L’ espressione fu pronunciata come un inciso o una ovvietà nell’ ambito di un discorso più vasto. Renato Mannheimer, il più bravo statistico italiano, presentando lo scorso anno un sondaggio sulla conoscenza dell’ isola d’ Ischia in Italia e le preferenze dei turisti nella sala principale dell’ Hotel Re Ferdinando di Ischia affermò che “ l’ isola deve essere ospitale prima di tutto per i suoi abitanti”. E’ un aspetto che abbiamo per anni trascurato. Abbiamo sempre discusso della “ preparazione” dell’ isola per i “ turisti”, di mettere tutto in ordine per Pasqua – data fatidica dell’ “ apertura stagionale” – in cui tutto deve essere pronto per “ accogliere” il turista quindi i lavori stradali devono essere chiusi per Pasqua e così debbono essere pronte le spiagge, i giardini, i parchi pubblici, i parcheggi e così via. Insomma un intero sistema economico improntato esclusivamente sul turismo che dà lavoro a migliaia di persone deve essere pronto per “ accogliere” al meglio il turista di ogni parte del mondo. Bene. Ma l’ isola d’ Ischia è “ anche” di chi ci vive ogni giorno. Abbiamo una popolazione di circa 63mila abitanti. Abbiamo cioè una popolazione quasi uguale a quella dell’ intera città di Benevento che è capoluogo di provincia. Abbiamo una popolazione scolastica dei 4 istituti superiori di circa 3200 alunni. L’ ex scuola media è presente oltre che nel capoluogo Ischia anche a Casamicciola, Lacco Ameno, Forio e Barano che accoglie anche i ragazzi di Serrara-Fontana. I ragazzi delle ex-medie saranno circa o oltre 1000. Fino al 1963 cioè prima della riforma della scuola media, che portò l’ obbligo scolastico fino a 14 anni , la “ media” non era obbligatoria. Bisognava fare un esame di “ ammissione” dopo la licenza elementare. La “ media” era solo ad Ischia ed i ragazzi che la frequentavano venivano da tutta l’ isola ed erano poco meno o poco più di 300. Le sezioni arrivavano fino alla “ F” ed erano sparse fra la sede centrale in una villa al corso Vittoria Colonna ed in un’altra nella zona del Macello. Poi vennero le sezioni “ distaccate” della media a Casamicciola e così sempre in espansione a Forio, a Barano e Lacco Ameno,
Abbiamo in 50 anni fatti passi in avanti giganteschi in termini di sviluppo economico e la scolarizzazione diffusa è un indicatore estremamente significativo.
Ma proprio quando l’espansione economica legata al turismo raggiungeva il suo punto massimo tanto – com’è nella natura stessa del capitalismo – dal 2000 la curva dello sviluppo ha cominciato a decrescere sono emerse tra un Comune ed un altro, una località ed un’ altra, le disuguaglianze sociali. Sono emerse le differenze tra il Comune capoluogo Ischia e gli altri in termini di “ servizi al cittadino”. Tutti i servizi più importanti sono stati concentrati nel capoluogo con gli Uffici Giudiziari, quelli Tributari, l’ ASL, l’ INPS e così via.
Grazie alla capacità progettuale e realizzatrice del sindaco Enzo Mazzella ( 1937-1990) il Comune di Ischia nel decennio 1978-1988 porta a compimento uno straordinario piano di “ opere pubbliche” che fa di Ischia il “ Giardino d’ Europa”, come recitava un felice slogan degli anni ‘ 80, con l’esproprio delle Pinete ed i parchi pubblici, i parcheggi,lo stadio comunale, il palazzetto dello sport, la piscina coperta, il centro polifunzionale che diventa edificio scolastico, teatro, uffici,locali per la cultura ed il museo e perfino un nuovo mercato comunale.
Grazie a questo programma di opere pubbliche il Comune di Ischia si conferma il “ centro” dell’ isola perché si sviluppa anche tutta la rete commerciale e dei servizi.
Mentre quindi il capoluogo non solo ha la rete scolastica più estesa ma anche le infrastrutture che servono a migliorare la vivibilità non solo per i turisti ma soprattutto per gli abitanti gli altri Comuni diventano le “ periferie” del capoluogo anche perché l’ “ altra capitale” ,come Wladimiro Frenkel nella sua “ guida” del 1934 chiama Forio, punta allo sviluppo spontaneo con il grande saccheggio edilizio del territorio al quale non fa riscontro una adeguata politica di opere pubbliche.
