Dopo tutte le polemiche nate in seno al Festival di Sanremo 2024, l’altro argomento che mi infastidisce tantissimo è l’indignazione dei soliti perbenisti della domenica a favore di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria.
Nella maggior parte dei casi, essi appartengono al solito filone ideologico sinistrorso, quello -per intenderci- che difendere le borseggiatrici seriali, i manifestanti violenti dei centri sociali, le ONG che violano le nostre leggi favorendo gli sbarchi e l’immigrazione clandestina e… chi più ne ha più ne metta.
Ma tornando alla Salis, va detto che certamente le rimostranze a suo favore sembrano di gran lunga più limitate e circoscritte che in altre occasioni. Anche le interrogazioni parlamentari e i comunicati stampa dell’opposizione sono decisamente tiepidi, forse perché anche loro sono convinti di non avere grandi motivazioni per affrontare concretamente la questione, nella consapevolezza che non è certo questo il Governo che si lascia condizionare facilmente nelle sue posizioni.
Tuttavia, quel che mi stupisce (e in questo caso senza appartenenza politica che tenga) è il silenzio assoluto sulla posizione di un altro nostro connazionale, il produttore televisivo Chico Forti, che ormai da ventiquattro anni sta letteralmente invecchiando e marcendo in carcere negli Stati Uniti e per il quale, pur cambiando diversi governi di svariato colore, non c’è stato il benché minimo tentativo di comprovarne l’innocenza o, nel contempo, di ottenerne quanto meno l’estradizione.
Vedete, queste sono le classiche situazioni in cui non solo mi rendo conto che la legge e la giustizia non sempre rispondono a quei requisiti di equità e imparzialità tanto invocati da chi si ostina a riporvi fiducia. Ma prendo atto ogni giorno di più che la politica, quella che conta, quasi sempre vola troppo più in alto delle teste di noi comuni mortali, rispondendo a logiche per noi inspiegabili ma da cui non si riesce a prescindere in alcun modo. Anche dinanzi a ciò che ci appare estremamente evidente e che, invece, viene considerato all’esatto contrario di quel che ci si aspetterebbe.
Sono un garantista convinto da sempre e non mi sbilancerò certo oggi con valutazioni innocentiste o colpevoliste sull’una o sull’altro. Mi chiedo, però: è così difficile mettere tutti in condizioni di vederci un tantino più chiaro? O alla fine dobbiamo restare in eterno quel popolo-gregge che, alla Mussolini maniera, era così inutile governare?