lunedì, Dicembre 23, 2024

Il profilo. Legnini, l’uomo dei terremoti e non solo

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Ida Trofa | Comincia così, lontano dalle ferite, dall’isola, l’ultima stagione sismica ischitana. Legnini dopo la ricostruzione in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio, si occuperà della Campania. La scena va all’ex sottosegretario del PD, l’uomo per tutti i terremoti. Una ricostruzione di stampo chiaramente politico, piuttosto Che tecnico come era stato sin qui nonostante le ingerenze e lo spoil system (né Giuseppe Grimaldi, né Carlo Schilardi hanno avuto ruoli da politico).

L’esponete PD invece ha ricoperto il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo Letta dal 2013 al 2014 e di Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze nel governo Renzi nel 2014. Poi dal 2014 al 2018 è stato vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo la parentesi al Csm nel dicembre 2018 è stato candidato alla Presidente della Regione Abruzzo per il centrosinistra perdendo la sfida con l’esponente di centrodestra Marco Marsilio.

Dopo una breve parentesi da consigliere regionale con il Governo Conte due (Pd-Cinquestelle), il 14 febbraio 2020 diventa commissario straordinario di Governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia. Inutile dire come anche qui si registrino notevoli ritardi nella ricostruzione nonostante un cospicuo stanziamento del Governo a quasi 6 anni di distanza e l’intervento del super commissario Legnini non è servita a granché. A dirlo è la stessa Corte dei Conti che il 14 febbraio 2022 ha registrato la nomina di Legnini a commissario di Ischia.

La magistratura contabile in una relazione fa notare che al Commissario governativo pur avendo a disposizione, al 30 giugno 2021, circa 4,388 miliardi di euro non ha messo a frutto tali stanziamenti: “A fronte di entrate della contabilità speciale del Commissario sono state registrate, nella medesima contabilità, giacenze inutilizzate per le finalità alle quali erano destinate per diversi anni e per ingenti importi pari, al 31 dicembre 2020, a complessivi 1,769 miliardi”. Questo è quanto si legge nella relazione dei magistrati della Corte. Ma c’è di più e va oltre la tragedia della Ricostruzione. Legnini nella sua ampia carriera è stato al centro di diverse tematiche anche legate al suo ruolo nel Csm e al suo rapporto con Luca Palamara, l’ex magistrato, che fu membro del Csm e presidente Anm.

Legnini è assurto alle cronache per la pubblicazione di alcune chat private con Luca Palamara. Nei messaggi l’argomento principale verte sul caso Diciotti in cui è finito sotto processo l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. All’epoca, l’esponente dem, vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, sarebbe intervenuto su Palamara. Secondo quanto emerso da quelle chat il giorno dopo l’iscrizione di Salvini nel registro degli indagati, Legnini fa pressioni su Palamara perché il Csm produca una nota in favore dei magistrati. Nota poi redatta. Per quelle chat non c’è nessun risvolto giudiziario eppure furono motivo di polemica. Salvini attaccò duramente l’ex vicepresidente chiedendo l’intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Tutto si concluse con il solito nulla di fatto.

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