sabato, Dicembre 28, 2024

I’m ukrainian. Io sono ucraino di Andrea Esposito

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Ho chiesto ad Andrea Esposito una analisi d’autore della crisi ucraina. Un racconto diretto, schietto, senza filtri, nel suo stile di narratore nero e iperrealista. Un racconto basato sulla personale conoscenza del popolo ucraino, della sua scelta personale di sentirne le motivazioni, di capirne le ragioni e di condividerne il futuro. Andrea ha scelto di vivere molti degli usi e i costumi di questo glorioso e indomito popolo, grazie all’amore di sua moglie e di sua figlia e nonostante resti un foriano DOC come tutti sanno. Un foriano che ha allargato il cuore ad un diverso gialloblù, una bandiera orizzontale come il territorio che è oggi piu’ che mai la porta tra due continenti, tra due idee del mondo. Una bandiera lontana da Ischia eppure così presente sulla nostra isola che annovera una nutrita e benvoluta comunità ucraina, quella di una nazione che è oggi suo malgrado al centro del mondo. Gadme

Andrea Esposito | In questi giorni drammatici per l’Ucraina, assistiamo in casa nostra e anche altrove ad uno spaventoso e agghiacciante ribaltamento della realtà. Ecco che magicamente, per alcuni – da Destra fino all’estrema della Sinistra – il presidente russo Putin diventa un incrocio tra “Che Guevara e Madre Teresa” (come cantava Lorenzo, qualche anno fa). Ok, diciamolo subito così ci leviamo il pensiero: non è così, è una balla, è una boiata pazzesca e chi vi propina questa visione del mondo è in malafede. Lo fa approfittando del fatto che nel migliore dei casi siate pronti ad accogliere una visione geopolitica così semplicistica che manco il Subbuteo. Nella peggiore delle ipotesi, lo fa sperando che in questi tempi bui siamo tutti disperatamente desiderosi di essere parte del disvelamento di chissà quale enorme disegno nascosto.
E così la colpa non è più di chi ha già invaso i confini sovrani di uno stato, ma della NATO (che ahimè invece non ha fatto niente…e dico niente nell’accezione negativa del termine). La colpa non è più dell’invasore che, manu militari, pretende di negare ad uno stato vicino di scegliere liberamente dove schierarsi (a torto o a ragione, sbagliando o meno) sullo scacchiere mondiale, ma dell’Occidente, cattivo! che vuol fagocitarsi l’Ucraina.
Parliamoci chiaro: questi veli putrescenti di balle vanno tolti, strappati subito e buttati nel cesso. Lo dobbiamo al valoroso popolo ucraino che da cinque anni ormai lotta DA SOLO, totalmente solo, contro una forza politico militare soverchiante, mentre la NATO, al contrario di quanto ci raccontano tutti gli screenshot di Paragone e simili cazzari beneinformati non ha fatto nulla, zero, il niente di niente.
L’occidente ha interesse che l’Ucraina si allontani dall’orbita russa? Ovviamente si, ci mancherebbe! È forse una colpa in sé? Le strategie geopolitiche dell’Alleanza Atlantica, supportate dalla posizione filoeuropea del governo ucraino, hanno meno dignità e legittimità delle mire espansionistiche dello Zar russo? E perché mai? Perché Putin può pararsi il culo e l’Ucraina invece no?
L’ingresso dell’Ucraina nella NATO non è neppure all’ordine del giorno, c’è solo una richiesta degli ucraini e un processo burocratico lunghissimo da attivare. Eppure, i mestatori di fango ci raccontano che Putin, poverino, la guerra la farà per questo! Le bombe che stanno facendo già migliaia e migliaia di profughi nel Donbass, che arrivano in Russia con la promessa del sol-dell-avvenire e non trovano neppure i cessi per pisciare, salvo il divieto di tornare indietro alle proprie case…quelle bombe, quei profughi – ci dice la Zar – sono colpa dell’occidente, non sua. Cazzate! Balle su balle che neppure un ragazzino delle medie con un libro di storia e geografia si ammoccherebbe. L’Occidente e la Nato fanno esattamente ciò che sono (…e lo fanno anche troppo poco e male). La domanda semmai è quella opposta: perché mai la NATO che è stata creata esattamente per questo (espandere l’influenza atlantica in Europa quanto più a Est possibile) non dovrebbe accogliere una DOMANDA LEGITTIMA da parte di uno stato libero e sovrano, l’Ucraina, per non turbare i sonni del potente vicino? Perché mai dovremmo impedire al popolo ucraino di scegliere liberamente la propria strada?
Siamo ad un bivio, altro che chiacchiere e noncielodicono e viva-Putin che tiene le palle perché va a cavallo dell’orso a torso nudo!
Siamo al bivio nel quale il mondo intero, compresa la Cina, deve scegliere se consentire la cancellazione di un tabù nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale: la difesa sacra dei confini nazionali che dovranno essere mai più modificati con le armi.
Se Putin o la Nato o Biden siano buoni o cattivi, non c’entra nulla. Chi voglia analizzare la situazione geopolitica con un minimo di coscienza storica deve porsi questa domanda: lasciamo passare questo precedente, a cinquant’anni dalla sconfitta del Nazismo?