Diventano “ periferie” i Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno, Barano e Serrara-Fontana e perfino Forio perché i migliori servizi al cittadino vengono offerti solo dal Comune capoluogo.
Il teatro c’è solo ad Ischia così come i parchi pubblici per i bambini ed anche lo sviluppo “ culturale” si incrementa nel comune capoluogo con la Biblioteca Antoniana ela Torre di Michelangelo e le attività della Diocesi che ha il suo palazzo ad Ischia Ponte.
Il declassamento al rango di “ periferia” si manifesta soprattutto a Casamicciola che sia nel XIX che per un buon ventennio del XX è la località turistica più importante grazie al suo termalismo. Con il grande complesso del Pio Monte della Misericordia Casamicciola è il centro delle attività civili di tutta l’ isola perché solo Casamicciola aveva le ampie sale del complesso dove si tennero i convegni fondamentali per progettare lo sviluppo negli anni ‘ 50 del ‘ 900 come ricorda il prof. Vincenzo Mennella ( 1923-1995) nelle sue “ Memorie”. Quel complesso ospitava i concerti di musica classica e le manifestazioni teatrali, le colonie dei bambini, ed era l’ infrastruttura civile decisiva per la vivibilità degli abitanti non solo la più importante struttura industriale e ricettiva.
In questa “ periferia” si sono accresciute i dislivelli sociali tra” quartieri” così il Majo è diventata la “ periferia della periferia” tanto che la piazza è di fatto scomparsa e l’ inizio della strada Borbonica è diventato un parcheggio sui due lati della carreggiata pericoloso per la circolazione degli autoveicoli. Così la “ periferia della periferia” di Piazza Majo ha perso quasi completamente tutta l’ attività commerciale e non c’è nemmeno una piccola area di parcheggio-giardino che si poteva realizzare nella zona di Santa Barbara.
L’ osservazione sulle “ periferie” si può estendere ad altri “ quartieri” non solo di Casamicciola ma anche di Lacco Ameno, di Barano, di Serrara-Fontana e della stessa Forio.
Un cittadino-residente negli altri Comuni dell’ isola che deve “ scendere” nel Comune capoluogo per portare il suo bambino nel parco pubblico o deve iscriverlo alla scuola di pattinaggio o vuole vedere una rappresentazione teatrale o andare ad un cinema o ad una conferenza si sente come il contadino lucano di Carlo Levi nel suo “ Cristo si è fermato ad Eboli” perché deve subire” il peso ed il confronto” con i cittadini del capoluogo che hanno questi servizi.
Questa mancanza di servizi al cittadino delle “ periferie” crea un disagio sociale, aumenta le disuguaglianze civili perché si riflette sul paesaggio stesso come avviene in tutto il mondo tanto da essere oggetto di studio con “ le giornate internazionali sul paesaggio” che si tengono a Treviso dal 12 al 23 febbraio 2015 per iniziativa della Fondazione Benetton.
“ Il paesaggio, identità e conflitto” è il titolo di un articolo di Davide Ferrario apparso su “ La Lettura”, il supplemento culturale de “ Corriere della Sera”, di domenica 8 febbraio 2015 dove Ferrario fra l’ altro scrive parlando del paesaggio degradato delle campagne del casertano sottolinea come tutto ciò che è “ pubblico” viene concepito come “ res nullius, “ cosa di nessuno” tanto che “ le desolate immagini raccontano un conflitto che si svolge non tra una comunità e l’ altra ma all’ interno della comunità stessa come incofessata schizofrenia”. E’ la stessa sensazione che si può provare vedendo le rovine del complesso Pio Monte della Misericordia o sostando nel rudimentale parco per bambini o frequentando il puzzolente e disordinato mercato ambulante. Un tempo quelle rovine erano un complesso monumentale ma dopo 40 anni sono diventate “ paesaggio” e la gente ci ha fatto l’ abitudine. Se una comunità perde i luoghi civili o non li acquista scende la qualità stessa della classe dirigente – della politica e dell’ economia – perché non ci sono più i luoghi della “ formazione”.
Quando si discute di un unico Comune per l’ isola d’ Ischia si deve discutere di un efficiente Potere Civile che possa dare la stessa vivibilità e gli stessi servizi a 63mila abitanti oltre a dare un ordinato sviluppo economico. Il vero dibattito è questo.
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All’orizzonte non sembra esserci alcunchè di particolarmente positivo. La realtà ha un carattere tragico, caro Dr. Mazzella. Non appena potremo eleggere degli “offiziali” al posto degli attuali sindaci incominceremo a costruire la Città del Sole.