sabato, Gennaio 11, 2025

Il crimine di Sant’Anna | #4WD

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

Non intendo in alcun modo unirmi al coro delle critiche più o meno fondate levatesi dopo l’edizione appena “consumatasi” (è il caso di dire, considerato la similitudine con un vero e proprio crimine) della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna! Ne avrei ogni titolo utile, per storia e competenza personale, ma credetemi: realmente non mi interessa neanche un po’, specialmente perché significherebbe sia sparare contro la Croce Rossa sia rinnovare ancora una volta da queste colonne quel concetto di assoluta inadeguatezza di certi buoni a nulla capaci di tutto che, a quanto pare, finora non è mai fregato più di tanto a nessuno degli elettori che li hanno riconfermati a palazzo anche senza opposizione, poco più di due anni fa.

Quello a cui, invece, non rinuncio, è la riflessione da cittadino e, soprattutto, da ischitano autoctono, amante di quella serata fantastica come tanti altri, ma violentato ormai da oltre tre lustri, da un Ferrandino all’altro, nel susseguirsi di scelte distruttive, ipocrite e inspiegabilmente dannose al punto da fargli rinunciare ad assistervi ed interessarsene in senso assoluto.

E da cittadino ischitano, torno ancora una volta sul concetto a mio giudizio più importante: quanta voglia e quanta necessità di innovazione c’era realmente intorno alla Festa di Sant’Anna, al punto da doverne progressivamente stravolgerne la tradizione e i contenuti e giungere a quella che, a giudizio di tutti, quest’anno ha rappresentato la peggiore edizione in assoluto del più importante appuntamento dell’isola d’Ischia?
Ieri sera, uno dei costruttori della barca vincente (un’opera che senza dubbio era migliore delle altre tre in gara ma che, in altri tempi, non avrebbe potuto occupare piazza diversa dell’ultimo posto) ha detto una grande verità, affermando che se venerdì sera la rappresentazione del loro soggetto ha fatto man bassa di tutti i premi, probabilmente lo deve sia ai giurati ufficiali che quelli -per così dire- popolari, i quali più che l’innovazione erano alla ricerca della TRADIZIONE della Festa. Giustissimo! 

E allora, perché scervellarsi ogni anno a reperire una direzione artistica o un filone all’insegna della diversità e dell’originalità? Perché ostinarsi a voler cambiare ad ogni costo quei meccanismi consolidati che anche nelle condizioni più proibitive hanno sempre consentito il più regolare svolgimento dell’evento? Perché -per usare una metafora dell’amico Geppino Cuomo- al “fiore di Sant’Anna” si stanno progressivamente staccando tutti i petali, fin quando ne resterà solo lo stelo? Chi spiegherà ad Enzo Ferrandino e compagni che la Festa di Sant’Anna non è un affaire di chi governa, bensì un patrimonio prezioso di tutti gli ischitani che in tanti al mondo ci invidiano?
Per il resto, continuate pure a criticare! Io ho altro da fare.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos