Arriva una “velina”, scritta dal fido Mario Corcione. Un’auto-intervista in piena regola. Il buon Lello Carlino avrà pensato: “Non mi chiama più nessuno, mi faccio sentire io…”. È ora di pranzo. Più che ad un piatto di pappardelle coi funghi o un arista di maiale con un bel contorno di patate, l’uscita somiglia tanto ad un bicchierino d’amaro. Amaro Carlino più che “Amarischia”. Il patron era abituato a ben altre esposizioni mediatiche. A parlare almeno una volta alla settimana, se non due. Solo quando era impegnato all’estero il suo silenzio superava le due, a volte tre settimane. Raffaele Carlino, Lello per gli amici, per gli sportivi e pallonari in generale che hanno avuto il piacere di conoscerlo, dice la sua a trecentosessanta gradi senza contraddittorio. Dice addio al calcio inquinato (ma quello all’Ischia non era noto da tempo?), intende riprendere il discorso al femminile, non si definisce un pollo da spennare ma altro non dice. Lo diciamo noi…
Carlino saluta Ischia, isola ingrata, ma si dimentica di svelare il mistero di come tanti danari siano stati buttati letteralmente a mare. Ci risulta che è in corso una rateizzazione di una parte del pregresso. Soldini che saranno sborsati da chi verrà dopo di lui o… basterà una fettina dei contributi fiorentini?
L’auto-intervista si chiude con l’annuncio del ritorno al calcio femminile. Lo stesso che – sono i dati di fatto a dirlo, non le chiacchiere – Carlino aveva abbandonato l’anno scorso con tanto di retrocessione nella seconda serie. Dietro le magliette e gli eleganti pantaloncini delle virgulte della pedata partenopea, però, si nasconde ben altro. Lo abbiamo appreso ieri mattina leggendo una lunga intervista di Italo Palmieri al “Corriere del Pallone”, giornale di cui nutriamo una simpatia enorme perché ci ricorda tanto il nostro vecchio, amato “Sport Isolano”.
Italo Palmieri, pallonaro di vecchia data, ha parlato apertamente (non ama nascondere mai nulla, è squisito come un pezzo di pane di Boccia) di «vincere la battaglia per il “Collana”», leggi gestione dello stadio del Vomero. Riportare in auge il calcio femminile ma creare anche una squadra maschile, ma non amatoriale…. «Spero di fare con Carlino la seconda squadra cittadina, ma come piace a noi – dichiara Palmieri all’amico Fulvio Gais –. Partendo dal basso, cominciando con i giovani e senza i contorni dannosi». Non saprei dire se i “contorni dannosi” si riferiscono anche alle recenti gestioni della nostra amata Ischia…
Italo Palmieri è amico di vecchia data di Carlino e anche lontano parente. La frase del patron (riferita alla salvezza dell’Ischia) «Me lo dice il cuore, l’unica cosa in me che è rimasta e rimarrà per sempre gialloblu» la conserveremo gelosamente nel cassetto. Per riproporla al momento opportuno, senza tema di smentita. Già qualche mese fa scrivemmo della “storia” dello stadio del Vomero: evidentemente i tempi sono maturi per traslare il “progetto” altrove.
In bocca al lupo a Carlino, nella speranza di rivederci presto su un rettangolo verde. Lui con la sua squadra “cittadina”, noi con la nostra “isolana”. E può stare certo che la nostra indosserà sicuramente i colori giallo-blu, che sosterremo fino a quando il Padreterno ci darà la forza di farlo.
GIOVANNI SASSO
IL SASSO NELLO STAGNO | ADDIO GIÀ NOTO. O NO?
