La disinvoltura con la quale il tenente Antonio Stanziola utilizzava il telefonino, andando a ruota libera, ha messo nei guai il cugino, Maurizio Stanziola, attuale presidente della IV Sezione della Corte di Appello di Napoli, che si è ritrovato indagato dalla Procura di Roma. Tutto nasce dalle intercettazioni telefoniche su Stanziola vigile che si pose in comunicazione con il cugino magistrato per chiedergli un favore, essendo presidente di una delle sezioni della Commissione Tributaria. Un amico di Antonio Stanziola aveva ricevuto un accertamento dall’Agenzia delle Entrate per una bella somma e sperava nell’aiuto del cugino. Quel ricorso, alla fine, venne rigettato proprio dalla Commissione presieduta dal presidente Stanziola, che venne interrogato in qualità di persona sottoposta ad indagine il 20 maggio del 2014 presso la procura della Repubblica di Roma dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Corrado Fasanelli. Il presidente della Corte di Appello di Napoli Maurizio Stanziola rispondeva a tutte le domande e depositava in sua difesa una corposa documentazione sull’attività svolta dalla sua Commissione Tributaria inerente al caso segnalato dal cugino Antonio.
«DOMANDA: Da quanto tempo ricopre l’incarico di Presidente di una sezione della Commissione provinciale Tributaria di Napoli?
RISPOSTA: Sono stato nominato giudice della Commissione provinciale tributaria di Napoli nel 1990 e dal 2000 sono stato nominato presidente.
D.: Suo cugino Stanziola Nicola Antonio le ha mai parlato di una causa tributaria che vedeva come parte Falanga Giancarlo?
R.: Confermo che Stanziola Nicola Antonio mi ha talvolta segnalato alcune persone che avevano pendenze tributarie tra le quali anche Falanga Giancarlo, preciso tuttavia che tali segnalazioni come nel caso dì specie.
D.: Conosce Falanga Giancarlo?
R.: Premesso che sono conosciuto a Barano d’Ischia per la mia funzione e per l’esperienza ventennale maturata anche come Giudice tributario. Mio cugino Stanziola Nicola Antonio mi chiese se poteva venire a trovarmi perchè voleva un consiglio da parte mia una persona non meglio indicata. Trattandosi di mio cugino dissi di far venire questa persona. Si trattava di Falanga Giancarlo. A questi chiesi la ragione per la quale era venuto a trovarmi e in quella occasione scopri che si trattava di una causa che era pendente sul mio ruolo. Devo dire che la cosa mi ha infastidito, comunque ne parlai con il relatore dott. Di Cecilia, essendo la causa in riserva, chiedendogli di cosa si trattava. Questi mi disse che si trattava di un contenzioso nel quale c’era soprattutto un problema di riconoscimento di inerenza di costi e mi disse che vi era una incompletezza della prova.
Difatti il 27 giugno come da verbale di udienza che produco, la causa era stata posta in riserva sciolta il 31 ottobre del 2013 come da copia di verbale di udienza che produco quando si invitò la parte a integrare la documentazione sul punto. Cosa che venne fatta all’udienza del 12 dicembre 2013. Ricordo che in quella occasione il Falanga era presente e tentò di salutarmi io lo allontanai dicendo che doveva concludere il suo difensore, In effetti la documentazione venne poi esaminata dal relatore che dopo qualche tempo un mese circa disse che era tuttavia insufficiente perciò decidemmo in senso negativo per li ricorrente. Tra questo momento e il deposito della motivazione è passato diverso tempo perché, sebbene bravo, il Di Cecilia è piuttosto lento nella redazione degli atti. Produco in tal senso alcuni solleciti da parte mia e del Presidente della Commissione tributaria rivolti al Dì Cecilia. Preciso che l’ordinanza istruttoria del 27 giugno rientra in una possibilità prevista dal codice di rito della quale facciamo uso. Non sono in grado di dire esattamente quando il Falanga venne a trovarmi però tale incontro è sicuramente caduto dopo l’udienza del giugno 2013 alla quale ho fatto riferimento credo tuttavia prima dello scioglimento della riserva del 31 ottobre altrimenti non lo avrei invitato.
D.: Lei ha avuto segnalate da suo cugino Stanziola Nicola Antonio nel dicembre 2013 altre cause tributarie che vedevano parti, persone da lei conosciute, in particolare tale Di Costanzo Franco?
R.: Non ricordo che mio cugino mi abbia mai segnalato la persona nominata nella domanda. Preciso tuttavia che sono stato applicato presso la Commissione tributaria provinciale di Avellino dal 2011 al settembre 2013.
D.: Lei si è mai occupato della vicenda che riguardava la messa in sicurezza di muri di contenimento di proprietà private prospicienti la via Cavoni nel comune di Barano d’Ischia? Si è mai rivolto in tal senso a suo cugino Stanziola Nicola Antonio, si è mai rivolto al Sindaco del Comune di Barano d’Ischia? Ha mai sollecitato l’emissione di una ordinanza sindacale che riguardava tale messa in sicurezza?
R.: La mia abitazione sita in via Cavoni è raggiungibile attraverso una strada pubblica comunale larga non più di 90 cm. che presenta ai fianchi dei muri di contenimento in tufo di proprietà dei privati confinanti che sono pericolosi e rischiano di franare. Nella primavera estate scorsa mi sono recato dal Sindaco di Barano d’Ischia assieme ad altri proprietari con case prospicienti sulla medesima via per chiedere maggiore pulizia e un intervento su detti muri ai fini dello loro messa in sicurezza.
Non ho interessato del fatto mio cugino, non nego tuttavia di averlo interpellato successivamente in ordine all’andamento della procedura amministrativa che era stata aperta, tanto è vero che so che era stato fatto un sopralluogo da parte di tecnici del comune».
Infatti una stradina di 90cm va forse bene per 4 pescatori e caffoni delle terre di Testaccio ma per un mega giudice super importante ci vuole una mega strada da poter entrare con la Sua Ferrari! Non si fermi la Sig Giudice magari se fa fare una bella pista per elicotteri arriva pure il signor B per qualche party!