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Il martello e l’incudine | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 27 settembre 2023

E’ assolutamente normale che nella dialettica politica reggano questioni di principio tra uno schieramento e l’altro, in modo da mantenere ben chiara la linea di demarcazione tra chi ha vinto e chi ha perso le elezioni; oppure, se Vi piace di più, tra chi esercita il potere in forza del mandato popolare e chi scalpita dai banchi dell’opposizione per averlo perso.

E’ altrettanto evidente, però, che per un comune mortale non sia comprensibile come il dibattito tra partiti e schieramenti possa spesso ignorare quelli che sono i vantaggi di provvedimenti oggettivamente condivisibili, così come la necessità indiscutibile di terminare gli svantaggi per la comunità derivanti da scelte adottate in un recente passato e non più sostenibili nell’interesse di tutti.

Ed è ancora più discutibile, per quanto normale, l’incapacità delle singole parti di comprendere, seppur a malincuore, quando è il momento di terminare una battaglia dialettica contro l’avversario di turno, pur di favorire quelle scelte che, a prescindere dagli effetti pregressi, oggi possono rappresentare un’ancora di salvezza per molti.

E’ il caso del Superbonus 110 e della tanto agognata proroga.

Fin quando Giuseppe Conte del Movimento Cinque Stelle ha continuato ad attaccare il Governo Meloni per la decisione -a suo dire- scellerata di privare gli Italiani di un beneficio assolutamente gratuito istituito dal suo esecutivo durante il Covid, ha ottenuto in cambio una reazione a cascata di effetto assolutamente contrario, pronta a sbugiardare questa sua affermazione del tutto campata in aria in base a oltre 160 miliardi di costi documentati per il bilancio dello Stato e a favore di solo il 3% del patrimonio immobiliare italiano. Ma quando il suo tiro si è decisamente abbassato, per non dire spento del tutto, ecco spuntare nuovamente all’orizzonte non solo la proroga di tre mesi per i condomini, ma anche ulteriori misure agevolative che, seppur fortemente riviste, tornano ad aiutare il mondo dell’edilizia e le famiglie che necessitano realmente di rivalutare, ristrutturandolo, il proprio immobile di proprietà.

Ecco, quindi, che il vecchio aforisma, “quanno sì martiello, vatte. Ma quanno sì ‘ncudine, statte!” calza a pennello per sollecitare la coscienza di molti di questi signori che fin troppo spesso, con la pancia ben piena, giocano sulla pelle altrui.

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