martedì, Aprile 1, 2025

Il coraggio da raccontare: gli studenti ricordano Pio La Torre e Cesare Terranova

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Un incontro per non dimenticare il sacrificio di due uomini simbolo della lotta alla mafia

Lunedì 31 marzo, alle ore 10:00, l’atrio della Scuola Secondaria di primo grado dell’I.C. “I C.D. – Capraro” ospiterà un evento di grande valore educativo e civile: “Il coraggio da raccontare. Storie di mafia. Ricordando Pio La Torre e Cesare Terranova”.
L’incontro, fortemente voluto dalle docenti Pina De Rubertis e Annalisa Coppola, con il sostegno della Dirigente Scolastica Rossella Salzano, vedrà la partecipazione di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, e Francesca Terranova, nipote di Cesare Terranova. A moderare il dibattito sarà Gabriele Santoro.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sull’importanza della legalità e della lotta alla criminalità organizzata, attraverso il ricordo di due figure che hanno dedicato la propria vita alla giustizia e al contrasto del potere mafioso.

Chi erano Pio La Torre e Cesare Terranova?
• Pio La Torre, politico, sindacalista e segretario regionale del Partito Comunista Italiano, è stato uno dei protagonisti della battaglia contro la mafia. Suo è il merito di aver promosso la legge sulla confisca dei beni mafiosi, uno strumento legislativo fondamentale ancora oggi nella lotta alla criminalità organizzata. La sua azione politica e il suo impegno gli costarono la vita: venne assassinato il 30 aprile 1982 a Palermo, insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo.

• Cesare Terranova, magistrato e parlamentare, fu tra i primi a comprendere e contrastare il fenomeno mafioso in Sicilia. Durante la sua attività di magistrato, istruì processi contro esponenti di spicco di Cosa Nostra, mettendo in evidenza i legami tra mafia, politica e imprenditoria. Il suo impegno gli costò caro: venne assassinato a Palermo il 25 settembre 1979, insieme al maresciallo Lenin Mancuso.

Entrambi hanno pagato con la vita la loro determinazione nel combattere la mafia, lasciando un’eredità morale e giuridica che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata.
L’incontro sarà un momento di riflessione per gli alunni delle classi terze della scuola, che avranno l’opportunità di ascoltare direttamente le testimonianze dei familiari di La Torre e Terranova. Franco La Torre e Francesca Terranova racconteranno non solo il coraggio e l’impegno dei loro cari, ma anche il peso della memoria e della responsabilità di portare avanti il loro esempio.
L’evento sarà un’occasione per approfondire il significato della legalità, della giustizia sociale e dell’importanza di non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie. Attraverso il dialogo e il confronto, gli studenti potranno comprendere che la mafia non è un fenomeno lontano nel tempo o nello spazio, ma una realtà che riguarda tutti e che può essere combattuta con la cultura, la consapevolezza e l’impegno civile.

L’iniziativa promossa dall’Istituto “I C.D. – Capraro” si inserisce in un percorso educativo più ampio, che mira a formare cittadini consapevoli e responsabili. La scuola, infatti, ha un ruolo fondamentale nella trasmissione della memoria storica e nella diffusione di valori come il rispetto delle regole, la giustizia e la partecipazione attiva alla vita democratica.

Come abbiamo più volte sottolineato, anche sulle pagine di questo giornale, è essenziale che le nuove generazioni conoscano la storia di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la giustizia. Solo così il loro sacrificio non sarà stato vano e il coraggio di raccontare diventerà una responsabilità collettiva. La memoria non è solo un dovere nei confronti di chi ha lottato per un mondo migliore, ma anche uno strumento fondamentale per costruire un futuro più giusto, in cui i valori di legalità e responsabilità possano radicarsi profondamente nella società.

L’incontro del 31 marzo – dunque – rappresenta un’opportunità preziosa per ricordare, riflettere e sviluppare una coscienza critica nelle giovani generazioni. La mafia non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema che si alimenta dell’omertà, della paura e dell’indifferenza. Per questo motivo, la lotta contro la criminalità organizzata non può limitarsi alle sole operazioni delle forze dell’ordine o all’applicazione delle leggi: essa deve passare anche attraverso la cultura, l’educazione e la memoria. Parlare di mafia, raccontare le storie di chi ha avuto il coraggio di opporsi, significa rompere il silenzio e instillare nelle nuove generazioni il senso di responsabilità e di impegno civile.

Ogni giovane deve comprendere che ognuno, nel proprio piccolo, può essere parte del cambiamento. Non serve essere magistrati, giornalisti o forze dell’ordine per contrastare la criminalità organizzata: si può fare la differenza anche nelle scelte quotidiane, nel rifiutare la corruzione, nel denunciare le ingiustizie, nel promuovere una cultura della legalità. Solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza possiamo costruire un futuro in cui il coraggio e la giustizia non siano solo parole, ma valori concreti da difendere ogni giorno.
Dobbiamo trasmettere ai giovani l’idea che la lotta alla mafia non è un compito che riguarda solo alcuni, ma un impegno collettivo. Ogni gesto di responsabilità, ogni scelta etica, ogni parola di verità contribuisce a indebolire il potere della criminalità organizzata. La mafia teme la scuola più della giustizia, perché un popolo consapevole, istruito e capace di pensare con la propria testa è un popolo che rifiuta il compromesso e l’illegalità.

Autore

  • Leonardo Pugliese

    Leo Pugliese, nasce a Napoli ma vive e risiede a Procida. Giornalista da oltre 20 anni, è laureato in Scienze Politiche ed è stato giovane Ricercatore Universitario. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, diverse TV e programmi televisivi. E' padre di Michela, la gioia della sua vita.

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