4WARD di Davide Conte
“…ed ecco che un cittadino fortunato ha sentito il dovere di ricordarsi di coloro che fortunati non sono; ha sentito il dovere di pagare, almeno parzialmente, il suo debito verso la fortuna. Io credo che questo sia un obbligo morale e che non ci sia nulla di particolarmente meritevole nell’averlo fatto.”
(Angelo Rizzoli, dal suo intervento all’inaugurazione dell’Ospedale intitolato a sua moglie Anna)
26000 accessi al pronto soccorso del “Rizzoli” in tutto il 2015. Sì, avete capito bene. Quando la scorsa settimana mi ci recai con mio figlio Alessandro per un piccolo ma necessario controllo, venni a conoscenza di questo dato a dir poco incredibile. L’amato-odiato Ospedale di Ischia donatoci da Angelo Rizzoli, il nostro benefattore per eccellenza, l’uomo che di fatto ha tracciato il percorso della repentina quanto miracolosa evoluzione della nostra economia trasformandoci in pochi lustri da contadini, pescatori e naviganti in azionisti di una delle più amate ed importanti località turistiche al mondo, in un anno ha accolto la media di circa settanta persone al giorno con le patologie più disparate. Ischitani e turisti, in tanti e spesso hanno varcato quella soglia, magari sottoponendosi anche a qualche attesa eccessiva, talvolta per sottoporre problemi realmente seri, altre volte approfittando del servizio con la tipica faciloneria nostrana per scroccare al “pubblico” qualche esame diagnostico, ma sempre e comunque trovando personale pronto a fornire a tutti una risposta. Vanno inoltre evidenziati i 338 parti dell’anno appena trascorso (non sono i circa 600 di un decennio fa, ma resta un numero considerevole per un’isola come la nostra, quasi uno al giorno) e i circa 1300 interventi chirurgici, molto meglio di ogni altro reparto omologo della ASL Napoli 2 nonostante la chiusura per lavori e la sola chirurgia d’urgenza in agosto; una mole di lavoro di alta qualità, quest’ultima, che potrà senz’altro migliorare dall’apertura della terza sala operatoria, prevista per il 24 gennaio.
Nessuno è infallibile, tutto è perfettibile. E questo vale anche per un presidio ospedaliero e per chi ci lavora! Il Rizzoli potrebbe essere certamente migliorato sotto molti aspetti, ma se lo rapportiamo a svariate realtà della terraferma non solo ci rendiamo conto di essere già fortunati ad averlo, ma è facile accorgersi che, nel nostro piccolo, godiamo di un presidio d’eccellenza in grado di salvare ogni anno migliaia di vite. Alcuni amici di Cassino che ho avuto qui ad Ischia una decina di giorni fa mi raccontavano che il loro nosocomio locale è ormai smantellato e ridotto ai minimi termini, con molti reparti chiusi da tempo. Eppure Cassino conta quasi 36.000 abitanti, con un hinterland piuttosto folto e, di conseguenza, una domanda sanitaria decisamente importante; ma nonostante ciò, la quasi totalità dei cassinati preferisce, in caso di necessità, recarsi a Frosinone o addirittura a Roma. E senza andare troppo lontano, tralasciando il pur facile e insostenibile paragone con le nostre vicine Procida e Capri, pochi anni fa mi raccontarono che anche Sorrento, a cui spesso invidiamo l’altissimo e ben distribuito flusso di stranieri di qualità da noi quasi scomparsi del tutto, possiede un ospedale con serissimi problemi strutturali e d’organico, indegno di una località turistica di grido. Qui, invece, con l’aiuto del Buon Dio, anche rilevanti emergenze riescono ad essere gestite con ottimi risultati. Manco a farlo apposta, proprio mentre sto scrivendo e ho appena appreso la dipartita della cara Prof. Antonietta Giusto, il mio amico Antonio sta volando verso il Cardarelli, dopo che proprio l’UTIC del Rizzoli è riuscita a trattare alla grande la sua ischemia in corso: in bocca al lupo, Antò!
