Roberto Schioppa| Da un lustro, forse oltre, Il Dispari pubblica sempre lo stesso intervento dell’ex senatore ischitano Franco Iacono. Tolto qualche aggettivo o avverbio, la lettera accorata dell’anziano politico è sempre uguale a se stessa, celebra il ferragosto ischitano alternativo sui monti dell’Epomeo, criticando il turismo di massa che affossa quella che per molti esperti è una delle isole più belle del mondo. Iacono ripete come un mantra che non bisogna vivere l’isola solo per il mare affollato di imbarcazioni da diporto, per il cibo mordi e fuggi ma bisogna sforzarsi di comprendere le altre ricchezze, quelle culturali come la Coppa di Nestore, quelle enogastronomiche partendo dal mito del pane e pomodoro nato qui, cose difficili per energumeni che dai quartieri peggiori di Napoli sbarcano colonizzando intere aree dell’isola verde ripetendo i comportamenti tipici del loro enclave, fondati su assenza di regole, violenza e cialtroneria… direbbe Borrelli.
Belle parole quelle dello Iacono, ma senza alcun esito tangibile perché quell’articolo che senza fantasia Il Dispari pubblica in fotocopia ogni estate, non ha modificato la percezione del turismo ischitano; ad agosto si ferma tutto, ogni cosa viene parametrata su una tipologia umana legata alla peggior parte del mondo napoletano, con trionfo di neomelodici, serate in piazza trash e nessun evento culturale che invece in zone come il Cilento, Capri e Costiera abbondano sebbene una parte del turismo cafonal arrivi fino a lì. Recuperare la tradizione della gita sull’Epomeo sarebbe impresa nobile, ma non alla portata del turismo predominante in questo momento su Ischia, fatta di soggetti che ignorano che a Forio abbiano soggiornato Truman Capote e Tennesse e Willams e che Bocklin abbia dipinto L’isola dei morti partendo da questi luoghi.
Oggi partendo da Forio con lo scooter ho attraversato l’intera isola fino a Barano ed oltre godendo di paesaggi unici, borghi, location che nulla hanno da invidiare alle Cicladi o Baleari, meta di turismo non solo internazionale, perché cari lettori a Mykonos o Formentera ad Agosto ci sono più napoletani che ad Ischia Porto. Ed allora caro Dispari e caro Franco non dobbiamo solo agognare un ritorno alle origini, ad un Ferragosto arcaico fatto di lunghe passeggiate e cibi frugali, ma liberare definitivamente l’Agosto ischitano dalle catene della colpa, di un turismo gomorriano e terribile che offende luoghi antichi e bellissimi… solo così possiamo davvero credere che la Colombaia tornerà ad essere fulcro di eventi, che il tramonto foriano sia un evento unico da ricordare e che la Coppa di Nestore non sia un gelato, ma un oggetto arcaico ed inimitabile che racconta come la storia abbia scelto questi luoghi dall’alba dei tempi… prima che la famiglia Esposito di Forcella sbarcasse con 10 SH.