Ida Trofa | Torna la grana Oscar Rumolo. Da ieri, 4 novembre, lo storico funzionario lacchese dovrà essere reintegrato in servizio! Unica categoria D disponibile è quella dell’Ufficio Anagrafe. L’impressione è, però, che Pascale & Co vogliano tenerlo il più lontano possibile da Piazza Santa Restituta.
Da tempo Oscar Rumolo, con diversi provvedimenti e svariate comunicazioni ha più oltre evidenziato la volontà di riprendere il suo posto e non era escluso che volesse farlo ora!
Ora che la fase critica si è conclusa e nei palazzi del potere resta arroccata la stessa gente che con Rumolo ha operato e collaborato e, molto spesso, diretto le sue manovre gestionali e non. Ora che non ci sono più impedimenti e motivi giuridici ostativi che possano tenerlo fuori, ora che le elezioni sono passate e i ricorsi nel merito sono in fase avanzata.
L’ex responsabile degli affari economici e finanziari del comune di Lacco Ameno, poi spedito e non accolto alla commissione Terra dei Fuochi della Regione Campania, parcheggiato all’EVI a Villa Arbusto (voluto a tutti i costi da Pascale e contro il volere di Dionigi Gaudioso), ha già comunicato la sua messa a disposizione.
Lo sanno bene il Sindaco Giacomo Pascale, il segretario generale e, soprattutto, l’ufficio personale. Il dottor Rumolo “non ha più impedimenti ed è a disposizione per essere reintegrato in servizio”.
Intanto i tentativi politici di tenerlo lontano da Lacco Ameno proseguono.
Come andrà finire?
Il Consiglio di Stato ha già ampiamente chiarito in passato le modalità di riammissione in servizio del dipendente pubblico sospeso obbligatoriamente in conseguenza della misura cautelare restrittiva della libertà personale e fissa le condizioni necessarie per la sospensione cautelare facoltativa prima del rinvio a giudizio del dipendente. Lo ricordiamo per onestà di cronaca, Rumolo era stato coinvolto, con diversi altri funzionari e politici nella questione della “monnezzopoli lacchese-foriana” uscendone però indenne e senza alcuna conseguenza giudiziaria.
La controversia riguarda ora la questione politica ed amministrativa.
In ogni caso la questione è chiara: o reintegrano Rumolo oppure lo risarciscono.
Stando alla norma “l’amministrazione è tenuta a revocare la sospensione cautelare obbligatoria disposta nei confronti di un dipendente con decorrenza dalla data in cui ha notizia della cessazione della misura cautelare penale, e dunque del venire meno dell’impedimento allo svolgimento del sinallagma; dalla data di conoscenza della cessazione della misura cautelare penale, decorre anche il termine entro cui l’amministrazione deve valutare se riammettere il dipendente in servizio, ovvero applicare la sospensione cautelare facoltativa secondo cui l’amministrazione ha la facoltà, a seguito della revoca della sospensione cautelare obbligatoria, di valutare se debba disporsi la sospensione cautelare facoltativa, ove siano ritenute sussistenti ragioni di pubblico interesse, ostative alla ripresa del servizio.
Da un lato c’è poi il diritto alla percezione dell’intero trattamento economico è correlato all’effettivo ripristino e, dall’altro, che al dipendente può spettare un risarcimento per la tardiva ripresa del servizio solo nel caso in cui il ritardo sia colpevolmente ascrivibile alla condotta dell’amministrazione”. Tornerà il re di Lacco Ameno? Vedremo…