà lo stesso con la Cina e, con tutta probabilità, ancora non è stata recepita la portata della proposta relativa alla striscia di Gaza, dove i soliti contrari pro-palestinesi evidenziano esclusivamente il rischio di usurpazione della sovranità e la necessità di mantenere in piedi il progetto “due popoli e due stati”, facendo finta di ignorare non solo l’entità di una ricostruzione pluridecennale pressoché improponibile per una popolazione martoriata e comunque storicamente in conflitto con Israele, ma anche gli enormi vantaggi derivanti per quel popolo da un processo di riqualificazione urbana e geografica decisamente ambizioso e senza precedenti.
Vale lo stesso ragionamento anche nei rapporti con quell’Unione Europea che a giudizio dei soliti dem sinistrorsi sarebbe stata letteralmente martoriata dalle politiche trumpiane. E la conferma non ha tardato ad arrivare, proprio ad opera della presidente Von der Leyen, allorquando parlando a proposito del primo partner UE, cioè gli USA (il secondo è la Cina -ndr), ha ammesso che “la nostra priorità assoluta sarà quella di impegnarci nel dialogo senza indugio, di esaminare quali sono i nostri interessi comuni e di prepararci a negoziare”.
Gli Stati Uniti, ma probabilmente anche il mondo intero, a mio giudizio avevano bisogno degli stimoli di un vero cambio di passo, condivisibile o meno che fosse sotto i mille aspetti che toccano i quattro anni di un mandato presidenziale, oltre all’eredità ricevuta dal suo predecessore e alle legittime aspettative di una maggioranza popolare delusa che ha confidato in lui. Ma una cosa è certa: Trump non smetterà di stupirci e, soprattutto, continuerà ad essere coerente con quanto aveva promesso con estrema chiarezza in campagna elettorale. Che piaccia o no.

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