sabato, Ottobre 12, 2024

Il caso Zaro. Villano: «Non dobbiamo nutrirci esclusivamente di questi eventi straordinari. Ci “nutre” l’ordinario»

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La Commissione non è in stand-by; i lavori ricominceranno e saranno seguiti da vicino. La prima commissione ha terminato la sua fase iniziale esprimendosi sulle prime apparizioni, e ora stiamo riprendendo le attività. Quindi, è un gruppo di lavoro che sta iniziando nuovamente

Vescovo, c’è una pronuncia, sul fenomeno di Zaro che ha un titolo impegnativo: “Non disprezzo, ma custodia fraterna”.
“Questa nuova indicazione sull’esperienza di Zaro ha radici lontane. Già nella lettera pastorale dell’ottobre 2023, veniva riconosciuta la validità di questa esperienza che è iniziata prima del mio arrivo ad Ischia. Certo, ha attraversato diverse fasi e sono state date indicazioni e norme dalla Chiesa. Particolarmente significativo è il riferimento del Dicastero della Fede ai fenomeni dello scorso 19 maggio 2024. Ho ritenuto opportuno riprendere la costituzione di una commissione che rappresenti sia una continuità con il passato sia una novità, al fine di continuare ad accompagnare il fenomeno”.

Negli 11 punti che avete disposto c’è una sorta di restrizione.
“Sì, sono delle norme. Ripeto, sono delle norme che mantengono una certa continuità. Sono in linea con quanto pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede entrate in vigore il 19 maggio 2024. Queste norme considerano Zaro come il fenomeno di Medjugorje ancora non concluso. E come per le apparizioni a Medjugorje, anche quelle di Zaro, per ora, non sono ancora ben definite e descritte temporalmente. Infatti, si tratta di apparizioni che continuano e finché queste proseguiranno, credo che non sia possibile formulare un giudizio definitivo. E, ripeto, il non dare un giudizio definitivo è dovuto proprio a questo fatto, ovvero che le apparizioni sono ancora in atto”.
Vescovo, perché lei a un certo punto ha la necessità di scrivere che non si “organizzino celebrazioni o attività che diano impressioni di motivi di far pensare che venisse che la Chiesa avesse riconosciuto il fenomeno. E’ appunto per questo o c’è qualcosa?
“E proprio per questo sì. Per il riconoscimento ci potrà essere soltanto ad apparizioni terminate. Prima la Chiesa difficilmente si potrà esprimere”.

Proprio perché c’è il continuo.
“Esatto, c’è una continuità nel cammino della Chiesa e anche una certa prudenza. Infatti, nella storia delle apparizioni, finché il fenomeno non si conclude, non viene mai emesso un giudizio definitivo”.

Tra le altre cose che mi hanno colpito in particolare c’è il richiamo al “consumismo spirituale”. Questo, secondo lei, è uno dei pericoli che possa rappresentare Zaro?
“Insomma, può essere. Non lo considero un’emergenza al momento. Al momento non vedo alcun pericolo immediato legato al “consumismo spirituale”. Tuttavia, volevo porre attenzione su questo tema del consumismo dello “straordinario” nel senso di qualcosa che offre nutrimento perché straordinario nella nostra vita. Invece il nutrimento ordinario della nostra spiritualità deve venire da ciò che viviamo quotidianamente. Certamente le presunte apparizioni sono eventi straordinari. Quello che intendo dire è che non dobbiamo nutrirci esclusivamente di questi eventi straordinari. Lo straordinario può sostenere la nostra fede, il nostro percorso, ma ciò che davvero ci nutre è l’ordinario.

