Credevate me ne fossi dimenticato? E invece no. Oggi parlerò di Antonello Venditti e le sue “uscite” fuori luogo, quelle degne di suscitare la peggior antipatia anche nei fans più sfegatati.
Quanto accaduto a Barletta un paio di settimane fa (Venditti se l’è presa di brutto con una ragazza disabile che emetteva suoni gutturali durante uno dei suoi ammorbanti monologhi), nonostante un addetto al palco gli avesse fatto notare all’orecchio che si trattava di una persona “speciale”, di certo non consente a nessuno di definirlo “mostro” come lui stesso ha poi dichiarato in un videoselfie di scuse alquanto scontato del giorno dopo, ma è figlio di un atteggiamento tracotante e irriguardoso che sovente gli appartiene. Va ricordato, infatti, che nel 2019, Venditti diede vita a quello che, successivamente, derubricò a mo’ di semplice “equivoco”, dichiarando dal palco: “Ma perché Dio ha fatto la Calabria? Lì non c’è niente. Spero almeno facciano il Ponte, così la Calabria esisterà». E chissà quanti altri episodi ancora ne avranno caratterizzato negativamente il percorso artistico in pubblico, di cui magari non si ha notizia solo perché avvenuti in un’epoca in cui non esistevano né internet né -di conseguenza- i social network e gli stessi cellulari.
Quanto agli ammorbanti monologhi di cui sopra, va rilevato che essi rappresentano un po’ il leit motiv degli attuali concerti di Venditti, che probabilmente in questo modo guadagna tempo sulla durata del concerto o, magari, recupera semplicemente un po’ di fiato per la sua voce che, com’è giusto che sia, col passare del tempo non è certo più quella di una volta. Sta di fatto che ad un recente concerto a Roma, a cui ha assistito un mio carissimo amico (peraltro imprenditore leader nel settore dello spettacolo), Venditti avrebbe letteralmente ESORDITO sul palco (quindi prim’ancora di cantare la prima canzone) con una di queste elucubrazioni e, per giunta, su un tema tutt’altro che degno di una serata in allegria: morte e sepoltura.
Ma anche ad Ischia il buon Antonello vanta una “performance” -fortunatamente per lui, privata- tutt’altro che piacevole. Una sera, nel corso di una vecchia edizione di Piano e Jazz, fu ospite insieme a parte degli organizzatori dell’evento nel “fu” Bar Calise di Piazza degli Eroi per una cena. Il Cav. Emiddio, da sempre esemplare padrone di casa, riservò a quel tavolo tutti gli onori possibili in termini di servizio, privacy e con tanto di musicista dedicato. Il risultato? Vederlo sbuffare ed usare espressioni infastidite e di disapprovazione per l’intera serata. Fortuna che non c’ero…
È proprio vero, come recitava un vecchio adagio, che “il denaro fa l’uomo ricco, l’educazione lo fa signore”.