venerdì, Aprile 18, 2025

“Il Paese sono io. E chi non l’ha capito, lo capirà.” | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 5 aprile 2025



“Dunque. Parliamoci chiaro, senza troppi giri di parole. Ho preso una decisione, e non è una di quelle da mettere ai voti. Il porto turistico adesso lo gestisce il Comune. Cioè, lo gestisco io. Sì, proprio io. Non mi sono svegliato una mattina con la voglia di litigare con mezza città: semplicemente, ho deciso che le cose dovevano cambiare. Perché? Perché posso. E chi non è d’accordo può accomodarsi fuori dalla porta (quella senza vista mare, ovviamente).Ora, lo so che ci sono dei mal di pancia: gente che mormora, qualche alleato con la coda di paglia che si preoccupa della gestione diretta temendo che non potrà più metterci le mani, qualche imprenditore con troppi sogni e troppi crediti non riscossi nei miei confronti e a diverso titolo. C’è anche chi si chiede come mai, guarda caso, proprio adesso che la gestione era vacante, la mia barca — pardon, quella di famiglia — sia sempre lì, in bella mostra, col posto fisso in banchina. Bella domanda. Ma sapete com’è… certe barche, certi cognomi, non si spostano. E poi, siamo sinceri: volete davvero controllare se ho pagato o no il posto barca? Con tutto quello che c’è da fare in questo paese, proprio questo vi interessa? Ridicoli.E sull’imprenditore mio ex amico rimasto a mani vuote che adesso cerca giustizia… beh, gli auguro buona fortuna. Davvero. Lo rispetto, ha avuto pazienza. Ha tirato fuori e anticipato un bel gruzzoletto, quando mi è servito. Ma adesso ha capito che non lo rivedrà più. E ha pensato bene di reagire. Giusto. Reazione naturale, umana. Ma inutile. Perché io, con tutto il rispetto, non rispondo ai privati, anche se ex amici o addirittura parenti con i quali venir meno ai patti. Io rispondo al paese. E siccome il paese sono io, mi rispondo da solo. Perfettamente in linea, non trovate?Ci sarà da pagare qualche spesa legale? Qualche risarcimento? Ma sì, può darsi. Soldi pubblici, ovvio. Ma cosa volete farci: ogni uomo di visione ha il suo prezzo. E ogni capriccio di chi comanda, prima o poi, si paga. Ma la differenza è che sono io a decidere chi lo paga. E non sarà certo il sottoscritto.Qualcuno insinua che io stia facendo la guerra a uno a cui dovrei essere riconoscente per la vita, magari saldando il cospicuo debituccio accumulato con lui. Ma vedete, la riconoscenza è una cosa romantica, poetica. Appartiene a un mondo che non esiste più. Qui ci sono solo i rapporti di forza. E il porto, oggi, è un campo di battaglia. Lo vogliono tutti, eppure ce l’ho io. E chi non lo accetta, può andare a ormeggiare altrove. Perché quello più forte sono io. O almeno, posso sentirmi tale, fino a prova contraria.Oltretutto, in un momentaccio come questo in cui si è ripreso a parlare di me e non certo sul Corriere dei Piccoli o sul Messaggero di Sant’Antonio e men che meno a proposito di argomenti legati al turismo, alla filantropia, alla gastronomia o al buon governo che presto potrebbero vedermi nuovamente protagonista di vicende tutt’altro che gradevoli, non vi sembra giusto che io spari tutti i miei colpi fin quando ne avrò in canna e prima che mi disarmino ancora? Del resto, ve lo ricordate o no che tra un salto della quaglia e l’altro, su quella benedetta poltrona non mi ci ha catapultato nessuno con la forza, ma lo avete voluto voi concittadini e anche a furor di popolo? E adesso, cos’avete da lamentarvi? Vi piace? No? Non importa. Perché la politica vera non è quella dei buoni sentimenti. È quella del controllo. E se qualcuno si aspettava che io facessi il bravo ragazzo, quello che restituisce favori, che rispetta gli accordi, che lascia fare agli altri… ha sbagliato film. O, meglio ancora, ha sbagliato sindaco. A cominciare da quando mi ha votato ancora.”

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