giovedì, Gennaio 2, 2025

Il vivaio comunale torna a splendere con gli utenti psichiatrici

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Pasquale Raicaldo | Friarielli e zucche, basilico e melanzane. Verza, finocchi, carciofi e insalate. E poi i pomodorini del piennolo, quelli che hanno fatto impazzire Liliana De Curtis, la figlia di Totò. «Buonissimi. E ora che sono che li hanno coltivati i pazienti psichiatrici dell’isola sono ancora più buoni» ha detto al ristorante “Duilio”, a due passi da qui. Torna a vivere il vivaio comunale di Ischia, abbandonato al degrado per quattro lunghi anni dopo il pensionamento dei «pinetini». E a rimetterlo in sesto sono Maria Pia ed Emilia, Elena e Gianluca, Giuseppina e Titty, Giovanni e Rosarno, Salvatore, Nunzia, Teresa e Maria Giovanna. Che hanno scoperto pollice verde e nuovi stimoli. E c’è qualcosa di meravigliosamente bello se i pazienti psichiatrici dell’Asl Napoli 2 Nord, accompagnati dalla cooperativa “Accaparlante”, recuperano alla collettività un bene dimenticato e, con il progetto “Orto-allena-mente”, lo curano con meticolosa attenzione. «Altroché. – spiega Erminia Della Corte, tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, accompagnandoci lungo il sentiero che torna a profumare di verde – Per molti, questo vivaio è diventato uno strumento di socialità e un modo per coltivare una passione insospettabile o abilità comprovate, come nel caso dei nostri due “maestri d’arte”, ex contadini, che hanno subito mostrato agli altri i segreti di giardinaggio e agricoltura. Così, quest’area è tornata a splendere: quando abbiamo cominciato, abbiamo trovato erbacce dappertutto».

Scopriamo questo nuovo mondo proprio nel giorno in cui si celebra la ventitreesima edizione della “Giornata Mondiale della Salute Mentale”, organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. C’è anche Ischia, che prova a dimenticare le polemiche per il trasferimento dell’utenza residenziale nell’inadeguata struttura di Villa Stefania, e nel frattempo mostra orgogliosa questo piccolo grande laboratorio di civiltà, impreziosito da un angolo aromatico e dal colore vivace degli hibiscus.
Essenziale, naturalmente, la sensibilità dell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Ischia, con Carmine Barile che guarda compiaciuto alla trasformazione del vivaio abbandonato, che fino alla scorsa Pasqua imbarazzava il Municipio e che oggi promette di essere una nuova, insospettabile attrazione. «Molti turisti entrano, passeggiano e apprezzano. Quando comprendono il progetto, poi, vogliono assolutamente dare un contributo». Siamo a due passi dal lido d’Ischia e dal lungomare Colombo e fino allo scorso marzo qui era una vera e propria selva di erbacce. Sono stati loro, gli utenti psichiatrici, a ripulire e piantare, innaffiare e coltivare. Con il contributo degli operai di IschiAmbiente, si sono gettate le basi per una piccola eccellenza. Di cui possono andare orgogliosi animatori, educatori e tecnici della riabilitazione: Gerardo Barbieri, Anna Castagna, Concetta Uliano ed Erminia Della Corte di Accaparlante e Lucia Impagliazzo dell’Asl. Una vera e propria squadra, ancor più numerosa quando da Procida arrivano Annalisa, Tonino e Raffaele, anche loro pazienti con il pollice verde.
«Era nato tutto semplicemente con il progetto di un orto collettivo. – ci spiegano gli operatori – E’ andata a finire che oggi ci occupiamo anche dell’area del giardino e tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, siamo qui a prenderci cura del verde. Ah, gli utenti hanno ridato decoro anche ai giardinetti qui fuori, quelli che circondano i campi di tennis». L’appetito vien mangiando, insomma, e qui – mentre qualcuno intona «Tu sì na cosa grande» e arriva il delizioso assaggio delle pennette fatte col pomodoro coltivato da Maria Pia & company – l’impressione è che si sia trovata la formula giusta.
Del resto, Elena & company ci avevano già abituato a performance superlative, dal teatro alla fotografia, ma questa nuova avventura nel verde recuperato del centro d’Ischia è in un certo senso nuova: qui siamo tutti a doverci togliere il cappello di fronte a un vivaio comunale che torna fruibile grazie all’opera dei «matti». Che, beninteso, ci guadagnano anche: piccoli rimborsi, fondi Cipe mediati dall’Asl e gettoni dalla cooperativa, ripartiti tra i più assidui. In dieci racimolano soldini, mica si zappa solo per la gloria.
«E’ proprio questa la peculiarità di un progetto del genere. – spiega Ugo Vuoso, sociologo dell’Asl Napoli 2 Nord – Alla peculiarità della green economy e a questa auspicabile riscoperta del verde si aggiunge un recupero pieno della persona, perché si riconosce chi lavora all’orto e al giardino come un lavoratore a tutti gli effetti, e dunque pagato, attribuendo al suo compito una incontestabile validità sociale».

Non nasconde la soddisfazione Carmine Barile, vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali, ma anche medico di base: «Il verde, la natura e l’agricoltura possono costituire un percorso riabilitativo efficace per chi ha problemi di carattere psicologico. E il loro recupero rappresenta, per chi amministra il nostro territorio, un obiettivo al quale tendere. E’ anche per questo, che dopo aver sostenuto l’idea dell’orto con Accaparlante e Asl Napoli 2 Nord (e c’è anche il contributo di Slow Food con Silvia D’Ambra), il Comune di Ischia pensa anche a progetti di orti sociali, magari utilizzando piccoli appezzamenti di terreno nella pineta che affaccia lungo via Michele Mazzella. Il recupero del verde e la sua salvaguardia sono obiettivi inderogabili per chi amministra».
L’orgoglio contro il pregiudizio, in un piccolo angolo ritrovato dell’isola più bella. Barriere che si infrangono, l’esempio che arriva dall’anello debole e indifeso della società, condotto per mano dalla passione degli operatori sotto gli occhi dell’amministrazione comunale, di Ischia. Venite a trovarli, riappropriatevi di questo luogo che rischiava l’abbandono e che oggi rivive grazie ai nuovi «pinetini», rigorosamente inediti: meravigliosamente felici, nel vivaio comunale ritrovato.

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