In un anno e mezzo ha collezionato ben tre provvedimenti dopo le denunce della moglie e a breve arriverà una nuova sentenza
Il giudice del dibattimento ha revocato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che era stata emessa dal gip a giugno scorso ai danni di G.I., accusato di stalking nei confronti della ex consorte. Un provvedimento cautelare resosi necessario, secondo il pm, dopo che era stato intravisto nelle vicinanze dell’ex moglie, violando di fatto un provvedimento della stessa autorità giudiziaria che gli imponeva di non frequentare gli stessi luoghi e comunque evitare di avvicinarsi per qualsiasi motivo alla parte offesa. Resta comunque ristretto ai domiciliari per un provvedimento che era stato adottato qualche settimana prima dal collegio della Corte di Appello, dove è stato giudicato per il primo episodio di stalking. La difesa ha ovviamente proposto ricorso per Cassazione. E’ pronta una seconda istanza di revoca della misura coercitiva, che dovrebbe essere depositata nei prossimi giorni alla Corte, in cui si sottolinea che sono del tutto venute a mancare le esigenze cautelari. G.I. per il secondo episodio è stato tratto a giudizio con decreto immediato dal gip. La difesa aveva proposto un patteggiamento della pena in continuazione con la prima condanna, richiesta che il pm non ha ritenuta congrua e la stessa istanza potrebbe essere riproposta dinanzi al giudice del dibattimento.
Una vicenda che vede protagonisti marito e moglie che dopo la separazione hanno avuto diverse discussioni, più o meno accese, e che sono sfociate, secondo l’accusa, in una serie di reazioni ben sopra le righe dell’attuale imputato. Ci sono stati già dei giudizi, il primo dinanzi al gup con il rito abbreviato, ove fu condannato alla pena di due anni e quattro mesi di reclusione, poi ridotti dalla Corte di Appello a un anno e sei mesi. Dopo quest’ultima condanna, ha innescato il secondo episodio che si ritrova oggi all’attenzione del giudice del dibattimento. Collezionando in poco tempo ben tre provvedimenti coercitivi in un periodo molto stretto, un anno e mezzo. Poi l’incontro casuale, dice l’imputato, in via Porto a Ischia, mentre la donna riferiva ai carabinieri che era stata di fatto “pedinata”, seguita innescando una scenata e accusandola in modo plateale dinanzi a tutti. Una ricostruzione smentita dall’imputato, che riferiva durante l’interrogatorio di garanzia di non aver mai proferito parolacce e che appena l’aveva intravista passeggiare per la Riva Destra, si era immediatamente allontanato, proprio per evitare di incrociarla. Ben conscio di poter incorrere nelle sanzioni previste dalla legge per non essersi allontanato, o comunque di aver frequentato gli stessi luoghi della moglie. Cercando di precisare ancora che il tutto era durato pochissimi attimi, il tempo di ritornare sui suoi passi e allontanarsi nella direzione opposta.