Il giudice Picciotti lo ritiene ancora pubblico ufficiale e dunque in grado di reiterare la medesima condotta
Nuove notizie giungono da palazzo di giustizia in merito all’indagine tuttora in corso sui rifiuti che interessano più da vicino il nostro territorio: Lacco Ameno e Forio. Per la posizione di Vincenzo Rando il suo difensore di fiducia qualche giorno fa ebbe a presentare un’istanza di revoca dell’obbligo di presentazione. Il gip si è invece uniformato al parere contrario dei pubblici ministero Arlomede e Sepe. Spiegando che il Rando a tutti gli effetti potrebbe in qualche modo reiterare la medesima condotta sul presupposto che è pubblico ufficiale e che tuttora ricopre un incarico di vertice presso il Comune di Forio. Non ha alcuna attinenza, ha scritto il giudice, che sia stato di fatto sollevato dall’incarico di dirigente dell’ufficio finanziario per essere allocato presso l’ufficio personale. Per il gip basta comunque essere inquadrato in una struttura pubblica per mantenere inalterato il pericolo e conservare la funzione apicale di pubblico ufficiale. La difesa aveva invece sostenuto tutt’altra tesi. Spiegando che il Rando non avrebbe mai potuto essere reintrodotto nello stesso ufficio finanziario proprio perché oggetto di una sentenza di condanna per abuso d’ufficio che ha fatto scattare inesorabilmente la legge Severino. Che di fatto obbliga a congelare tutti quei dipendenti che operano nella Pubblica Amministrazione e che subiscono una condanna già in primo grado.
Il tribunale del riesame si è intanto espresso sul ricorso presentato dall’indagata Giulia Di Matteo dichiarandolo inammissibile per carenza di interesse. Avendo già ricevuto dal gip la revoca della firma.
Non è stato ancora fissato, invece, il riesame per Oscar Rumolo.
Allo stato degli atti ci sono due degli undici indagati che non sono più sottoposti a quella famosa misura cautelare che, ricordiamo, coinvolge Salvatore Antifono (sottoposto alla firma), Vittorio Ciummo (ai domiciliari), Domenico De Siano (il cui provvedimento per i domiciliari è congelato in attesa della pronuncia del Senato), Carmine Gallo (obbligo di firma), Vincenzo Rando (anche lui alla firma), Oscar Rumolo (ai domiciliari) e Carlo Savoia (alla firma). Risultano altresì indagati ufficialmente Vincenzo Di Maio e Paolo di Frega Scotto, per i quali il gip aveva rigettato qualsiasi misura coercitiva.