Nel suo intervento all’incontro a Palazzo Reale il Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale dott. Fabio Ciciliano ha toccato diversi aspetti. Ha esordito: «Grazie per avermi ospitato nuovamente sull’isola d’Ischia. È stato un piacere tornare qui due volte in poco tempo, nonostante le complicazioni delle varie funzioni. Come sapete, l’isola d’Ischia è il luogo dove ho iniziato la mia carriera lavorativa. Ho studiato e lavorato qui decenni fa, in un’altra fase della mia vita professionale. È sempre un grande piacere tornare. Il mio intervento si divide in tre parti, iniziando dai ringraziamenti. Questi non sono solo formali, ma sinceri perché coinvolgono le strutture operative impegnate nelle attività a Ischia e oltre. Ringrazio la Soru, i colleghi della Prefettura e del CCS, i Comuni, la Marina Militare e i sindaci. Dal mio arrivo a settembre, ho trovato comunità mature e organizzate. Questo dimostra che l’emergenza e la prevenzione sono ben gestite grazie alla vostra dedizione. Spesso parliamo di sussidiarietà senza capirla davvero. Tuttavia, in questo momento, voi siete un chiaro esempio di sussidiarietà orizzontale. Come ha detto l’ingegnere D’Angelo, state mettendo insieme risorse organizzative per il bene comune. Questo lavoro congiunto è fantastico e dimostra come le comunità dell’isola d’Ischia possano cooperare, superando le divisioni locali».
LA CULTURA DEL RISCHIO
Ciciliano si è poi soffermato sull’esigenza di affrontare certe problematiche andando al di là dei confini locali e su come coinvolgere la popolazione: «Il motivo per cui è accaduto ciò che è successo due anni fa potrebbe essere collegato al terremoto avvenuto diversi anni prima. È possibile che la presenza di una figura di coordinamento come il commissario di governo, con le sue competenze specifiche, abbia avuto un ruolo. Tuttavia, indipendentemente dalle cause, è necessario ricominciare a discutere di questi ambiti perché, come ha detto il sindaco, sono questioni che rimangono rilevanti e devono essere gestite. Questo vale al di là della percezione individuale delle proprie responsabilità. Spesso, il volontariato organizzato mostra una maturità maggiore rispetto alle amministrazioni locali, poiché si concentra meno sui confini amministrativi. È importante che queste esperienze siano condivise oltre i confini locali per diventare patrimonio comune. L’esempio dell’isola può essere utile in questo senso.
Il sindaco mi diceva che bisognerebbe ripetere gli scenari con la popolazione. Tuttavia, durante le attività di Protezione Civile, si testa il sistema di risposta all’emergenza senza coinvolgere normalmente la popolazione, tranne in rari casi. L’abbiamo fatto per certi test durante l’esercitazione dei Campi Flegrei. La comunicazione del rischio e la consapevolezza delle comunità non avvengono durante le esercitazioni, ma nella vita quotidiana attraverso le scuole, iniziative e attività addestrative. Non si può aspettare un’esercitazione per diffondere la cultura del rischio; questo deve essere fatto in condizioni ordinarie».
L’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE
Prevenzione significa anche formazione: «Il sindaco ha affermato che ora, anche dal punto di vista turistico, l’isola sembra più sicura. No, sindaco, l’isola è sicura. Ha spiegato che grazie alla collaborazione con il commissario, la capacità di gestire l’emergenza è stata migliorata tramite attività addestrative. Si stanno perfezionando le azioni fatte per rafforzare le procedure efficaci e correggere quelle meno efficienti.
Questa attività è essenziale perché migliora la percezione di sicurezza sull’isola. L’addestramento rende l’isola più sicura, anche se non elimina del tutto il rischio di nuovi eventi o perdite. Il sistema è progettato per aumentare la resilienza dell’isola. Perché offre l’opportunità di avere un impatto significativo sul territorio e sulle comunità locali. La formazione dei dipendenti è un aspetto cruciale. Alla mia destra, ho il direttore Giulivo che, all’interno della sua struttura regionale, gestisce una scuola di formazione dedicata. Questa risorsa è a disposizione vostra, dei vostri dipendenti volontari e di tutti coloro che necessitano di formazione.
La formazione deve essere vista come un investimento, non come una spesa. Un dipendente che frequenta un corso non perde tempo, ma migliora le proprie competenze, contribuendo così anche alla crescita del contesto lavorativo in cui è inserito.
Le attività in corso sono principalmente di prevenzione, come la gestione dei costi. La messa in sicurezza del territorio comporta spese che devono essere viste come investimenti preventivi. Al contrario, spendere fondi dopo un’emergenza rappresenta un costo reale senza contribuire alla protezione futura del territorio.
La prevenzione è un investimento, mentre i costi per l’emergenza sono spese vive. Investire nella prevenzione permette una gestione efficace delle emergenze nelle comunità colpite. Se si fosse pensato alla prevenzione a lungo termine, si sarebbero potuti evitare molti problemi, dimostrando rispetto per le generazioni future».
CONCENTRARSI SUGLI ASPETTI OPERATIVI
Infine, ha esortato a guardare alle esigenze concrete, come la necessità di individuare il Comune capofila del COI abbandonando logiche campanilistiche: «Il Centro Operativo Intercomunale di cui si sta parlando necessita dell’identificazione del Comune capofila. Chi fa il Comune capofila lo decidete voi. Quali sono i criteri? Decidete voi. Chi contribuisce di più dal punto di vista economico, chi ha governance operativa della sala di monitoraggio di cui parlava l’ingegnere D’Angelo, chi ha una maggiore capacità di risparmio o di ottimizzazione di risorse, chi ha maggiore personale, non lo so qual è il motivo per cui si deve assumere questa decisione, però decidete. Spostate il campanilismo come avete già fatto in questa esperienza dell’esercitazione. Perché la centrale sarà sicuramente dentro uno dei Comuni a meno che non decidiate di farla sulla terraferma in maniera democristiana. Questa non è la centrale intercomunale del Comune X, è la centrale del Comune dell’isola d’Ischia.
Vi incoraggio a continuare su questa strada. Sarebbe un peccato irrigidirsi su posizioni di campanile invece di concentrarsi su aspetti operativi. Il commissario Legnini ha evidenziato che, nonostante la pianificazione, abbiamo dovuto adattarci agli eventi recenti. Un sistema maturo deve rispondere rapidamente alle emergenze. Il lavoro fatto dalle comunità è fondamentale e impegnativo. Questa azione dovrebbe essere un esempio nazionale per mostrare come gestire l’emergenza con flessibilità. Avere territori e strutture preparati significa governare meglio e ridurre vittime e feriti».