Grazie alla loro iconica bellezza ed eleganza, i lampadari in vetro di Murano, ma in generale i lampadari in vetro soffiato, sono una tipologia di lampadario molto in voga negli ultimi anni che più conferiscono classe e raffinatezza agli ambienti in cui vengono collocati.
Frutto dell’antica maestria degli artigiani di Murano, il vetro soffiato rappresenta una delle nostre eccellenze italiane che nella sua lunga tradizione è arrivato fino ai giorni nostri adattandosi alle mode, ai cambiamenti e ai gusti tipici di ogni tempo. Scegliere un lampadario di Murano, è la migliore scelta possibile se avete deciso di illuminare casa con lampadari in stile classico, in questo modo avrete in casa un vero e proprio pezzo d’arte.
Scopriamo insieme come avviene la lavorazione del vetro soffiato, come riconoscere il vetro di Murano e come illuminare la casa con questi meravigliosi lampadari classici.
Lampadari in vetro di Murano: come avviene la lavorazione del vetro soffiato
La lavorazione in vetro soffiato è solo una delle quattro tecniche di lavorazione utilizzate dagli artigiani mastri vetrai di Murano.
Le tecniche per realizzare un lampadario in vetro di Murano sono infatti:
- Vetro soffiato;
- Vetro di Murrina;
- Vetro in piastra;
- Vetro a lume.
In questo nostro approfondimento ci soffermeremo sulla tecnica del vetro soffiato.
Come ci suggerisce il nome dato alla tecnica di lavorazione, il vetro soffiato viene realizzato grazie all’utilizzo di un’apposita canna da soffio. Il mastro vetraio soffia all’interno di questa canna modellando quello che originariamente era un grumo di vetro che attraverso il calore e la lavorazione prende quindi le più svariate forme.
Nell’antica arte del vetro soffiato libero, l’artigiano utilizza solo pochi altri strumenti oltre alla canna da soffio, quali pinze o piedistalli per potersi aiutare nella realizzazione degli oggetti.
Esiste anche una seconda tecnica di lavorazione del vetro soffiato, ovvero la tecnica del soffio in stampo.
In questo caso il mastro vetraio soffia dell’aria sul vetro incandescente posto prima in uno stampo. Grazie al soffio dell’aria il vetro incandescente si espande nello stampo prendendo così le forme desiderate.
Il vetro di Murano, come riconoscerlo
Murano vuol dire vetro soffiato. Spesso però possiamo trovarci davanti a ottime imitazioni o a oggettistica e lampadari che non sono realmente in vetro di Murano.
Come riconoscere quindi il vetro di Murano?
Il primo segno distintivo è il certificato di autenticità. Generalmente, infatti, gli oggetti realizzati a Murano vengono accompagnati da un certificato che ne attesta la provenienza.
Se però magari ti trovi in un mercatino o stai acquistando in seconda o terza mano da privati che non sono più in possesso di questo certificato, con un po’ d’occhio e un po’ di pratica potresti essere in grado di riconoscere il vetro di Murano facendo attenzione a queste caratteristiche:
- Il vetro di Murano spesso è irregolare, questo perché viene interamente lavorato a livello artigianale;
- Spesso reca un piccolo sigillo del mastro vetraio;
- Gli oggetti spesso hanno delle bollicine al loro interno;
- I manufatti sono leggeri e brillanti e al tatto appaiono delicatissimi.
Dove conviene posizionare i lampadari in vetro soffiato
Come avrai capito questa tipologia di lampadario è molto scenico e deve rappresentare il punto focale della stanza. Solitamente vengono utilizzati nelle sale da pranzo o nei salotti eleganti, ma ovviamente non c’è una regole precisa e spesso vengono anche posizionati in costesti dall’arredamento moderno.
Se non volete sbagliare il colpo, consigliamo di farvi guidare nella scelta dal vostro architetto di fiducia, saprà consigliarvi al meglio. Se avete deciso di posizionarlo in una stanza molto grande considerate anche l’installazione di un paio di applique in coordinato che riescano a valorizzare l’ambiente e il lampadario stesso.
Per quanto riguarda le lampadine vi consigliamo di optare per le luci finta fiamma o finta candela per dare quel tocco in più di classico, in modo da rievocare le tradizionali candele del candelabro.