Esistono interessi, non c’è dubbio, non ci svegliamo stamattina come neonati in culla (l’Ucraina è produttrice di materie prime tra le più grandi al mondo, non solo energia ma anche prodotti agricoli ecc.…) ma esiste anche una visione globale della quale tener conto e sulla quale fare delle scelte. Essa ci dice che la NATO e l’occidente non stanno minacciando di invadere l’Ucraina ma stanno balbettando da anni su un suo possibile ingresso nel consesso occidentale, mentre chi l’ha già invasa (appropriandosi di larghe fette di territorio come la Crimea e la striscia del Donbass) è la Russia di Putin e nessun altro. Ebbene, per quanto alcuni elementi malsani del dibattito politico mondiale si sforzino di condividere in loop una visione della crisi Ucraina del tutto falsa e delirante, tutto ciò non passerà mai.
Esiste la Storia con la S maiuscola ed esistono le Fonti, sempre con la f maiuscola, ovvero quelle realtà fattuali immodificabili poiché graniticamente dimostrabili che non servono – attenzione! – a stabilire chi sono i buoni e chi i cattivi, ma semplicemente a farci comprendere che la realtà odierna è complessa, non semplice, e lo sarà sempre di più. Non esiste mai quindi una sola risposta ad una sola domanda. L’Ucraina è un paese fragile nella struttura della sua società, con spinte addirittura eversive in alcune frange di movimenti politici, e fortemente corrotto nei suoi apparati governativi. Benissimo, chiediamoci: basta questo per consentire a Putin di negare loro la benché minima dignità di Stato sovrano? Far pagare all’intero popolo ucraino le contraddizioni interne e la maledizione di essere la “porta” tra due continenti, da sempre nell’orbita russa? Chiediamocelo, lo dobbiamo al popolo ucraino.
Consentiremmo noi, l’Italia (popolo, nazione e stato), ad una Germania aggressiva di annettere con i carrarmati il Tirolo e la Valle d’Aosta o una striscia di Trentino, in nome delle affinità germanofone che siano prodromo di un nuovo ennesimo grande territorio in nome del pangermanesimo? Saremmo pronti a trattare una semi-resa per non turbare il più forte vicino o balzeremmo dalle nostre sedie, uomini, donne, bambini e anziani…indignati! Pronti a difendere con la vita i nostri sacri confini? Ecco, chiediamocelo. Lo dobbiamo al popolo ucraino.
Chi è Putin, in realtà? Era un grigio burocrate del KGB, il servizio segreto più sanguinario al mondo, che dopo aver parassitato l’apparato comunista fino a costruirsi una posizione intermedia, alla caduta del regime si trasforma in un oligarca (evitiamo di chiamarlo dittatore per non turbare troppo le anime belle…quegli stessi che per non scaricare un pdf si sono vestiti da ebrei di Auschwitz, salvo poi togliersi il carnevale e tornare a casa per mettersi in ciabatte al pc, mentre gli ebrei ad Auschwitz ci morivano (…eh sì, morivano, il finale era diverso). Oggi quelli che “sveglia siamo in dittaturaaa!!!” ci urlano invece che “invadere militarmente un paese sovrano, negandogli ogni libera scelta” è cosa buona e giusta…tanto è l’Ucraina mica il megastore di Zara, che ce frega?
Ah, che magia! Adoro l’odore dell’analfabetismo funzionale al mattino!
L’oligarca è colui che, senza più alcun controllo da parte di uno stato debole e in via di formazione come era quello russo dopo la caduta del Muro di Berlino, approfitta dell’anarchia politica ed economica per crearsi una cerchia ristretta di potere e con quella far leva sul nuovo apparato politico, prendendolo in pugno senza più mollarlo da vent’anni a questa parte.
Opposizioni cancellate, avversari politici uccisi a botte di plutonio grazie alla rete di agenti segreti tenuta in piedi alla caduta del comunismo, colleghi e sottoposti a lui fedelissimi. Economia ai minimi, investimenti militari e culto della personalità alle stelle. Questo è Putin, ma qualcosa sta cambiando anche lì da lui. La narrazione romantica lo vuole in groppa all’Orso Russo che cavalca verso l’Ucraina per ripristinare la gloria dell’antica Rus di Kiev! Un solo popolo, un solo paese, indivisibili! …Cazzate su cazzate, anche queste. Vi rivelo un segreto clamoroso che noncielodicono proprio…Putin dell’antica Rus di Kiev se ne sbatte il cazzo!
Lo Zar è un governatore moderno, un soldato e un dirigente d’azienda insieme. La sua azienda è la Russia, non l’Ucraina. E seppure l’Ucraina serva come cuscinetto contro l’occidente (sic! che paura che gli fanno Macron, Boris e Mario Draghi!) in questo momento i problemi maggiori ce li ha all’interno e l’Ucraina – manco a dirlo – rappresenta un ostacolo nel superarli.
Dopo anni di rivoluzioni politiche, più o meno cruente, da quella arancione all’Euromaidan, il glorioso e valoroso popolo ucraino ha dimostrato un qualcosa che fino a ieri sembrava impensabile: alle porte della Madre Russia può esistere la Democrazia…può esistere uno stato, con tutte le su pecche, le sue mancanze, le sue malversazioni…che si autodetermina, che decide i propri rappresentanti con libere elezioni e che sceglie da che parte stare. È questo che Putin non può consentire. Che i suoi cittadini si chiedano, improvvisamente: ma allora è possibile?

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