E poi ci stanno anche delle prescrizioni chiamiamole così per i sacerdoti.
“Sì, ecco le prescrizioni. Le indicazioni sono dovute al momento attuale, che riflette la situazione di Zaro. Non è un fenomeno ben definito, ma è ancora un evento in evoluzione. Ripeto, queste norme derivano da un principio di prudenza, come quelle a cui si faceva riferimento prima. Inizialmente dettate dalla Dottrina della Fede, queste prescrizioni sono principalmente un invito ad agire con cautela durante questo percorso di discernimento. Sottolineo che tutte queste norme sono correlate a un riconoscimento non ancora ufficiale. Prescrizioni che, però, non impediscono un cammino personale. Non si impedisce un cammino di fede e certamente non si impedisce la preghiera. C’è sempre la presenza dell’eucaristia, anche se non nel luogo di Zaro. Gli stessi confessori, come avrai letto, sono quelli deputati dalla Diocesi. Ecco, il motivo è proprio quello di non fare che uno straordinario poi possa entrare in quello che dicevamo prima, in una sorta di consumismo spirituale”.

Faccio una domanda, diciamo un po’ più bruta. In questo modo si ferma quello che accade a Zaro e lei, in qualche modo dice, attenzione allo straordinario ma l’ordinario continuiamolo a fare nelle Parrocchie. De serie, se a Zaro ci vanno 500 persone e poi in parrocchia non ci viene nessuno, o quasi…
«Nutrirsi con la preghiera, come ho sottolineato, è essenziale. Allo stesso modo, è fondamentale nutrirsi dell’Eucaristia e del silenzio, della fragilità, del mistero, dell’ascolto delle persone più svantaggiate. Ci nutriamo delle opere di carità, del rapporto con il Signore attraverso l’Eucaristia e la preghiera, e del bene che possiamo fare ai poveri, agli ammalati e ai sofferenti. C’è anche quel senso di riservatezza che a volte caratterizza la nostra vita. È chiaro che fenomeni straordinari come le rivelazioni soprannaturali, secondo la storia delle apparizioni in generale e non solo qui a Ischia, possono facilmente far parte delle nostre vite. Consideriamo le numerose “mariofonie”, ad esempio, o i tanti eventi in cui si è manifestata la Madonna. Maria rappresenta l’elemento straordinario che entra nella nostra vita quotidiana”.

Un altro punto che volevo approfondire è quello relativo al comportamento dei sacerdoti che sono invitati ad astenersi in pubblico e invece sono liberi di farlo in maniera privata. Perché ci sono queste due opzioni
“È evidente che le opinioni possano essere molto diverse tra loro, ma ritengo che, come abbiamo già menzionato, il motivo principale risiede proprio nel contesto di cui stiamo parlando. Ad esempio, durante gli incontri di catechesi o formazione, iniziamo a formare delle posizioni. Se, per esempio, un sacerdote o anche un semplice catechista esprime la propria opinione personale riguardo al fenomeno di Zaro, questa assume una rilevanza diversa. Questo perché si vuole preservare non solo la libertà di espressione, ma soprattutto la libertà di coscienza dei fedeli nei confronti del fenomeno di Zaro, su cui la Chiesa non ha ancora espresso un pronunciamento ufficiale. Quando tali presunte apparizioni vengono discusse nelle catechesi o negli incontri di formazione, si inizia a formare un’opinione che non può semplicemente essere lasciata alla discrezione individuale, che sia positiva, negativa o indifferente”.

Perché è ancora in progress?
“Esatto. Se fossero chiuse le apparizioni, si subirebbe in un certo senso, una svolta determinante”.

Una domanda sulle commissioni e in particolare su quelle che sono state convocate in passato. Il loro lavoro è in stand-by, appunto perché si continuano ad avere esperienze?
“Il percorso è stato segnato da una precedente commissione che ha concluso i suoi lavori con una lettera, che ho firmato insieme a Monsignor Pascarella quando era lui e me la fece firmare e lo ringrazio per questa opportunità. Ora abbiamo ripreso il lavoro della commissione. La Commissione non è in stand-by; i lavori ricominceranno e saranno seguiti da vicino. La prima commissione ha terminato la sua fase iniziale esprimendosi sulle prime apparizioni, e ora stiamo riprendendo le attività. Quindi, è un gruppo di lavoro che sta iniziando nuovamente”.

Però questo è il primo atto che in qualche modo mette nero su bianco alcune indicazioni
“In sostanza, queste direttive sono state elaborate in seguito alla presentazione del lavoro della commissione precedente. Sono indicazioni che ho ritenuto opportune alla luce delle nuove norme emanate nel 2004”.

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