Abbiamo letto di recente di alcuni casi in cui parenti di pazienti deceduti in quel del Rizzoli per diagnosi ritenute non convincenti hanno fatto ricorso alla Magistratura per accertare eventuali responsabilità. Tutto legittimo, ci mancherebbe altro. Se c’è qualcuno che ha sbagliato, è giusto che paghi! Ciononostante, io sono convinto che non tutti hanno ancora inquadrato nel migliore dei modi l’importanza di avere una struttura del genere qui ad Ischia; o perlomeno difficilmente lo capiranno prima -auguriamoci mai- di averne bisogno. In tutti i suoi reparti, i cui ottimi direttori (Alberto Marvaso in chirurgia, Dario Sorbo in ortopedia, Roberto Buonanno in rianimazione, Ciro Di Gennaro in medicina, Nello Sansone in cardiologia, Giacomo Spera in radiologia, Geppino Parisi in pediatria e Attilio Conte in ginecologia -credo e spero di non dimenticare nessuno-) vantano colleghi di tutto rispetto ed un personale paramedico in grado di completare un’organizzazione tutto sommato invidiabile, il servizio è decisamente continuativo nonostante mille difficoltà, con punte di altissima intensificazione nel periodo di alta stagione turistica. Il Rizzoli è più di un monumento, di un patrimonio, di un familiare: definitelo come meglio credete, ma per carità, non siate mai disposti ad accettare che qualcuno Vi costringa a rinunciarVi!
Perché… vedete, se dalle nostre parti c’è un bene da difendere con i denti, un bene che di certo verrebbe rimpianto dopo averlo perso, ecco, quello è l’Ospedale Rizzoli, il “nostro” ospedale! Una struttura che Ischia, dal 21 ottobre del 1962, non si ritrova certo grazie alla politica (anzi, proprio questa ha provato in tutti i modi a chiuderlo o, al limite, a ridimensionarlo fortemente) ma che proprio dai tempi di Peppino Brandi presidente dell’allora USL 21 ha cominciato un cammino di altissimo livello che ha pur conosciuto qualche incidente di percorso, ma i cui vantaggi per la nostra Comunità ne fanno pendere nettamente dalla loro parte il piatto della bilancia.
Impariamo perciò a rispettare di più il “nostro” Ospedale, esaltandone i pregi e tollerandone più possibile i difetti. Proprio come si fa con un buon amico! E comunque sia, valga per chiunque, giù le mani dal Rizzoli!
Complimenti Davide, come sempre, oltre ad esprimere in modo chiaro cio’ che e’ in realta’ un tributo dovuto da noi tutti verso un uomo d’altri tempi che con lungimiranza e intelligenza non comune, seppe dare una “spinta” non da poco al futuro di un’isola semplice e povera di idee, sei riuscito ancora una volta a dire…cio’ che ripeti di continuo nei tuoi articoli: “evitiamo di sputare nello stesso piatto i cui mangiamo”.
Vedi, e’ per questa ragione che trovo difficolta’ a dire quello che ho vissuto in prima persona come ammalato e quante cose ho scoperto di assurdo in un ospedale che davvero meriterebbe di essere un’eccellenza.
Posso testimoniare, avendo negli ultimi anni dovuto accompagnare molto spesso la mia anziana mamma, della grande professionalità e soprattutto della prontezza, in tantissimi casi, dei medici del Pronto Soccorso. Mamma, che poi purtroppo è lì deceduta e non certo per colpa dei medici del nostro preziosissimo presidio, ha avuto tutte le analisi, tutte le cure ed i controlli, anche in piena notte, più di una volta e senza alcun fastidio da parte di tutte le componenti. Apprezziamo lo sforzo di questi medici e diamo loro una pacca sulla spalla. Ringraziamo ancora una volta il padre di tutti gli ischitani, ANGELO RIZZOLI, il milanese che più di ogni altro ha amato Ischia e gli ischitani. Senza alcun interesse economico come possono testimoniare tutti coloro che lo hanno conosciuto sia direttamente che indirettamente. Bravo Davide nel rimarcarlo.
Io mi sentirei anche di spingermi oltre e di affermare che l’ospedale Rizzoli oggi é diventato un’eccellenza dell’isola d’Ischia e guai a non capirlo e a non preservarla.