Caro Giovanni, essendo stato tirato in ballo, e’ con molto piacere che colgo l’occasione per dire per la prima volta dopo tre anni la mia sulla vicenda Ischia – Carlino. Tu sai che entrambi siamo,davvero,ischitani d’adozione le nostre famiglie sono vissute ad Ischia intere stagioni e noi sin da piccoli abbiamo cementato amicizia,divenuta poi parentela( mio fratello Carlo ha sposato Luisa seconda sorella di lello) proprio nelle stagioni Ischitane. Da sempre la nostra passione per il calcio ci ha sempre accomunati sin dai tempi in cui io muovevo i miei primi passi da dirigente-giornalista e lui giocava nelle giovanili della Living Patrizia. Altri tempi. Nel 2003 avemmo l’idea di fondare una scuola calcio innovativa fatta da amici con un comparto femminile che anno dopo anno ci ha coinvolto sempre di piu’ Siamo arrivati in A ,sfiorando la conquista di una Coppa Italia,con successi strepitosi,ed un record che ancora oggi ci pone tra le prime 10 squadre europee (anche considerndo quelle maschili ) imbattute con una continuita’ di quasi tre anni.Inoltre abbiamo riconsegnato ,con i nostri sacrifici economicim il Collana al Calcio,dove era interdetto da oltre 15 anni,ponendoci come interlocutori affidabili per una eventuale gestione diretta della gloriosa struttura napoletana.Detto questo, Lello ha sempre avuto il pallino di scendere in campo anche al “maschile” ed alcuni anni fa ha deciso di cominciare a far calcio ad Ischia. Io ,proprio perche’ “pallonaro” di vecchia data ( questo tuo aggettivo mi riempie di orgoglio ) ho subito disapprovato. E Ischia in questo non c’entra nulla. Avete un isola stupenda,la amiamo tutti,avete dei tifosi da far invidia alle migliori tifoserie campane, ma il mio giudizio su un certo tipo di calcio e’ proprio quello che ho espresso nella mia intervista al Corriere del Pallone. Sono quelli che nell’intervista Gais ha definito ” i contorni dannosi” che stanno ammazzando il calcio ,anche dilettantistico , che noi amiamo tutti. Quali sono ? : l’elenco e’ lungo: dirigenti ,specie in via d’estinzione, calciatori,allenatori e procuratori,insomma addetti ai lavori ,che non hanno ancora capito che questo tipo di calcio è finito.Non da piu’ la possibilita’ a loro di vivere e soprattutto devasta un tessuto sociale giovanile illudendo famiglie e ragazzi che poi si troveranno a 30 anni senza lavoro e senza un futuro, disillusi e sconfitti nella vita.Insomma un sistema tutto da rifondare. Questo “sistema” non appartiene a noi. Lello Carlino e’ un imprenditore che non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno .E’ una persona per bene, si e’ catapultato nel progetto Ischia a tal punto che dopo poco ho anche ritenuto opportuno non dissuaderlo piu’ ,tanto ne era innamorato. Ed infatti poche volte sono stato a seguire le partite proprio perche’ vedevo tante cose che non mi appartenevano , tante situazioni che poco hanno a che vedere col calcio che noi amiamo.Eppure qualche piccolo consiglio avrei potuto darlo. Piuttosto mi spiace che tanti Ischitani che lo conoscono da anni non l’hanno difeso come meritava ,salvaguardando un patrimonio di entusiasmo e passione che era divenuto ormai dell’Ischia Calcio. Certo qualche errore d’inesperienza potra’ anche averlo fatto ma spettava a coloro che dicono di amare l’Ischia veramente stargli vicino aprendogli gli occhi e ripeto proteggerlo.Peccato. Ora ,per concludere, (mi scuso se sono stato noioso), ma vorrei precisare che quando parliamo di seconda squadra cittadina, non parliamo certamente di una squadra o di una societa’ di questo sistema calcistico. A Napoli esiste il Napoli e basta . Non a caso la nostra citta’ è l’unica in Italia ,e forse in Europa, a non avere seconde squadre nonostante i tanti appassionati e i milioni di abitanti Secondi si puo’ esserlo,ma a quel punto di fatto si e’ primi, se si promuove una cultura diversa di far sport.E’ quello che noi facciamo e vorremmo fare ancora meglio. Con passione e rimettendoci di tasca propria.Il tutto passa attraverso la disponibilita’ di una struttura sportiva adeguata e moderna. Ma questo e’ tutta un altra storia.
P.S. A proposito degli auguri fatti da Lello Carlino la sua fede giallo blu’ è tale che l’anno prossimo la squadra femminile avra’ come seconda maglia quella gialloblu’ e’ un modo come un’altro per sentire ancora l’Ischia nel sangue.
Con Affetto
Italo Palmieri